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Il vino pagato più caro nel 2020? Sono sei bottiglie di Romanée-Conti 1985 in asta

08 dicembre 2020 | 15:26

Sei bottiglie di grande formato in mathusalems (6L) 1985 del Domaine de la Romanée-Conti della collezione dell'Enoteca Pinchiorri (lotto 14) rappresentano vavendita più cara di vino del 2020: 900mila franchi svizzeri. La vendita è stata fatta da  Baghera/wines  nell'ambito dell'asta di vini "Kingdoms" by Baghera/wines, organizzata il 6 dicembre a Ginevra.

Il vino pagato più caro nel 2020? 6 bottiglie di Romanée-Conti in asta

L'asta di vini "Kingdoms" ha totalizzato 3.556.500 Chf con il 100% dei lotti venduti per una stima tra 1,8 e 3,6 milioni Chf. Tutti i primi quattordici lotti in asta, appartenenti alla collezione dell'Enoteca Pinchiorri, hanno totalizzato 1,8 milioni di franchi. Èsegnalato che il lotto 13, un set di 6 bottiglie jéroboam di grande formato (3L) del Domaine de la Romanée-Conti, ha trovato un acquirente per 408.000 Chf. Il risultato dell'asta dei vini porta il totale annuale di Baghera/wines per l'anno 2020 a oltre 10 milioni di franchi.

Parte dei benefici provenienti dalla vendita dei lotti da 1 a 14 di Kingdoms by Baghera/wines (collezione Pinchiorri) saranno devoluti dai titolari dell'Enoteca Pinchiorri a due associazioni, una italiana e l'altra a Les Climats du vignoble de Bourgogne. «Nelle particolarissime condizioni di quest'anno 2020 "Kingdoms"- afferma Michael Ganne, direttore esecutivo di Baghera /wines- ci ha regalato molte soddisfazioni, dove gli acquirenti hanno partecipato entusiasticamente».

«Ventiquattro grandi bottiglie tra le più preziose e ricercate al mondo sono volate- commenta Giorgio Pinchiorri- questa domenica verso una nuova destinazione, un nuovo "custode" che spero avrà, come ho potuto avere io, la cura e l'amore di preservare questo patrimonio enologico unico al mondo». Va ricordato che questa è una delle tante aste internazionali a cui l'Enoteca Pinchiorri ha messo in vendita alcuni dei suoi vini, vista l'impossibilità di avere una commercializzazione essendo chiusa per la pandemia. Il ristorante fiorentino, tre stelle Michelin, vanta infatti una fama internazionale non solo per la cucina ma anche per la cantina (oltre 60mila bottiglie) creata in oltre 50 anni di collezionismo dal patron Giorgio Pinchiorri, classe 1943.

«Me ne sono innamorato negli anni Sessanta. Ho scoperto la figura del sommelier e non ho desiderato fare altro nella vita», aveva commentato nei mesi scorsi Giorgio Pinchiorri. Ecco allora che nel 1972 Pinchiorri rileva l’"Enoteca Nazionale", una rivendita di bottiglie abbinate a taglieri di formaggi e salumi toscani. Nel 1979 il locale diventa un vero e proprio ristorante, con in cucina la socia francese Annie Féolde. Agli inizi degli anni Ottanta il cambio di passo: da semplice trattoria il menu si affina e la cantina si amplia. Nel 1982 arriva la prima stella, nel 1983 la seconda, nel 1984 il premio di Wine Spectator per la selezione dei vini (l’«Enoteca Pinchiorri» è il primo ristorante italiano a ottenerlo), nel 1992 la terza stella Michelin, persa però l’anno dopo. Dal 2004 il locale vede confermate, ogni anno, le tre stelle con in cucina lo chef e socio Euro-Toques Riccardo Monco e i coniugi Pinchiorri nel ruolo di patron.

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