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Avviso a naviganti e Ministri I cuochi non sono la Ristorazione

Qual è il limite tra spettacolo e realtà? Quale significato ha il presenzialismo di cuochi più o meno stellati sul web e in tv? In questo momento i cuochi hanno un grande potere di comunicazione. Ma i cuochi non sono la Ristorazione... questo è il grande errore di valutazione che si sta facendo

di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico
03 luglio 2011 | 15:31
Avviso a naviganti e Ministri I cuochi non sono la Ristorazione
Avviso a naviganti e Ministri I cuochi non sono la Ristorazione

Avviso a naviganti e Ministri I cuochi non sono la Ristorazione

Qual è il limite tra spettacolo e realtà? Quale significato ha il presenzialismo di cuochi più o meno stellati sul web e in tv? In questo momento i cuochi hanno un grande potere di comunicazione. Ma i cuochi non sono la Ristorazione... questo è il grande errore di valutazione che si sta facendo

di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico
03 luglio 2011 | 15:31
 

Da qualche tempo si sta verificando una situazione che ha del grottesco, è aumentata in maniera spropositata la comunicazione mediatica in cui gli chef del nostro Paese che, soprattutto per bravura hanno conquistato la stella Michelin, sono praticamente dappertutto: nelle feste più o meno di paese, nei momenti di gala, in tutte le fiere e non solo del food, nelle aziende a sponsorizzare tale vino o tale tortellino, nei convegni delle varie associazioni di appartenenza, nelle scuole a vario titolo e dulcis in fundo, in televisione, di giorno, di mattina, di notte, spesso a cucinare, spesso a gareggiare o a fare i giurati per tale concorso o altro. Infatti su molti blog sempre più viene fatto notare 'ma questi chef quando sono in cucina?'.



La situazione è ancora più evidente nello zapping dei vari canali del digitale terrestre dove cuochi non imprenditori, ormai quasi star del piccolo schermo ondeggiano in cucine più o meno vere, in studi televisivi trasformati in cucine, dove si atteggiano o tentano di trasmettere un comportamento da cuoco, dove la cucina è ormai ridotta a show, lontano anni luce da quello che realmente avviene in un vero ristorante, cuochi vestiti da attori con tanto di orologio al polso o braccialetti vari, senza copricapo e con abbigliamenti che in una cucina vera non sarebbero possibile... Se nei nostri ristoranti i collaboratori venissero trattati o apostrofati come fa il famoso chef americano (Gordon Ramsay), le controversie sindacali sarebbero giornaliere. Senza entrare nel merito dei piatti o ricette presentati.

Tutto questo sta avvenendo in un momento di grande crisi del nostro lavoro, tradotto per i non addetti, le presenze nella ristorazione sono diminuite, molti ristoranti stanno o sono in fase di chiusura, molti grandi chef in crisi con i loro ristoranti passano sotto ali più protettive di aziende di vario genere, e fuori dai denti, con un pubblico che 'capisce' sempre meno di buona cucina o di eccellenza di cucina, una clientela anche aziendale che sempre più chiede prezzi bassi e ordina uno o due piatti, che beve sempre meno, che ci sta costringendo a rivedere completamente la nostra offerta e a scomporre i menu tradizionali.

Tutto questo nel momento in cui i cuochi hanno il massimo della comunicazione. Ma i cuochi non sono la Ristorazione... questo è a mio giudizio il grande errore che si sta facendo.

Il cuoco in fondo non è la sola variabile all'interno di un ristorante, per esempio la sala è ormai scomparsa, il vino è sempre più in affanno, grazie anche a norme della strada punitive, le scuole alberghiere sono stracolme di allievi cuochi che quando entrano in una vera cucina scappano convinti forse di essere in show televisivo, nessuno gli racconta o gli spiega la realtà del lavoro. Il cuoco sempre più un dipendente, in molti casi camuffato con la complicità della stampa, quasi fosse il titolare del Ristorante, rincorre le offerte più varie, lasciando poi a piedi l'imprenditore che spesso ha investito molto sulla sua figura.

Certo in questo ragionamento, tradisco, con passione la mia figura di cuoco-imprenditore. Fin qui forse molto gossip, ma la realtà qual è? Il ministro Brambilla comunica che vuole premiare a settembre a Milano i Cuochi migliori d'Italia: saranno i soliti noti? Saranno i soliti Stellati o forse il Ministro pensa che i 150 Ristoranti stellati siano i soli ristoranti italiani (e gli altri 10mila dove sono? e le trattorie o le osterie di qualità che fine faranno?).

Ma mi chiedo, i ristoranti premiati con punteggi alti dalle altre guide non sono meritevoli? O questo continuo ritornello del marchio dei pneumatici francesi è il solo che a diritto ad essere comunicato? Mi spiego meglio, anche se ho buon punteggio di altre guide e non ho la stella cosa faccio?

Da tempo ci raccontiamo che dobbiamo metterci assieme, ma se siamo, anzi se sono solo 150-200 cuochi saranno in grado di rappresentare tutta la Ristorazione Italiana? O forse dobbiamo costituire una nuova associazione dove l'eccellenza non è certificata solo dalla stella? E questa domanda la giro volentieri anche alla Fipe, che spesso 'lavora' solo con chef stellati, dimenticando, forse che rappresenta la quasi totalità del settore.

Ultimo pensiero sempre al Ministro, cara Brambilla cerchi di allargare il suo orizzonte, la sua visione, non cada nella tentazione in cui per esempio la moda è caduta da tempo, grandi marchi Italiani, creati da Italiani, ormai in mano straniera. Vogliamo che anche alla ristorazione italiana accada questo? Perché continuare a dare fiato solo ai premi della guida francese? Nel suo progetto del 27 settembre a Milano, chi deciderà e come?

Ci sono centinaia di piccoli e bravi ristoratori e cuochi che fanno onestamente il loro lavoro, che lavorano con umiltà lontani dalle luci, che sono il vero Made in Italy, che realmente aiutano l'economia di un territorio acquistando i relativi prodotti, allora premiamo i grandi ma con un occhio ai veri protagonisti della Ristorazione Italiana.


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20/07/2011 09:52:00
5) Categoria allo sbando...
Caro Matteo, articolo perfetto, condivido in pieno la tua analisi, ma vorrei aggiungere che molti chef stellati, anche fra i più noti nello show business televisivo, hanno le loro attività alla bancarotta e riescono ad equilibrarsi con queste comparsate. C'è inoltre da dire che la categoria è allo sbando anche per motivi propri: finti executive, finti cuochi e finti lavapiatti con richieste di stipendio da primadonna e voglia di lavorare poca. Conosco una miriade di cuochi silenziosi, bravissimi, che esaltano con la loro cucina il Made in Italy...forse sarebbe meglio che ci unissimo sotto un'unica sigla...


20/07/2011 09:37:00
4) Troppe libertà nel dare i permessi alla somministrazione di cibo
I miei più sinceri complimenti per lo splendido articolo sig. Scibilia. Se mi permettete, io avrei un aggettivo per chiamare queste Super Star del piccolo schermo, li chiamerei spadellatori... Il nostro mestiere sta perdendo molto, vuoi per colpa della crisi, di luoghi "panifici, bar, discoteche"...e altri posti dove "sfornano" cibi che non si sa da quale cucina possano venire... Non credo che sia solo una "colpa" di poca familiarità tra colleghi... ma credo che ci sia anche una colpa di troppe libertà a dare permessi... Distinti saluti.


07/07/2011 09:48:00
3) I cuochi televisivi hanno successo, i professionisti tirano a campare
Un grande articolo Matteo! Io ho 44 anni e trent'anni fa quando ho incominciato a fare questo lavoro il mestiere del cuoco era rispettato senza essere esibito come show televisivo. Imparare questo mestiere voleva significare sacrifici e non guardare le ore o il giorno di riposo. il cuoco era capace fare il garde-manger (il macellaio della brigata) era capace a fare il pasticcere, era capace a fare buffet freddi con pièce monté.... era un'artista della ristorazione e il sogno rimaneva aprire un ristorante! Adesso i cuochi televisivi degli show non conoscono la differenza tra uno scamone e una noce o tra un crème caramel e una bavarese! Il problema è che loro vanno bene e noi professionisti seri che ci siamo fatti la gavetta nelle brigate e poi ci siamo indebitati per aprirci il nostro locale adesso in questa situazione economica e culturale annaspiamo e per tirare a campare dobbiamo lavarci anche le pentole! Speriamo in tempi migliori!


07/07/2011 09:45:00
2) Cuochi troppo divisi e sempre soli
Sono proprietaria (con tanto di mutuo da pagare), cuoca all'occorenza, dirigo la sala, accolgo gli ospiti mi occupo dei vini.... e tutto quanto si sa che deve fare un ristoratore (senza contare la famiglia): dipendenti, collaboratori, amministrazione, contabile, ecc..... non vi voglio annoiare, lo sapete.... ma la scuola alberghiera non sforna validi aiuti ma solo ragazzi che copiano "i grandi Chef" che vedono alla tv: copiano loro, i loro piatti e i loro atteggiamenti!!!! e così ti ritrovi sempre sola a fare le solite cose.... SIAMO PROPRIO TROPPO DIVISI E SEMPRE SOLI!!!!


04/07/2011 12:44:00
1) La categoria non è unita!
Matteo hai perfettamente ragione, il problema è che la categoria non è unita!




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