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Batterio killer, individuata la fonte Colpa del fagiolo "mung"

Lo ha annunciato Reinhard Burger, direttore dell'istituto Robert Koch, il laboratorio federale tedesco per le malattie infettive. I responsabili dell'epidemia sarebbero i germogli di fagiolo mung, comunemente chiamati germogli di soia. Scagionati dunque i cetrioli, i pomodori e la lattuga

10 giugno 2011 | 12:14
Batterio killer, individuata la fonte Colpa del fagiolo
Batterio killer, individuata la fonte Colpa del fagiolo

Batterio killer, individuata la fonte Colpa del fagiolo "mung"

Lo ha annunciato Reinhard Burger, direttore dell'istituto Robert Koch, il laboratorio federale tedesco per le malattie infettive. I responsabili dell'epidemia sarebbero i germogli di fagiolo mung, comunemente chiamati germogli di soia. Scagionati dunque i cetrioli, i pomodori e la lattuga

10 giugno 2011 | 12:14
 

La fonte dell'epidemia di E.coli è molto probabilmente nei germogli di fagiolo "mung" (che in Italia chiamiamo comunemente "germogli di soia", pur non essendo generati dal legume in sé) e nei germogli di alfa-alfa (l'erba medica). Lo ha detto il direttore dell'Istituto Robert Koch, Reinhardt Burger. I consumatori che «hanno mangiato germogli hanno una probabilità nove volte più alta di soffrire di diarrea emorragica rispetto a coloro che non li hanno mangiati», ha spiegato Burger, sottolineando che l'epidemia «non è finita».

L'azienda della Bassa Sassonia (nord-ovest) produttrice di germogli e sospettata di essere al centro dell'epidemia di E.coli è da oggi ufficialmente chiusa e tutti i suoi prodotti verranno ritirati dal commercio. Lo hanno annunciato le autorità sanitarie tedesche.



La Germania ha dichiarato il cessato allarme sul consumo di cetrioli, insalate e pomodori crudi. Lo ha annunciato Andreas Hensel, il direttore dell'Istituto nazionale per la valutazione del rischio (Bfr), il laboratorio di riferimento per il batterio E.coli nel cibo. Hensel ha comunque sottolineato che l'allarme sui germogli rimane. Ed è stata trovata una variante del batterio sulle barbabietole.

Intanto, Continua l'attività di controllo da parte dei carabinieri dei Nas nell'ambito delle indagini sul batterio killer. Lo ha confermato il vice comandante dei Nas, Concezio Amoroso, spiegando che, come riferito anche dal ministro della Salute Ferruccio Fazio e così come segnalato dall'Unione europea, si stanno conducendo dei controlli sui semi di legumi (lenticchie e fagioli), erba medica, zucche e fieno greco).

I casi di contagio stanno diminuendo ma l'emergenza non può ancora dirsi finita. E la Germania, aiutata dall'Europa, deve continuare a indagare per tentare di scoprire la cause dell'epidemia da escherichia coli, che resta circoscritta in un'area ben definita dei Lander del Nord, Amburgo, parte della Sassonia e della Westfalia, e che ha fatto ad oggi, secondo le autorità sanitarie tedesche, 2.808 contagiati, 722 casi di sindrome emolitica uremica (Seu) e 30 vittime (29 in Germania e 1 in Svezia).

è questo il bilancio tracciato prima dal commissario europeo alla Salute, John Dalli, in visita in Italia, e poi dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che ha illustrato in Senato la situazione dell'epidemia del cosiddetto batterio killer. Dopo i cetrioli e i germogli di soia, le indagini, ha riferito il ministro, dal 5 giugno si sono concentrate su «germogli di erba medica, lenticchie, fagioli e fieno greco» anche se bisognerà attendere le analisi di laboratorio in corso per vedere se l'ipotesi sarà confermata. Indagini che comunque «vanno continuate», ha ribadito Dalli, ringraziando l'Italia per il contributo dell'Istituto Superiore di Sanità, che ha elaborato il metodo di identificazione per il batterio killer tedesco in 48 ore invece che sei giorni. Fino ad ora, ha sottolineato il commissario «si è fatto tutto quello che si doveva». Anche se c'è stato qualche problema di comunicazione, che va evitato cercando «un coordinamento molto stretto, anche all'interno degli Stati». Se contagi si sono registrati in «13 Paesi europei», riconducibili a precedenti viaggi nell'area focolaio dell'epidemia, per l'Italia, ha chiarito Fazio anche davanti al Consiglio dei ministri, non c'è «nessun allarme».

E in ogni caso, se anche ci dovessero essere casi di infezione di cittadini provenienti dalla Germania, «questo non sarebbe un problema». Perché «tutte le strutture sanitarie sono allertate», compreso il laboratorio dell'Iss. A maggior ragione, quindi, vanno evitati «allarmi infondati che possono non solo generare inutile preoccupazione nei cittadini ma anche conseguenze per i nostri prodotti agricoli e alimentari». Rassicurazioni sono venute dal ministro dell'agricoltura Saverio Romano che ha riferito al Consiglio dei ministri: «la frutta e gli ortaggi italiani sono tutelati da un sistema di controlli che li rendono sicuri».

Secondo la Cia le preoccupazioni dei consumatori pesano sui conti italiani per più di «150 milioni di euro» e che sono costati fino ad ora al sistema agroalimentare europeo 600 milioni di euro. Insomma, ha ribadito Fazio, bisogna cercare di rassicurare i cittadini e «raccomandare il consumo di frutta e verdura fresca». Anche perché dal punto di vista dei controlli, che i Nas hanno intensificato in queste settimane, «l'Italia si conferma uno dei Paesi più sicuri al mondo». Resta comunque da sciogliere il nodo della modalità di diffusione del batterio, che va «indagato di più e meglio». Per farlo, Fazio ha proposto all'ultimo consiglio dei ministri della Salute in Lussemburgo «quattro interventi specifici», dalla verifica che il batterio non sia frutto di una «modifica o manipolazione avvenuta in laboratorio», a un «sistema di identificazione delle sementi», fino al «controllo sanitario diretto dei prodotti biologici».


Fonte: Ansa


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15/06/2011 09:46:00
1) Difendiamo i germogli delle aziende italiane
In riferimento alle notizie dei telegiornali e della stampa sulla tossinfezione alimentare tedesca che sembra ormai assodato, secondo le fonti governative tedesche, sia stata veicolata dai germogli prodotti da uno stabilimento nel nord della Germania, ritengo sia opportuno un intervento, se lo vorrà fare, in difesa dei germogli prodotti dalle aziende italiane. Noi 'germogliatori” siamo un numero veramente esiguo, con un fatturato decisamente basso se paragonato a quello degli altri prodotti agroalimentari, e pertanto non abbiamo sufficientemente forza per poter divulgare alcune informazioni che ritengo sia indispensabile che il consumatore conosca e per rilanciare il consumo dei germogli freschi prodotti in Italia. NON POSSIAMO PERMETTERCI UNA CAMPAGNA TELEVISIVA come fecero a suo tempo i produttori di pollame. Se non ricordo male all'epoca ci furono anche spot ministeriali e molti parlamentari e giornalisti si posero a difesa del nostro pollo. Famosa è rimasta l'immagine di Sposini che mangia il pollo durante una diretta del TG5. Per quanto riguarda la mia azienda, e questo è anche un invito ufficiale ad una Sua gradita visita, abbiamo ricevuto varie visite ispettive sia da aziende nostre clienti, che da organismi ufficiali di controllo per l'osservanza dei dettami del disciplinare biologico, compreso quello della Forestale per la verifica che i controlli da parte del nostro organismo di controllo (IMC) fossero fatti come da regolamento, che dai normali organismi di controllo sulle produzioni alimentari, AUSL e NAS. Tutte queste verifiche hanno SEMPRE accertato che il nostro stabilimento e i nostri prodotti sono assolutamente in regola con la normativa vigente, anzi abbiamo ricevuto i complimenti da parte dei controllori per la precisione delle nostra tracciabilità e la quantità notevole di analisi effettuate sui nostri germogli in regime di HACCP da parte di un laboratorio accreditato. Tutte le analisi effettuate da questi organismi di controllo su campioni prelevati in varie parti d'Italia dai nostri clienti, per la ricerca di germi patogeni o prodotti indesiderati, hanno sempre dato esito negativo. Nonostante tutto questo, ora i nostri prodotti, sui quali abbiamo investito denaro nostro, non pubblico e sui quali abbiamo speso tanto tempo ed ulteriori denari per farli conoscere al consumatore italiano il quale fino a qualche anno fa conosceva solo il germoglio di soya (che in realtà è fagiolo mung verde – vigna radiata e non soya – glycine max) mentre noi siamo in grado di produrre oltre 60 varietà diverse di germogli, vediamo questi prodotti estremamente validi sotto il punto di vista nutrizionale, sul banco degli accusati, ma il dramma è senza nemmeno l'avvocato d'ufficio. I telegiornali hanno riportato il fatto che in nessuno dei prodotti prelevati dell'azienda tedesca sia risultato positivo al E.coli O104, nessun campione prelevato in tutta Europa delle varie ditte produttrici di germogli è risultato positivo al E.coli O104, lo stesso dicasi per i campioni prelevati presso di noi. NON AVENDO TROVATO NULLA SUI GERMOGLI, come possono continuare ad affermare che il problema è in questi prodotti? In questi giorni abbiamo sentito tutte una serie di affermazioni fatte dai Tedeschi, ma mai suffragate da riscontri analitici. Prima i germogli di soya, si badi bene all'ignoranza in materia di chi confonde soya con fagiolo mung, poi i semi di soya, poi germogli di legumi tra cui lenticchie, fagiolo azuchi, fieno greco e erba medica, questi ultimi non propriamente leguminose,poi bietola, ed infine, ma sarà finita? germogli di aglio, cavolo broccolo, e ancora fieno greco. Su tutti questi NON HANNO TROVATO IL BATTERIO. Però sostengono che è lì. Sembra che il Coli O104 sia stato trovato in una busta aperta di germogli di 'soya” buttati nel bidone della spazzatura da una famiglia contagiata. Mi sembra un modo per lo meno strano di prelevare campioni da cui dire poi che i germogli sono 'infetti”. Sempre dai telegiornali abbiamo appreso che sembra che un dipendente sia un portatore sano di questo batterio, poi sembra che 3 o 5 dipendenti che hanno mangiato germogli si siano ammalati. Oggi si è raggiunto l'assurdo dichiarando che sembra che i dipendenti che hanno mangiato germogli di aglio, cavolo broccolo e fieno greco si siano ammalati, mentre quelli che hanno mangiato germogli di medica e ravanelli, tra i primi ad essere nominati all'inizio assieme ai germogli di soya non si sono ammalati, smentendo quindi ciò che i Tedeschi stessi avevano dichiarato nella prima ora. E' mai possibile che non si dicano le cose se non coi sembra davanti? Ritengo sia doveroso da parte dei Tedeschi, ma anche dal nostro Ministro FAZIO fare qualche comunicazione per chiarire definitivamente il caso affermando come minimo che i germogli NON SONO LA CAUSA INTRINSECA, ma forse il veicolo col quale la malattia si è divulgata. In ogni caso, fino ad ora, mi sembra che il fatto che i germogli siano la fonte dell'epidemia, sia un'ipotesi basata solo su indizi e non su prove analitiche. Agli occhi della gente, tutto ciò che è soya o germoglio è pericoloso. Bisogna che qualcuno spieghi al grande pubblico, e Lei mi sembra la persona più qualificata in quanto conoscitore dei problemi di cui normalmente parla, che il problema non è nato dai germogli, che i germogli non sono i prodotti a rischio, che comunque il problema è limitato ad una piccola zona della Germania a circa 1000 km da noi, che acquistando un prodotto italiano si mettono al riparo da qualunque problema visti i controlli che in Italia sono molto più severi che nel Nord EUROPA e che biologico significa che oltre ai normali controlli si aggiungono anche quelli degli organismi certificatori, quindi più controlli di conseguenza maggior sicurezza. Ringrazio fin da ora per quanto proverà a cercare di fare per questo problema. Distinti saluti Pietro Farnedi IN BREVE: NEI GERMOGLI, ANCHE IN QUELLI TEDESCHI, NON E' MAI STATO TROVATO IL COLI O104.
Tutti i nostri germogli sono ESCLUSIVANTE di origine ITALIANA:
1) Sono prodotti nel pieno rispetto delle normative legislative in materia.
2) Vengono prodotti utilizzando solo seme biologico ed acqua prelevata dalla rete idrica comunale, NON viene utilizzata acqua prelevata da POZZI privati.
3) Tutti i semi utilizzati provengono da AGRICOLTURA BIOLOGICA ITALIANA ad eccezione del KAMUT che è di origine USA.
4) Tutti i germogli vengono prodotti nel nostro stabilimento sito in San Giorgio di CESENA – FC
5) Tutte le varietà di germogli prodotti vengono inviati a rotazione ad un laboratorio di analisi accreditato.
6) Tutti i controlli effettuati dagli organismi di controllo sia nel nostro sito produttivo, che presso i rivenditori dei nostri germogli hanno SEMPRE DATO ESITO NEGATIVO. Abbiamo ritenuto doveroso dare queste informazioni, allo scopo di rendere edotti i consumatori abituali di germogli di nostra produzione, ai quali diamo la nostra assoluta garanzia che possono continuare a farlo con la massima serenità.
In fede.




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