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Produzione di vino in Italia 2025: +8% rispetto al 2024, Sud in forte ripresa

Giacomo Cornia
di Giacomo Cornia
10 settembre 2025 | 15:23

Per il mondo del vino italiano è tempo di bilanci e previsioni in vista della vendemmia 2025 e a raccontarne le stabilità e le criticità sono state Assoenologi, UIV e ISMEA rappresentate rispettivamente dal Presidente Riccardo Cotarella, dal Presidente Lamberto Frescobaldi e dal Direttore Generale Sergio Marchi. La conferenza si è svolta questa mattina, presso Sala Cavour del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e ha preso parte anche il Ministro Francesco Lollobrigida. Si promette un’ottima annata dal punto di vista qualitativo e si prevede una crescita nella produzione in quasi tutte le aree italiane, con punte di eccellenza: 47,4 milioni di ettolitri previsti con un +8% rispetto al 2024.

Produzione di vino in Italia 2025: +8% rispetto al 2024, Sud in forte ripresa

Presentato il rapporto annuale sulle previsioni vendemmiali del 2025

Buona qualità, ma troppa produzione?

Se la qualità non desta preoccupazione è l’aumento della produzione a presentare criticità come racconta il presidente Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi. «Brindiamo ad un’annata qualitativamente eccellente, ma non per la quantità. Alle attuali condizioni di mercato sarà difficile garantire la giusta remunerazione alla filiera con una vendemmia da 47,4 milioni di ettolitri a cui si aggiungeranno verosimilmente circa 37 milioni di ettolitri di vino in cantina. Ci troviamo a fare i conti con difficoltà che non riguardano solo l’Italia, ma tutti i paesi produttori, la qualità del nostro vino è indiscussa, ma anche il buono, se è troppo, fa perdere valore al comparto».

La situazione attuale del vigneto Italia

Bisognerà attendere le condizioni meteo delle prossime settimane, ma dal punto di vista sanitario le uve si presentano in buone condizioni, grazie a una gestione agronomica attenta e scientifica, fondamentale in un contesto sempre più segnato da eventi estremi. La campagna vendemmiale è stata infatti preceduta da una fase di incertezza legata alla variabilità climatica estiva. Tuttavia, le buone riserve idriche accumulate durante l’inverno, una primavera mite e un’estate anticipata ma altalenante hanno favorito una vendemmia anticipata in molte aree e con una distribuzione temporale che si preannuncia lunga, soprattutto nel Mezzogiorno.

Produzione di vino in Italia 2025: +8% rispetto al 2024, Sud in forte ripresa

Lamberto Frescobaldi, presidente Uiv

L’incremento produttivo atteso per questa vendemmia si distribuisce in modo non omogeneo lungo la Penisola. A spingere la crescita è sicuramente il Sud, dove il raccolto registra un balzo a due cifre (+19%) - trainata dalla performance della Puglia (+17%) - grazie alla disponibilità idrica accumulata in primavera che ha consentito ai vigneti delle regioni meridionali di reagire bene alle ondate di caldo di giugno e agosto. Aumenta la produzione, anche se con quantità più contenute, anche il Settentrione, che vede nel Nord Ovest (+8%) la Lombardia in netta ripresa, con un +15% sullo scorso anno ma ancora a -8% rispetto alla produzione media 2020-2024.

Risulta complessivamente in aumento anche la produzione dei vigneti del Nord Est (+3%), dove un’estate altalenante è stata preceduta da una primavera abbondantemente piovosa, che ha richiesto una gestione attenta delle fitopatie. In ordine, il Friuli-Venezia Giulia mette a segno l’incremento maggiore (+10%), seguito dal Trentino-Alto Adige (+9%) e Veneto (+2%), con una crescita molto limitata a fronte di un’annata 2024 in linea con la media del quinquennio. Stabile l’Emilia-Romagna, divisa tra gli incrementi della Romagna e i cali, soprattutto nel peso delle uve, in Emilia. Negativo, infine, il segno del Centro (-3%), dove le performance di Umbria (+10%), Marche (+18%) e Lazio (+5%) non riescono a compensare la perdita della Toscana (-13%), fisiologica dopo un 2024 veramente abbondante.

Le condizioni del mercato del vino italiano

l vino italiano sta affrontando una fase complessa che vede una vendemmia positiva ma con mercato saturo e dazi USA penalizzanti, seppure alla tariffa base del 15%. Nonostante un calo del 4% nei volumi di export nei primi cinque mesi del 2025 il valore si mantiene stabile a 3,2 MLD sullo stesso periodo dello scorso anno. Il mercato americano si conferma strategico e anche se nel periodo gennaio-maggio di quest’anno appare una crescita del 5,79% non bisogna pensare che questa tendenza possa durare, figlio di logiche di stoccaggio che sta vedendo un sell out sul mercato che non dà per nulla conforto.

Produzione di vino in Italia 2025: +8% rispetto al 2024, Sud in forte ripresa

La presentazione delle previsioni vendemmiali per il 2025

La situazione all’estero

Dopo due annate dominate dalle preoccupazioni metereologiche, torna a timidamente a crescere la produzione di vino anche sul versante europeo (+2,1%). A recuperare solo parzialmente le perdite dello scorso anno è la Francia, che si ristabilisce al secondo posto dopo l’Italia nella classifica dei produttori con una produzione da 37,4 milioni di ettolitri. Scende quindi di un gradino del podio la Spagna, che dovrebbe raccogliere 36,8 milioni di ettolitri. Seguono, a distanza, Germania e Portogallo, con rispettivamente 8,4 e 6,2 milioni di ettolitri.

Come arginare le criticità

Per limitare le problematiche legate a questa sovrapproduzione bisogna operare con lungimiranza e previsioni del medio-lungo termine. Come suggerisce il presidente UIV, Lamberto Frescobaldi bisogna partire osservando e studiando i consumi, per poi rivedere gli schemi produttivi, a partire dalle rese dei vigneti e dall’impianto legislativo del Testo Unico, con l’obiettivo di attivare un sistema a fisarmonica del potenziale vitivinicolo nazionale, in modo da aprirsi e comprimersi a seconda delle dinamiche di mercato. «Proprio sul trade si gioca la partita decisiva, che auspichiamo possa passare da una campagna di promozione straordinaria, a regia pubblico-privata, negli USA e nei mercati più promettenti».

Produzione di vino in Italia 2025: +8% rispetto al 2024, Sud in forte ripresa

Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi

Il presidente Assoenologi, Riccardo Cotarella, ci tiene a precisare che nonostante le criticità in atto, il mondo del vino italiano ha superato momenti ben più problematici ricordando la grande crisi del 1986 quando nelle tavole di italiane il consumo di vino era ai minimi storici. Una delle proposte messe al vaglio è quella di dialogare in maniera congiunta con le aziende, gli enologi, gli imprenditori e i ristoratori col fine di creare una cooperazione di gruppo. «Si sta perdendo il feeling tra il vino e il consumatore e nell’interessa di tutti dobbiamo confrontarci con i fatti e non con le parole per arginare queste criticità».

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