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in sicilia

A Milo il primo Atlante delle parentele della vite: un viaggio tra dna e calici

Enzo Raneri
di Enzo Raneri
08 settembre 2025 | 09:30

Nelle prime due settimane di settembre si svolge la 45ª edizione di Vini Milo, diventato un vero e proprio festival del vino dell’Etna con un programma che prevede 47 appuntamenti di qualità distribuiti in 17 giorni di assoluto interesse.

A Milo il primo Atlante delle parentele della vite: un viaggio tra dna e calici

Vini Milo: un festival del vino dell'Etna

Milo, una ferita ancora aperta sulle pendici dell'Etna

L’Etna è un vulcano assai complesso, che si sviluppa e modifica attraverso una molteplicità di eventi geologici su un perimetro di 135 km e un’area di circa 1200 kmq, fino a un’altitudine di oltre 3440 m s.l.m. Con il decreto del presidente della Regione Sicilia n.37 del 17 marzo 1987 è stato istituito il Parco Regionale dell’Etna, con 13 Zone Speciali di Conservazione e 4 Zone di Protezione Speciale; il 21 giugno 2013 il Comitato del Patrimonio Mondiale ha iscritto il sito naturale nella lista del Patrimonio Naturale MondialeMilo (Ct), che fu praticamente fondata dal duca Giovanni d'Aragona intorno al 1340, sorge sulle pendici orientali dell’Etna ed è frequentata, soprattutto in estate, per il suo clima fresco rispetto alla calura che si riscontra al livello del mare. L'abitato è circondato da boschi che rendono l'aria ancora più salubre.

Tra il 1950 e il 1951 Milo visse l'esperienza più terribile della sua storia, poiché si aprirono due bocche eruttive a quota 1800 metri e i milesi furono costretti a rifugiarsi nei centri vicini. Nell'aprile dell'anno seguente, passata la grande paura, il paese si ripopolò, ma le ferite inferte al territorio rimasero per sempre. L'economia, che era prettamente agricola e basata quasi totalmente sulla viticoltura, ebbe un forte impulso nel 1981 con l’arrivo del primo enologo che venne a operare (a quei tempi) sull’Etna: Salvo Foti, classe 1962, oggi titolare della cantina I Vigneri, che opera senza aggiunta di correttivi chimici. Sul lato nord dell’Etna iniziava invece ad operare Nunzio Puglisi, altro enologo storico, oggi titolare della cantina Enotrio, anch’essa senza aggiunta di correttivi chimici.

Vini Milo, Graspo scende in campo

Nella serata inaugurale è stata prevista la quarta annata di presenza dell’Associazione Graspo come fiore all’occhiello della manifestazione. I “grappoli” di tecnici, ricercatori (anche universitari) e appassionati hanno formato un gruppo sempre più coeso e motivato a riscoprire e mettere in sicurezza l’incredibile patrimonio ampelografico (dal greco antico ?μπελος, àmpelos, "vite" e γραφ?α, graphìa, "descrizione") italiano. Graspo non è solo l’acronimo di Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e Preservazione della Originalità viticola di ogni territorio, è, in dialetto veneto, il grappolo completo dell’uva.

A Milo il primo Atlante delle parentele della vite: un viaggio tra dna e calici

Salvo Foti, classe 1962, titolare della cantina I Vigneri

Un movente ulteriore risiede nella convinzione (confermata anche scientificamente) che nelle specie dimenticate siano contenuti molti fattori genetici utili ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico e della crisi idrica della vite. Se un vino non riesce a rendere riconoscibile la sua origine, perde gran parte della sua forza anche a livello commerciale.

Vini Milo, alla ricerca della biodiversità

Dal Veneto è iniziata una campagna di ricerca con straordinarie microvinificazioni (realizzate con poche decine di litri di mosto per ogni cultivar individuata e geneticamente classificata fra quelle perdute e ritrovate). L’attività si sta allargando a macchia d’olio e da almeno quattro anni ha riguardato i territori siciliani e l’Etna in particolare. La biodiversità della vite è una risorsa culturale (e non solo colturale) dell’Italia. Risultato di migliaia di anni di selezione e determinata da mutazioni, ricombinazione genica e pressioni selettive operate dal clima e dall’uomo, è un patrimonio che non può essere ricreato in laboratorio: una volta distrutto, sarà perso per sempre. L’attuale crisi della biodiversità nelle specie vegetali è stata definita la sesta estinzione e rappresenta un aspetto della tendenza globale alla semplificazione.

Vini Milo 2025, i patriarchi dei vitigni italiani

La serata inaugurale di Vini Milo 2025 ha affrontato il tema dei “Patriarchi dei vitigni italiani”, con la presentazione del nuovo libro di Graspo Atlante delle parentele della vite e l’intervento di Claudio D’Amico, dell’Università di Pisa, che ha riassunto la descrizione della “mappa dei vitigni” e della loro forte interrelazione genetica. Il sindaco di Milo ha ricordato come Vini Milo sia passato dai vini “vulcanici” ai vini “reliquia”, viatico di salvaguardia per il futuro viticolo etneo e non solo. Aldo Lorenzoni, presidente e anima di Graspo, già Direttore del Consorzio di Soave e di quello della Lessinia, ha sottolineato come la presenza di celebri personalità del vino abbia nobilitato la manifestazione, che ha ormai assunto la forma di un festival. Lorenzoni ha annunciato inoltre il premio ricevuto da Graspo dall’OIV di Digione per il volume 100 Custodi per 100 Vitigni.

A Milo il primo Atlante delle parentele della vite: un viaggio tra dna e calici

Aldo Lorenzoni con il volume 100 Custodi per 100 Vitigni

Gli studi sul germoplasma della vite italiana, con circa 600 vitigni genotipizzati, hanno messo in evidenza l’origine comune da poche varietà “fondatrici”: i cosiddetti Patriarchi. Tra questi: Strinto Porcino e Sangiovese, Visparola e Vulpea, Mantonico bianco, Aglianico, Termarina alias Sciaccarello, Bombino bianco, Garganega, Orsolina, Uva Tosca, Liseiret/Gouais Blanc. Le informazioni sulla parentela e la ricostruzione genealogica possono valorizzare i vitigni autoctoni e migliorare la gestione del germoplasma.

Degustazioni dei Patriarchi

Per la prima volta Graspo ha proposto un format innovativo: una sorta di verticale generazionale, con degustazioni di vitigni fondativi confrontati con alcuni loro discendenti.

La Garganega

Vitigno fondativo da cui derivano Malvasia di Candia, Marzemina Bianca, Montonico, Albana e Trebbiano Toscano. In degustazione: Dorona, Catarratto, Rossa Burgan.

Il Liseiret (o Gouais Blanc)

Vitigno tra i più antichi e prolifici, padre di oltre 120 varietà, tra cui Riesling, Furmint, Ribolla Gialla, Schiava, Pinot e Traminer. In degustazione: Pinella, Piccola Nera, Chardonnay.

La Vulpea

Vitigno oggi dimenticato ma fondamentale, genitore della Glera. In degustazione: Cjanorie, Molinara, Brepona.

Il Sangiovese

Vitigno cardine per molte denominazioni italiane. In degustazione: Frappato, Ciliegiolo, oltre al Carricante, vitigno strategico dell’Etna Bianco Superiore.

Due ore intense guidate da Danilo Trapanotto, Enzo Vasta (Onav) e Luigino Bertolazzi (Graspo).

Vini Milo, un laboratorio di idee e innovazione

Il format “I Patriarchi della vite, di padre in figlio” ha conquistato pubblico e critica e si prepara a girare tutta Italia, confermando come Vini Milo si riveli ogni anno un vero laboratorio di idee e innovazione.

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