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Il “nero” tipico della Corvina veronese Discendente dell’antico vino Retico

Piera Genta
di Piera Genta
22 dicembre 2018 | 12:16

Corvina veronese è un vitigno a bacca nera coltivato in particolar modo in Valpolicella e sulla sponda orientale del lago di Garda, il cui nome deriva probabilmente dagli acini, quasi neri, simili al colore del corvo.

I primi documenti relativi a quest’uva risalgono agli inizi dell’Ottocento ma è probabile che sia stata coltivata in queste zone sin dall’antichità. Probabilmente discende dalle uve denominate corbe, diffuse in buona parte delle regioni del Nord Italia. La quasi perfetta coincidenza della Valpolicella con il Pagus degli Arusnati, popolo di probabile origine retica, e il fatto che questa zona fosse in età romana l'area di maggiore concentrazione della coltivazione della vite, confermano l'ipotesi che da questo territorio provenisse l'antico vino Retico.

(Il nero tipico della Corvina veronese Discendente dell’antico vino Retico)

Plinio il Vecchio ricorda come questo vino prodotto nella campagna veronese venisse servito alla corte dell’imperatore Tiberio, mentre Cassiodoro qualche secolo più tardi decanta le doti dell’acinaticum, l’antenato del recioto prodotto nel territorio veronese.

Solo nella seconda metà del Novecento il Corvina trova finalmente il posto che merita a livello internazionale. Per ragioni economiche raramente viene vinificato in purezza in blend con Rondinella e Corvinone concorre alla produzione di tre vini Docg: Amarone, Recioto e Bardolino superiore ed altri quattro Doc classici dell’area gardesana Valpolicella, Valpolicella ripasso, Bardolino, iGarda e contribuisce alla produzione di 14 vini ad Igt tutti concentrati tra Veneto occidentale e Lombardia.

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