La fotografia aggiornata delle importazioni di vino nei principali mercati mondiali nel primo semestre 2025 evidenzia un andamento eterogeneo: i Paesi analizzati nel Report Nomisma Wine Monitor mostrano dinamiche diverse tra loro, anche se nel complesso i dodici mercati principali registrano un incremento del +1,5% a valore e +2,1% a volume. Gli Stati Uniti restano il mercato di riferimento più rilevante, ma il secondo trimestre ha segnato una flessione.

Export vino italiano: crescita del +2,5% nel primo semestre 2025
Dopo la fine dell’accumulo di scorte da parte degli importatori, effettuato nei mesi precedenti in vista dei dazi imposti dall’amministrazione Trump, le importazioni passano da un +22% nel primo trimestre a un -7% tra aprile e giugno rispetto allo stesso periodo del 2024. Anche i vini italiani risentono di questa dinamica: la crescita del +2,5% nel primo semestre è da attribuire quasi esclusivamente all’accumulo di scorte avvenuto nei primi tre mesi dell’anno.
Gli effetti dei dazi negli Usa e in Canada
«In attesa della pronuncia della Corte d’Appello USA sulla legittimità dei dazi», sottolinea Denis Pantini di Nomisma, «le aziende italiane devono monitorare attentamente le dinamiche globali per individuare altri mercati in grado di assorbire le nostre produzioni». Il Canada, al contrario, mostra un andamento positivo: le importazioni di vini italiani crescono di quasi l’11%, beneficiando della sostituzione sugli scaffali dei vini statunitensi, crollati di oltre il 65%.
Tra gli altri mercati, la Germania registra un +10,3% a valore, segnando un netto recupero rispetto al 2024. Situazione opposta nel Regno Unito, dove l’import di vini italiani cala del 7% a valore. Segnali negativi arrivano anche da Svizzera, Corea del Sud, Norvegia e Cina, penalizzate dal rallentamento della domanda interna. Positive invece le performance di Giappone e Brasile.
Le categorie: spumanti in frenata, vini fermi in recupero
Gli spumanti italiani segnano un aumento contenuto (+1% a valore, +6% a volume), con dinamiche particolarmente positive in Giappone, Stati Uniti e Cina. Calo invece in Regno Unito (-6,6%), Francia (-2,4%) e Australia (-4,4%). Sul fronte dei vini fermi e frizzanti, la Germania registra un incremento del +14,2% a valore, affiancata da Canada, Australia e Brasile. Restano deboli Regno Unito (-8,1%) e Cina (-10,5%).

Gli spumanti italiani segnano un aumento contenuto
«Il rischio di una contrazione del mercato statunitense», conclude Pantini, «potrebbe avere un impatto significativo sull’export vitivinicolo italiano. La crescita di altri mercati non può compensare rapidamente una flessione Usa: per questo è necessario guardare a nuove aree geografiche, con strategie di lungo respiro e investimenti mirati».