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Tutto pronto per Cibus 2012 Il meglio del food a Parma

Presentata ufficialmente a Milano l'edizione 2012 di Cibus (a Parma, 7-10 maggio). Tra i temi la domanda di food made in Italy e l'export in continua crescita. Cibus è una fiera delle aziende e per le aziende. I visitatori troveranno 120mila mq tutti nuovi, 2.300 aziende espositrici e tante novità

 
20 aprile 2012 | 18:26

Tutto pronto per Cibus 2012 Il meglio del food a Parma

Presentata ufficialmente a Milano l'edizione 2012 di Cibus (a Parma, 7-10 maggio). Tra i temi la domanda di food made in Italy e l'export in continua crescita. Cibus è una fiera delle aziende e per le aziende. I visitatori troveranno 120mila mq tutti nuovi, 2.300 aziende espositrici e tante novità

20 aprile 2012 | 18:26
 

In Italia un bambino su tre è in sovrappeso e uno su dieci obeso. Il 50% dei piccoli cicciottelli rischia di esserlo anche da adulto. Per evitare il sovrappeso una soluzione arriva dalle 'porzioni” più che dal calcolo delle calorie. Le mamme, infatti, riempiono troppo i piatti di cibo ai loro bebè, da 0 a 9 anni di età. L'ansia che il piccolo mangi poco supera quella del sovrappeso. Troppo formaggio, troppa carne, troppa pasta per i bambini che assumono quantità di proteine, grassi, zuccheri e cibi conservati processati doppie rispetto il necessario. A lanciare l'allarme à l'Associazione nazionale dei dietisti italiani (Andid), in occasione del 24° Congresso nazionale, fino al 21 aprile a Verona.

«Già nell'età dello svezzamento i bambini consumano troppe proteine, fornite dagli omogeneizzati e dai liofilizzati. Le mamme ne usano un barattolino intero, quando ne basta la metà. Idem per i formaggi da sciogliere nelle pappe. Una dieta iperproteica fino ai sei anni di età predispone all'obesità da adulti» spiega Cristina Cassatella, dietista del servizio educazione all'appropriatezza alla Asl di Milano. «In media succede che la porzione di carne data ad un bimbo di 4 anni equivale a quella necessaria ad uno di 7-8 anni. Crescendo poi si consumano anche porzioni troppo grandi di pizza, formaggi e prosciutto ricchi di grassi saturi dannosi. Al contrario le porzioni di verdure sono molto inferiori di quelle che servirebbero loro. Dalle indagini sulle abitudini alimentari nell'infanzia emerge chiaramente che fino agli 8-9 anni al bambino manca ancora il concetto di porzione e di tempo in cui consumare i cibi. Occorrerebbe lavorare sui genitori ma spesso le stesse mamme sono convinte che i loro bambini mangino poco».

Per aiutare a promuovere il concetto di porzione fra i bambini è in arrivo nei prossimi mesi il primo 'Atlante fotografico tridimensionale”, edito dall'Istituto Scotti Bassani, dove sono fotografati i piatti con le porzioni esatte di tutti i cibi, in rapporto 1:1. Spiega Cassatella: «Il volume, distribuito inizialmente su cd, è dedicato ai dietisti e ai pediatri per educare le mamme di bimbi fino a 9 anni di età alla corretta preparazione delle pappe, allo svezzamento e all'impostazione di una sana alimentazione. L'atlante contiene le fotografie di cosa mettere nelle prime pappe, le porzioni e le quantità consigliate che non vanno pesate ma immediatamente viste dai genitori. Oltre alla quantità e al tipo di alimento si deve considerare l'arco di tempo. Ci sono alimenti da prima colazione, spuntini, merende, pranzo e cena».

«La soluzione per un'educazione alimentare per i bambini potrebbe arrivare anche dalle scuole, dove la maggioranza dei ragazzi passa sei-otto ore al giorno, consumando almeno due merende e un pasto completo» sottolinea Giovanna Cecchetto, presidente dell'Andid.

«Secondo i dati raccolti dall'Istituto Superiore di Sanità però - aggiunge - su oltre 2.200 plessi di scuola primarie italiane esaminate, solo il 68% delle scuole possiede una mensa e solo il 38% distribuisce frutta o yogurt per merenda. Infine il 34% delle classi svolge meno di due ore di attività motoria. è necessario un maggiore coinvolgimento da parte di dietisti, pediatri, medici ed educatori per far conoscere le dimensioni del fenomeno obesità tra le nuove generazioni e fornire suggerimenti per scelte di stili di vita salutari. L'impegno va iniziato all'interno delle scuole e esteso alle famiglie».


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