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Dall’uva francese Aligoté vini di grande freschezza

Piera Genta
di Piera Genta
03 settembre 2020 | 13:52

Varietà a bacca bianca allevata in Borgogna sin dal XVII secolo, vissuta all’ombra dello Chardonnay, l’uva Aligoté spesso viene inserita in blend per aggiungere acidità e struttura ad altre varietà, che però di fatto confinano questo vitigno nell’anonimato. È un incrocio naturale di Pinot e Gouais Blanc proprio come i suoi fratelli Chardonnay, Gamay Noir, Melon e altri minori del nord-est della Francia.

Dall’uva francese Aligoté vini di grande freschezza

Foto: blog.xtrawine.com

Non è un vitigno facile da coltivare: in Francia ha due denominazioni: Bourgogne Aligoté e Aligoté Bouzeron, villaggio della Côte Chalonnaise. Nella denominazione di Bouzeron, produce una cuvée risultante dall’assemblage di Aligoté dei vari terroir anche Aubert de Villaine, uno dei proprietari del Domaine de la Romanée-Conti. A volte viene incluso nel blend per ottenere il Crémat de Bourgogne.



La caratteristica principale è la fresca acidità. Con i suoi aromi, troppo delicati e fruttati, con sentori finali di frutta secca, non sopporta le barrique in rovere. In questi ultimi anni, i vini Aligoté in purezza stanno tuttavia recuperando terreno e porzioni di mercato grazie al loro rapporto qualità/prezzo. Tollerante al freddo, viene coltivato in Moldova e Romania, ma anche in Bulgaria, Ucraina, Georgia e Kazakistan, dove è utilizzato prevalentemente per la produzione di spumanti. In misura nettamente minore si trova anche in California, Washington, Canada e Australia.

Il cocktail Kir - noto anche come “vin blanc cassis” in francese, nome dato negli anni Cinquanta in onore del sindaco di Digione, il canonico Kir, che usava offrire questo aperitivo ai suoi ospiti durante i ricevimenti - viene preparato con l’aggiunta di cassis all’Aligotè. Scorrevole e dissetante, decisamente un vino estivo.

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