Trentodoc Festival, lo show delle bollicine, che si è chiuso domenica 9 ottobre, ha portato 4mila persone nelle cantine e ai talk in città. «Un evento diffuso, partecipato, davvero autentico come lo sono le bollicine di montagna trentine», Così l’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli a proposito di un debutto che ha certamente convinto per il Trentodoc Festival. «È stata una prima edizione riuscita, per una manifestazione che ha reso protagoniste le case spumantistiche di tutto il Trentino. Tantissimi appassionati e non solo sono venuti a scoprire i luoghi in cui nasce questa eccellenza inimitabile. Quattromila persone, per dare un’idea, che hanno fatto tappa agli eventi nelle cantine e negli eventi in città. È stata una tre giorni che ha unito le dimensioni dell’accoglienza, della bellezza e dell’eleganza a quella magia che il Trentino sa regalare in tutto il suo territorio. Con la sua orografia particolare che in ogni distretto dà vita ad un prodotto unico e irripetibile».
Giulia Zanotelli. Foto: Archivio Ufficio stampa PAT
Innovazione e scommesse future
Il Festival, prosegue l’assessore, «è stata anche l’occasione per dialogare con gli imprenditori e fare il punto sulle tante questioni aperte, oltre che per ribadire l’importanza di innovare e scommettere su prodotti capaci di rendere l’esperienza in Trentino ancora più distintiva e autentica guardando al mercato internazionale».
Appuntamento al 2023
Appuntamento dunque al prossimo autunno, per la seconda edizione di un evento nato da un’idea dell’Assessorato all’agricoltura della Provincia autonoma di Trento assieme all’Istituto Trento Doc e organizzato dallo stesso istituto e da Trentino Marketing, in collaborazione con il Corriere della Sera. «Il team si metterà subito al lavoro per una prossima edizione ricca e vincente, volta alla valorizzazione del prodotto di eccellenza Trentodoc, ambasciatore delle migliori produzioni del nostro Trentino» conclude Zanotelli.
Il Trentodoc tra i protagonisti dell’enoturismo
Soddisfazione condivisa da Luciano Ferraro, direttore scientifico del Festival e vicedirettore del quotidiano di via Solferino. «Per tre giorni – afferma Ferraro – Trento è diventata la capitale del mondo del vino italiano. Il Trentodoc Festival, organizzato con il supporto del Corriere della Sera, è stato un successo oltre ogni aspettativa. Per la qualità degli incontri e delle degustazioni, per il numero dei partecipanti e per le scoperte sull’evoluzione delle bollicine di montagna. Il Metodo classico trentino ha mostrato una longevità sorprendente, non solo nelle Riserve. Sono arrivati in città appassionati da tutta Italia. Ben 37 eventi del Festival e altrettanti nelle cantine hanno reso evidente che la corsa del Trentodoc ha nell’enoturismo uno dei punti di forza. E nella qualità del vino il suo costante obiettivo”.
Anche l’amministratore delegato di Trentino Marketing Maurizio Rossini traccia un primissimo bilancio: «Una prima edizione positiva. Grandi ospiti, un pubblico bello, attento, curioso. Incontri impeccabili per qualità, profondità ed anche varietà. Una ‘macchina organizzativa’ importante, che ha saputo farsi carico delle diverse esigenze con grande professionalità ed entusiasmo. Credo abbiamo creato, tutti insieme, le condizioni per dare il via ad un lungo viaggio».
Successo per il primo Trentodoc Festival
La buona collaborazione dà i suoi frutti
Così Enrico Zanoni, presidente dell’istituto Trento Doc: «Siamo più che soddisfatti dei risultati di questa prima edizione del Festival Trentodoc. Ci supportano in questo l’importante affluenza a tutti gli eventi e i positivi commenti raccolti dai partecipanti e l’importante presenza di turisti venuti in città appositamente per l’evento. Come Istituto Trento Doc ci ha fatto particolarmente piacere la partecipazione alle varie degustazioni e agli eventi organizzati dalle cantine nostre associate, a dimostrazione del grande interesse verso i nostri prodotti e le diverse realtà produttive. Da sottolineare, inoltre, che questa prima edizione ha dimostrato come la collaborazione tra diversi enti impegnati, a diverso titolo, nella promozione territoriale, non possa che dare buoni frutti».