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Bolgheri al femminile: l'impronta di Maria Fittipaldi Menarini nel mondo del vino

Figlia ribelle, madre severa, imprenditrice per vocazione tardiva: Maria Fittipaldi Menarini ha trasformato un'intuizione in un progetto enologico elegante, profondo e radicato nel suo senso di giustizia. Con le figlie al suo fianco, guida Donne Fittipaldi con visione e sensibilità, dando voce a un modo di fare vino che riflette la forza di una donna fuori dagli schemi

Annamaria Tossani
di Annamaria Tossani
06 agosto 2025 | 09:30
Bolgheri al femminile: l'impronta di Maria Fittipaldi Menarini nel mondo del vino

Le imprenditrici del vino. Alcune hanno ereditato la conduzione delle aziende di famiglia, che avevano già una tradizione nel settore. Altre si sono appassionate investendo i loro capitali. Nel complesso la crescita del ruolo femminile in campo enologico è un elemento tonico per il vino italiano e in generale per tutta l'agricoltura, dove il 28% delle imprese ha un titolare donna, con aziende che sono espressione di un nuovo modello di impresa più rispettosa dell'ambiente, internazionalizzata, orientata sulla qualità e sulla diversificazione produttiva.

Donne Fittipaldi: un progetto familiare a Bolgheri

È il caso di Donne Fittipaldi, fondata da Maria Fittipaldi Menarini, che scopre Bolgheri negli anni '90 visitando questo territorio e innamorandosene profondamente, al punto che decide di cercare una proprietà qui, trovandola nella Tenuta La Pineta, lungo la via bolgherese. L'azienda si compone di 9 ettari vitati, coltivati a Merlot, Petit Verdot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Orpicchio, Malbec. Insieme alla fondatrice lavorano le quattro figlie: Carlotta, Giulia, Serena e Valentina. La produzione è di circa 60mila bottiglie (molto vendute all'estero), che vedono, per la maggior parte, etichette firmate dall'artista Giorgio Restelli, in arte Giores, uomo carismatico e direttore artistico per Mediaset con il quale Maria Fittipaldi Menarini trova subito un feeling artistico e lavorativo, tanto che la produzione di Malbec dal 2012 le viene suggerita proprio dall'amico rientrato da un viaggio in Sudamerica.

Bolgheri al femminile: l'impronta di Maria Fittipaldi Menarini nel mondo del vino

Il borgo di Bolgheri in Toscana

La figlia Giulia ha disegnato l'etichetta di Donne Fittipaldi Magnetic 2019, dedicata alla madre della quale ritrae l'occhio su uno sfondo bianco. Un Cabernet Franc in purezza, maturato in cocciopesto, a cura dell'enologo dell'azienda, tra i professionisti più quotati in questo momento in Italia, Emiliano Falsini. Le donne della Famiglia Fittipaldi Menarini decisero da subito che nella loro nuova azienda di Bolgheri avrebbero seguito lo spirito del luogo, indirizzandosi verso una produzione di assoluta levatura, impiantando vigne di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot e Malbec e indirizzando la produzione verso l'alta qualità, con basse rese per pianta e selezione maniacale delle uve.

Il ritratto di una donna straordinaria: Maria Menarini Fittipaldi 

Maria Menarini Fittipaldi si racconta in una lunga conversazione con un fiume di parole che diventano frames di un film. Immaginatevela come uscita da un quadro di Kiss Van Dongen, con i tratti dalle tinte cromaticamente accese ed il disegno elegante e sensuale. Lei è elegante e sofisticata, con una figura minuta, un volto importante, una voce roca inconfondibile, un sorriso che cattura e lo sguardo di una donna decisa, forte e piena di passione: una donna stupefacente. Accanto a lei sempre le figlie, come fiori. Amano essere ritratte insieme non perché sono il simbolo di una importante azienda di vini tutta al femminile, ma perché in quella unione affettiva così completa c'è il segreto della loro felicità. «Tutto è nato per caso… - ci racconta. Curiosa ed entusiasta ascolto le situazioni da cui traggo insegnamenti e mi lascio consigliare dando retta agli altri, ma anche alle intuizioni della mia mente. Quindi il mio amore per il vino è stato tutto casuale, non conoscevo il mondo legato al vino, non bevevo, in famiglia nessuno beveva.

Bolgheri al femminile: l'impronta di Maria Fittipaldi Menarini nel mondo del vino

Le vigne di Donne Fittipaldi

Il motto-sfottò degli amici era: "a casa Menarini si mangia bene ma si beve male". Amo mangiare la vita, o forse è meglio dire bevo la vita: tutto è da vedere, tutto è da gioire e tutto da ragazzina mi veniva proibito. Ero figlia unica e super protetta, una ribelle curiosa che amava la sfida più della trasgressione e quindi ho fatto cose pazze ma mai gravi. Papà, nato nel 1909, era geloso e molto pauroso, anche se ho intuito che di me era orgoglioso. Tuttavia non era un uomo che amava il "signorsì", con lui era sempre una vivace lotta tra i suoi no ed i miei sì. Figura centrale nella mia vita, la cui potenza fa ancora scoppiare un fuoco di amore, ammirazione, rimpianto che tutto mi avvolge. Mi ha conosciuta veramente solo negli ultimi 5 anni della sua vita, ha capito che ero una "Donna", non più la bimba con il suo papà. Quella bimba che lui portava con orgoglio da Doney (allora simbolo di eleganza) in via Tornabuoni a mangiare le pastarelle.

Valori, educazione e senso di giustizia

Ho schivato tutti i pericoli dell'adolescenza con una noncuranza che oggi farebbe sorridere. La droga. Ero in collegio in Svizzera e lì ne girava tanta, mi mandavano a prendere pacchettini e non mi chiedevo ingenuamente cosa ci fosse. Oggi qualche dubbio ce l'ho. Vivevo in un altro mondo dove tutto era luce pulsante: l'amore, ballare, gli amici, i sogni con le letture della mitica Delly, letture di battiti d'animo, ragazze in fiore, storie d'amore ovviamente a lieto fine, sogni di fanciulle trasformate in lettere che saziavano quella parte più sensibile di mePer il resto ero additata comela terribile”! Una volta sono scappata e ci sono voluti tre mesi di elucubrazioni perché gli adulti capissero da dove fossi uscita… ovviamente dal cancello. Nel mio dna c'è quella follia ma predomina il mio rigore. Essere stata educata severamente, con principi da osservare e regole da rispettare, dando un grande valore alla casa, alla famiglia e alla tradizione, mi ha insegnato a vivere con correttezza. Seguire le regole non è mai semplice, ma avere un ordine morale ti rende felice di te stessa e dà serenità e valore ad ogni tuo comportamento.

Bolgheri al femminile: l'impronta di Maria Fittipaldi Menarini nel mondo del vino

Maria Menarini Fittipaldi

Anche con le mie figlie sono stata rigida, come lo è stato mio padre con me. Dalla sua morte ho vissuto per dimostrare che tutto quello che mi aveva insegnato era vero. Mio padre: quale impronta profonda ha lasciato in me… "non sei nessuno finché non hai dimostrato chi sei, e con umiltà". Così ho fatto con le mie figlie: "avete avuto fortuna crescendo senza problemi e nel benessere economico, ma non siete nessuno". Bassi, bassi, bassi, sempre occhi bassi e far volare la mente per dimostrare chi siete. Solo il realizzarsi permette di essere felici e di lasciare una traccia nel mondo, piccole parti della nostra energia non sprecate. Le persone o mi amano o mi detestano, senza mezze misure. Se mi guardo dentro so che non ho mai fatto torto a nessuno perché per me il rispetto è fondamentale. Sbagli ne ho fatti, ma li ho anche pagati. Odio il vittimismo, la vita deve essere vissuta con consapevolezza, mai tradendo se stessi.

Costruirsi da sé: tra creatività e determinazione

All'inizio della mia storia matrimoniale (ho avuto 4 mariti) ero sposata con un diplomatico e di conseguenza, come sua moglie, invitata ovunque ma non perché ero Maria Menarini. Io però volevo essere io, con le mie scelte. Volevo fare, essere, sentirmi dire brava e da allora ho iniziato a disegnare gioielli e finalmente ho avuto la riprova di quello che mio padre diceva: "ho fatto e quindi sono perché faccio"! Era il mio modo per far capire che essere una Menarini, erede della più importante azienda farmaceutica, era un dono meraviglioso, una responsabilità, ma non l'avevo fatta io. La mia storia era ancora tutta da scrivere e volevo farla da sola. Ho vissuto sulla mia pelle l'invidia delle persone, le gelosie e la meschinità di sentimenti comuni e normali, ma si riferivano ad un personaggio che non ero io. Una volta ho avuto uno scontro molto forte con il principe Carlo Giovannelli che aveva dato ad un cronista notizie infondate su di me e su cui i giornali si erano dilungati. Fare il giornalista non giustifica fare del male. Ero mamma di due figlie ed ero stata messa in grave difficoltà da questi pettegolezzi. Lo affrontai pretendendo di avere il nome di quel cronista a cui io raccontare la verità e così fu. Ho sempre odiato questo mondo da gossip, nessuno si può permettere di giudicare con leggerezza chi non conosce. Tempo dopo Carlo è diventato il mio più grande amico.

Tra affermazione personale e profondi valori familiari

Il senso di giustizia è nella mia sottopelle e soffro per le ingiustizie. Mi sveglio con la consapevolezza che il mondo è pieno di sofferenze e nulla sembra giusto. Aiuto dove è tangibile il bisogno e dove so a chi destinarlo. A cosa serve quello che hai se non lo condividi? La pace dove si trova? Nel cuore, nelle piccole cose, nell'abbraccio delle mie figlie, nella meravigliosa lezione che la natura ti dà, nel guardare i miei vigneti al tramonto, nella mia vigna urbana, Vigna Michelangelo a Firenze, che rimarrà nel tempo. Il mio percorso è quello di una privilegiata, così come quello delle mie figlie, a cui ho insegnato a splendere di luce propria, a difendere le loro idee, a trovare il loro posto nel mondo. Sono così diverse ma così luminose ed ognuna di loro ha seguito la propria inclinazione. Soprattutto, sono orgogliose di essere unite. I ragazzi di oggi, “i giovani”, non prestano attenzione al passato familiare. La mia storia familiare è stata caratterizzata da poche figure: la nonna russa, mio padre, la sorella del padre, la mamma meno. Sono stata molto sola, con una vita difficile anche se fortunata, e la fortuna la paghi sempre, ma la gente ha difficoltà a capire cosa significhi. La fortuna è anche rialzarsi e mai darsi per vinta.

Bolgheri al femminile: l'impronta di Maria Fittipaldi Menarini nel mondo del vino

Maria Menarini Fittipaldi insieme alle quattro figlie

Non sopporto i negativi perché ti spengono. Sii giudice inflessibile di te stessa, analizzati sempre con profondità e non piangerti addosso. A cosa serve la salute, una bella testa intelligente, la bellezza, quando mancano la forza ed il coraggio? L'erba del vicino non è sempre più verde, ma esiste e tu sei parte di quel prato. Le persone incattivite non danno niente, mentre il dolore vero degli altri ti soffoca e diventa tuo, ma si deve sempre reagire. Bisogna amare la vita. Ho sofferto tanto di solitudine, poi ho capito che la natura ti illumina il cuore: le mie colline al Piazzale Michelangelo con i prati verdi, i fiori, con la vigna che per sfondo ha la bellezza da quadro di una Firenze da sogno, di storia e di arte. La mia casa al Piazzale Michelangelo è depositaria di ricordi dolci della mia infanzia e di profumi radicati nel mio cuore, custode di ricordi di giovinezza, custode oggi della mia vita familiare con addirittura sei nipotini. Penso con tenerezza a quando in sala da pranzo, in questo grande tavolo dove oggi non entriamo, eravamo solo in tre! Sono grata per avere tutto questo. Quattro brave ragazze, figlie di 4 papà diversi, bravissime mamme.

Mi hanno a lungo colpevolizzata perché ero troppo severa, ma era come una copertina di Linus perché avevo paura di sbagliare e di rimpiangere poi di non aver saputo educarle con la base giusta. Ero consapevole che essere stata molto sola mi rendeva più fragile con loro, ma ho avuto un grande aiuto e la mia guida è stata una psichiatra infantile, fondamentale nel farmi capire che la paura è normale e che educare è matematica pura: ogni azione ha una sua reazione, ma bisogna essere genitori prima che amici. Oggi posso dire di essere stata una mamma appassionata e coerente. Dopo il divorzio mi trovai a decidere cosa fare dei vitigni che il mio ex marito, senza esperienza in quel settore, aveva fatto piantare a Bolgheri. Avevo altri pensieri. Un giorno i contadini entrarono in casa ricordandomi che c'era da imbottigliare. Io pensai all'olio ed invece si parlava di vino.

Una vocazione nata per caso (e una prima bottiglia speciale)

Usammo le bottiglie ed i tappi che avevamo a portata di mano. Sembrava a tutti buono, ma io essendo astemia non potevo giudicare. Mi venne in mente di farne assaggiare una bottiglia a una mia amica che aveva un ristorante in Svizzera, a Ginevra, che mi suggerì di approfondire questo progetto perché il vino ne valeva la pena. Quella bottiglia è stata la prima bottiglia di Donne Fittipaldi». 

Bolgheri al femminile: l'impronta di Maria Fittipaldi Menarini nel mondo del vino

Alcune etichette di Donne Fittipaldi

Si chiude così il nostro pomeriggio insieme con Maria Menarini Fittipaldi. Una Donna unica.

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