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Cantina Brandolini, da 150 anni rossi e bollicine in Oltrepò Pavese

Stefano Calvi
di Stefano Calvi
15 agosto 2020 | 06:50

Alessio Brandolini fa parte di quella squadra di giovani enologi che in Oltrepò Pavese stanno cercando di dare nuova linfa al mondo vitivinicolo portando quella freschezza da tanto tempo, su queste colline, si attendeva. Un giovane intraprendente che ha portato avanti la lunga tradizione famigliare che non si è abbattuto dopo la morte del padre Costante, punto di riferimento in campagna. Con la pesante responsabilità sulle spalle del futuro aziendale, ha saputo dare al suo vino una visone completamente diversa. Più moderna.

Alcune etichette della cantina - Cantina Brandolini, da 150 annirossi e bollicine in Oltrepò Pavese

Alcune etichette della cantina

L’azienda si staglia sulle colline di San Damiano al Colle, ridente paese dell'Oltrepò Pavese che si allunga a ferro di cavallo sul crinale di una morbida collina, al confine con la provincia di Piacenza. Alessio è un vignaiolo tenace, legato da un amore folle per le sue vigne perché rappresentano, come lui stesso tante volte ricorda, la storia della sua famiglia, fatta di fatica e di sudore, di annate spettacolari e di stagioni difficili. Ha assunto la guida dall’azienda nel 2009, giovanissimo. La conduce con attenzione e sensibilità producendo vini curati nel dettaglio, precisi nei sentori, che rappresentano la territorialità. A partire dagli spumanti che ogni anno migliorano e troviamo in ulteriore crescita qualitativa e dai classici rossi oltrepadani come un finissimo Pinot Nero e robusto blend rosso.



«L’azienda – ci spiega Alessio accogliendoci in cantina - nasce nel 1873 con il mio bisnonno Carlo, l’attività è stata poi portata avanti sia da mio nonno Aristide, prima, che da mio padre Costante, successivamente, che ha condotto l’azienda fino ad alcuni anni fa, quando, neolaureato, ho assunto la conduzione della cantina, pieno di idee ed entusiasmo».

Elena ed Alessio Brandolini - Cantina Brandolini, da 150 annirossi e bollicine in Oltrepò Pavese
Elena ed Alessio Brandolini

Entusiasmo che si percepisce nel 37enne enologo, racconta la sua cantina con enfasi a testimonianza del suo attaccamento alla terra che lavora 365 giorni all’anno. «L’essere cresciuto tra i vigneti, in una famiglia di viticoltori - ci spiega Alessio - mi ha spinto a cercare di migliorare il lavoro di chi mi ha preceduto, partendo dalla mia formazione». Non a caso nel 2008, ha ottenuto la Laurea Magistrale in Scienze viticole ed enologiche, presso l’Inter ateneo di Torino, Milano e Palermo, con una tesi dal titolo “Modelli di preferenza e scelta del consumatore per i vini dell’Oltrepò Pavese”. Seduti in foresteria, un’accogliente struttura attorniata dai riconoscimenti che l’azienda ha ottenuto in questi ultimi 10 anni, Alessio entra nel dettaglio della sua realtà vitivinicola.

«La politica aziendale si fonda sulla qualità, in tutte le fasi della lavorazione. I nostri vigneti sono situati nei comuni di San Damiano al Colle per la maggior parte, mentre in minor quantità nei comuni di Rovescala e Montù Beccaria, per un totale di 9 ettari. Ovviamente coltivo le uve per eccellenza del nostro territorio, le varietà sono Barbera, Croatina, Uva Rara, Pinot Nero da vinificazione in rosso, Malvasia, Riesling, Chardonnay, Pinot Nero da vinificazione in bianco. L’Oltrepò Pavese è questo. Un territorio magico che tante volte viene bistrattato ma che offre una varietà di prodotti di massima eccellenza qualitativa».

La sala delle degustazioni - Cantina Brandolini, da 150 annirossi e bollicine in Oltrepò Pavese
La sala delle degustazioni

Qui si innesta un discorso di rilancio del territorio che ad Alessio Brandolini sta particolarmente a cuore. «Proprio così – ci dice senza giri di parole – Il territorio ha bisogno di strategie diverse, che puntino alla qualità dei prodotti e non alla quantità. Sono convinto che la strategia da adottare sia questa. Poi va aggiunto il discorso dell’ospitalità, non tutte le cantine dispongono di spazi adeguati per fare accoglienza. Oggi l’enoturismo rappresenta uno dei motori trainanti del turismo italiano, in particolare in questo delicato periodo di emergenza sanitaria. L’Oltrepò ha bisogno di aprirsi maggiormente all’accoglienza di turisti in cantina, proponendo degustazioni mirate ma anche tour alla scoperta di un territorio che non ha nulla da invidiare, lo dicono tutti quelli che mi vengono a trovare, alle più blasonate regioni italiane del vino. Grazie all’accoglienza, in questi mesi di riapertura, sono riuscito a sopperire in parte alle perdite della mancata vendita all’horeca. Rispetto all’anno precedente ho accolto un 60% in più di appassionati e winelovers che ho poi dirottato ad altri colleghi per ulteriori visite e, successivamente, a spasso per il territorio. Mi permetto di suggerire alle istituzioni di creare un catalizzatore che possa promuovere il territorio perché tante volte, al termine delle visite, il turista si trova spaesato e siamo noi produttori ad indicare luoghi ed eccellenze da visitare e degustare».

Da una parte l’accoglienza, fatta in cantina grazie all’aiuto prezioso della compagna Elena, dall’altra l’attenzione maniacale per realizzare un prodotto di qualità. «Partiamo dalla vigna – spiega Brandolini – dove non vengono utilizzati concimi di sintesi. Applico un’alta densità d’impianto, l’alto numero di ceppi per ettaro mi consente di aumentare la competizione tra i ceppi e ridurre la quantità di uva per pianta, con la conseguente maggiore concentrazione di polifenoli e zuccheri. Poi attuo il classico diradamento: elimino una parte del raccolto in modo da diminuire la produzione per ceppo. Infine, pratico l’inerbimento permanente che serve ad aumentare la competizione tra il manto erboso e i ceppi di vite in modo da ridurre la produzione e prevenire il pericolo di erosione del terreno».

La cantina produce vini rossi e bianchi frizzanti - Cantina Brandolini, da 150 annirossi e bollicine in Oltrepò Pavese
La cantina produce vini rossi e bianchi frizzanti

E in cantina? «Senza dubbio è il mio regno – spiega Alessio – Qui mi diverto nel cercare la qualità più assoluta perché il rilancio del territorio deve partire da questa parola. Noi giovani vignaioli, in Oltrepò fortunatamente è nata una “squadra” intraprendente di nuove leve, dobbiamo concentrarci per ottenere risultati sempre più soddisfacenti sotto il profilo qualitativo. Privilegio operazioni che esaltano appieno le potenzialità qualitative dei vini. Ad esempio la criomacerazione con l’abbassamento della temperatura in modo da aumentare l’estrazione di sostanze aromatiche (36-48 ore); la fermentazione a bassa temperatura (12°-14° nei bianchi, 16°-20° nei rossi), in modo da preservare le sostanze aromatiche. Effettuo poi lunghe macerazioni, il contatto tra bucce e mosto vanno dai 20 giorni dei vini frizzanti ai 40 giorni delle riserve. Infine, l’affinamento in botte e in bottiglia».

Pratiche che ha avuto la possibilità di testare grazie alla sua esperienza famigliare. Alessio, come detto, è la quinta generazione dalla fondazione. Un giovane enologo, associato alla Fivi, dall’impressionante esperienza passata (accumulata anche in diversi stage e viaggi studi in alcune delle più prestigiose cantine italiane e francesi) che oggi sta regalando raffinatezza ai suoi vini. Seduti al tavolo, ad attenderci un ottimo salame della tradizione oltrepadana, quello a grana grossa, che degusteremo a fine assaggio, Alessio ci propone i suoi top di gamma.

«L’Oltrepò Pavese – ci tiene a ricordare - è una terra generosa, che consente di produrre bene tante diverse varietà di vino. Noi puntiamo su 11 etichette: tre spumanti, due metodo classico ed uno Martinotti; tre tipologie di vini bianchi, due di vini rossi giovani e tre invecchiati. Ci tengo a sottolineare che le nostre etichette sono state realizzate da Beppe Pascutti, artista di fama, originario della Lomellina, purtroppo scomparso da poco, che ha voluto coniugare l’aspetto primitivo che ha caratterizzato le forme di scrittura della prima grande civiltà esistita, quella assiro-babilonese, e lo stile tipico delle avanguardie dei primi del Novecento. Lo studio dei caratteri pre-cuneiformi viene utilizzato nella rappresentazione visionaria e inconscia dell’Oltrepò Pavese da parte dell’artista».

Anche in questa scelta grafica si vede l’innovazione portata dal giovane enologo alla sua azienda. Veniamo alla degustazione partendo da un prodotto originale, che caratterizza la cantina. Il bianco Bardughino, nome dialettale della marna bianca in cui nascono piante di Malvasia di Candia che Alessio vinifica secca e ferma, al contrario dei “vicini di casa” piacentini che la amano frizzantina. Nel bicchiere si presenta giallo paglierino, al naso prevalgono alla lunga piacevoli note di erbe balsamiche che sovrastano gli iniziali sentori di pera ed albicocca. In bocca rispecchia fedelmente il naso, una buona persistenza ed equilibrio. Ideale per piatti di pesce di lago e formaggi non stagionati. Alessio ci versa i suoi due cavalli di razza: i Metodo Classico Luogo d’Agosto e Note d’Agosto.

Il vino riposa in tonneaux di rovere francese - Cantina Brandolini, da 150 annirossi e bollicine in Oltrepò Pavese
Il vino riposa in tonneaux di rovere francese

«Il primo – ci spiega - viene prodotto da un vigneto di Pinot Nero a Montù Beccaria che si trova su colline esposte al sole ad un’altezza compresa tra 250 e 300 s.l.m. Le bottiglie accatastate restano almeno 36 mesi a contatto con i lieviti prima del “remouage”, con lo scopo di arrivare in futuro a 70 mesi». Il perlage è fine e fitto ed una piacevole unghia ramata spicca dal giallo oro che contraddistingue il colore dello spumante. Al naso prevale un bouquet fine con sentori di frutti bianchi come la pesca a cui si aggiungono note di pasticceria. All’assaggio risulta equilibrato, con un’ottima acidità che porta all’assaggio successivo. Sapidità e persistenza finale fanno il resto rendendolo adatto a tutto pasto.

Note d’Agosto è la versione Metodo Classico rosé, extra Brut. In questo caso le bottiglie accatastate restano almeno 48 mesi a contatto con i lieviti. Colore rosa delicato, brillante nel calice, dal perlage fine. Naso intenso nel quale le note di lampone e ciliegia, si uniscono alle suggestioni di crosta di pane. Bocca elegante, fresca e cremosa grazie ad una delicata effervescenza. Veniamo alla vinificazione in rosso. Alessio Brandolini ci propone “Al Negrès”, un Pinot Nero rosso. «Il vino – ci spiega mentre lo serve - viene affinato in tonneaux di rovere francese per 12 mesi in modo da stabilizzarsi naturalmente senza l’utilizzo di chiarificanti e riposa in bottiglia per un minimo di 10 mesi».

Le vigne di Cantina Brandolini - Cantina Brandolini, da 150 annirossi e bollicine in Oltrepò Pavese
Le vigne di Cantina Brandolini

Ci colpisce l’intensità, al naso e alla bocca. Di colore rosso granato, questo Pinot Nero esprime al meglio le potenzialità del vitigno: eleganza ed equilibrio con sentori di marasca e ribes in evidenza. Al palato è caldo e persistenze, in grado di accompagnare piatti già complessi di cacciagione ed arrosti. La degustazione si chiude con “Il Beneficio”, un blend prodotto da un vigneto di uve Croatina e Barbera nel comune di San Damiano al Colle. «Il vino – ci spiega Alessio - viene affinato in barriques di rovere francese per 15 mesi, in vasca di cemento vetrificato per un anno in modo da stabilizzarsi naturalmente senza l’utilizzo di chiarificanti e riposa in bottiglia per un minimo di 12 mesi».

Nel bicchiere si presenta di un rosso rubino. Al naso è intenso, sul finale spuntano note di spezie come pepe nero e cannella, se lasciato riposare ancora per qualche minuto emergono aromi di cioccolato amaro. Di primo acchito sono piacevoli anche i sentori di mora e marasca. Al palato dà il meglio di sé: grande struttura, persistenza assicurata. Stupisce l’equilibrio tra le parti. Ideale da degustare con formaggi stagionati oppure con brasati succulenti.

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