Nell'Oltrepò (nonostante nel mondo del vino non manchino quotidianamente le polemiche) si sperimentano nuove tecnologie , in sinergia fra pubblico e privato. La tenuta agricola di Riccagioia, a Torrazza Coste in provincia di Pavia, si appresta infatti a diventare un polo di eccellenza dell’innovazione in agricoltura, dotandosi di una infrastruttura tecnologica di ultima generazione, nonché di una flotta di droni utilizzati per sostenere la ricerca finalizzata alle produzioni di qualità , in particolare nel comparto vitivinicolo. L’antica e gloriosa azienda agraria, fra avverse fortune, è ora gestita da Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste di Regione Lombardia) e da Rurall (Società per Azioni di eccellenza nell’ambito delle tecnologie avanzate nella filiera del Food e non solo), partecipata da BF Spa, il principale gruppo agroindustriale italiano. Il progetto sta prendendo corpo in queste settimane. Sulle colline pavesi stanno approdando diversi tipi di sensori per la fenotipizzazione in serra, per l’acquisizione di parametri ambientali in campo, il monitoraggio agricolo, sperimentazioni e abilitazione di sistemi agronomici sostenibili.

La tenuta agricola di Riccagioia si appresta infatti a diventare un polo di eccellenza dell’innovazione in agricoltura
Tenuta Riccagioia, arrivano i droni
Nel percorso di dotazione della Fondazione, i droni sono tra le soluzioni tecnologiche più interessanti, capaci di riprendere il paesaggio con sensori che misurano diversi parametri della vegetazione, tra cui indici di vegetazione, temperatura e strumenti specifici in grado di ricostruire il modello 3D delle piante oltre, in generale, agli elementi del paesaggio. «Ovviamente l'impiego - spiegano i tecnici di Rurall -dipende dall’obiettivo agronomico, ad esempio individuare situazioni di stress da patogeni, stress idrico oppure stimare la produttività. Il drone ad uso agricolo può seguire un piano di volo digitale, ma è sempre presente un operatore che ne supervisiona l’attività. In passato, sia la definizione del piano di volo, sia la conduzione del drone erano completamente manuali: l’operatore stabiliva la traiettoria in tempo reale durante l’intera missione ed eseguiva sia il decollo, sia l’atterraggio manualmente. Oggi, grazie all’impiego di tecnologie avanzate, è possibile effettuare rilievi molto più precisi e predisporre i piani operativi da remoto, selezionando l’area di intervento e avviando il drone direttamente dal sistema di controllo. I piloti di Riccagioia, formati dalla società AprFlyTech, possono supervisionare le operazioni anche da remoto garantendo la continuità del monitoraggio delle colture».
Il primo drone impiegato è stato equipaggiato con una telecamera termica, in grado di monitorare le condizioni di stress idrico delle piante. Grazie alla visione dall’alto, è possibile individuare con elevato grado di accuratezza e tempestività eventuali criticità. La tecnologia consente di circoscrivere rapidamente le aree soggette a stress, sino a identificare le singole piante colpite. In termini di lettura termica, più una pianta o un’area risultano a temperatura elevata, più chiare appaiono nell’immagine, restituendo così un segnale visivo immediatamente interpretabile. La Fondazione Riccagioia dispone anche di una tecnologia avanzata “lidar” in grado di ricostruire la terza dimensione dell’ambiente agricolo, generando modelli in 3D ad alta precisione. In particolare, è possibile mappare ogni singolo vigneto, ricostruendo la struttura delle piante in modo tale da ottenere un output che, tra le altre cose, consente di stimare il carbonio sequestrato. È quindi evidente che il drone, in questo caso, così come il trattore o altri veicoli con sensoristica, sono nei fatti i rilevatori di dati e immagini che necessitano poi di capacità di rielaborazione. Anche in questo, il connubio tra Rurall ed Ersaf ha portato valore alla Fondazione che potrà giovare della piattaforma digitale di Infagri, un punto di raccolta unico dei dati rilevati chevengono utilizzati per il monitoraggio delle colture e per la loro migliore gestione attraverso sistemi di supporto alle decisioni.
Tenuta Riccagioia, presto l'hangar
Il prossimo passo nel piano operativo relativo al parco droni sarà la realizzazione di un vero e proprio mini hangar all’interno della tenuta. In questo hub automatizzato, un drone che rileva la temperatura delle piante sarà in grado di ricaricarsi autonomamente e di decollare in modo programmato, senza la necessità di un pilota in loco. Ad esempio, in fase di pre-vendemmia, i droni potranno essere impiegati per monitorare da remoto la qualità delle uve e lo stato fitosanitario delle piante. Il piano prevede voli anche quotidiani per garantire un controllo costante e capillare del vigneto. Le immagini raccolte vengono poi analizzate a distanza, consentendo interventi tempestivi e mirati.

A Tenuta Riccagioia arrivano i droni
«L’utilizzo così intensivo dei droni - spiega Fabio Losio, presidente di Ersaf e Riccagioia - rientra nella nuova filosofia della Fondazione che mette al primo posto l’innovazione tecnologica grazie al supporto di partner qualificati come Rurall e BF SpA. Qui si sperimentano modelli di gestione del settore agricolo che possono da una parte permettere al territorio pavese di progredire e, dall’altra, di fungere da esempio per il resto della Regione». Riccagioia sta diventando quindi , per tecnologia, uno degli hub più importanti del Paese.«Noi crediamo in questo progetto - conclude il direttore, Fabio Lavazza - e vogliamo investire per renderlo ancora più attraente in termini scientifici e commerciali».