La più grande cooperativa vitivinicola dell'Oltrepò Pavese, Terre d'Oltrepò, entra ufficialmente in gestione commissariale, affidata a Luigi Zingone. La decisione è stata presa dal ministero delle Imprese e del made in Italy, dopo un periodo di ispezioni e verifiche straordinarie che hanno fatto emergere irregolarità e difficoltà gestionali. Il provvedimento, firmato il 19 agosto 2025 dal direttore generale Giulio Mario Donato e annunciato dal ministro Adolfo Urso, rappresenta una risposta alla crisi economica e istituzionale che da tempo gravava sulla cantina pavese.

Terre d‘Oltrepò ha un nuovo commissario, Luigi Zingone
Il commissario straordinario Luigi Zingone
Il Ministero ha scelto come commissario straordinario Luigi Zingone, professionista in ambito fiscale con domicilio a Novedrate, in provincia di Como. La sua nomina, con durata iniziale di sei mesi prorogabili, attribuisce pieni poteri in sostituzione del Consiglio di Amministrazione e del Collegio sindacale, già dimissionari. Zingone avrà il compito di amministrare la cooperativa, garantire la continuità delle attività e affrontare le criticità finanziarie e organizzative. Uno degli obiettivi principali è evitare il rischio di collasso operativo e assicurare il regolare svolgimento della vendemmia 2025, fondamentale per la sopravvivenza della cantina e per la tutela dei conferitori e dei dipendenti.

La vendemmia prossima nell‘Oltrepò pavese
Le ragioni dell'intervento ministeriale
La scelta del Ministero non è stata casuale, ma è il risultato di mesi di indagini che hanno messo in luce una situazione particolarmente complessa. Terre d'Oltrepò, infatti, si trovava in una condizione di grave illiquidità che aveva già impedito il pagamento ai conferitori della vendemmia 2024. A questa difficoltà economica si aggiungeva un forte indebitamento nei confronti degli istituti bancari e una riduzione significativa del numero di soci. L'assenza di assetti organizzativi solidi e l'impatto delle vicende giudiziarie che hanno interessato la cooperativa hanno ulteriormente aggravato la crisi, compromettendo la sua capacità di operare in modo stabile.

I vigneti di Terre d‘Oltrepò
Le dimissioni e il vuoto gestionale
Alla crisi economica si è sovrapposta una profonda crisi istituzionale. Nel luglio 2025, una mozione di sfiducia approvata da oltre cento soci ha portato alle dimissioni dell'intero Consiglio di Amministrazione e del Collegio sindacale. Successivamente era stato eletto un nuovo Consiglio, ma i consiglieri nominati hanno rinunciato all'incarico dopo pochi giorni, dichiarando di non avere le competenze necessarie per gestire una fase tanto delicata. Questo vuoto gestionale ha reso inevitabile l'intervento del Ministero, che ha scelto di commissariare la cooperativa per garantire una guida autorevole in vista della vendemmia imminente.
Il ruolo del commissario e le prospettive future
La responsabilità di Luigi Zingone sarà ora quella di guidare Terre d'Oltrepò in un momento decisivo, gestendo non solo le questioni amministrative e fiscali, ma anche rappresentando la cooperativa nelle sedi giudiziarie e valutando le possibilità di un piano di risanamento. Se al termine del suo incarico emergerà la possibilità di un ritorno in bonis, sarà proprio il commissario a convocare l'assemblea dei soci per eleggere un nuovo Consiglio di Amministrazione.

La pregiata uva dell‘Oltrepò pavese
L'ex ceo Callegari: «Per Terre d’Oltrepò c’è ancora speranza di salvezza»
L'ex ceo di Terre d'Oltrepo' Umberto Callegari commenta così la nomina di Zingone: «Diciamo è quello che avevamo chiesto. Hanno deciso fortunatamente di non fare ciò che era stato suggerito, e cioè liquidare l’azienda, e invece provare a salvarla. Ora dipende tutto dai soci. Come abbiamo sempre affermato la cantina, che ha costi fissi importanti, non può funzionare senza un conferimento minimo, se non arrivano dei volumi minimi. Non conosco Luigi Zingone ma mi auguro riesca ad avere un buon rapporto coi soci. Leggendo il decreto ministeriale, spero che ora si sia fatta un po’ di chiarezza sulla questione. Per la cooperativa è sicuramente un bene che ci sia ancora una speranza».

L‘ex ceo di Terre d‘Oltrepò Umberto Callegari
Un passaggio cruciale per l'Oltrepò Pavese
La vicenda di Terre d'Oltrepò non riguarda soltanto la singola cooperativa, ma ha un impatto diretto su tutto il territorio vitivinicolo dell'Oltrepò Pavese. Si tratta infatti del principale polo produttivo della zona, con un ruolo centrale nella valorizzazione e nella commercializzazione dei vini locali. La gestione commissariale apre quindi una fase di transizione che potrebbe ridefinire gli equilibri del comparto, segnato negli ultimi anni da conflitti interni e difficoltà di governance.
Il salvataggio della vendemmia 2025, la ricostruzione della fiducia dei soci e la definizione di una nuova governance rappresentano le sfide immediate e decisive per il futuro. L'intervento ministeriale offre ora l'opportunità di rilanciare non solo la cooperativa, ma anche l'intero distretto vitivinicolo, restituendo stabilità economica e credibilità a uno dei territori più importanti della produzione enologica italiana.