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Eppur si muove Letta apre all’enogastronomia

L’agroalimentare e il turismo entrano finalmente dalla porta principale nell’agenda del Governo. Si tratta per il momento solo di segnali, ma a questo punto una svolta ci potrebbe essere davvero

di Alberto Lupini
direttore
 
30 aprile 2013 | 12:14

Eppur si muove Letta apre all’enogastronomia

L’agroalimentare e il turismo entrano finalmente dalla porta principale nell’agenda del Governo. Si tratta per il momento solo di segnali, ma a questo punto una svolta ci potrebbe essere davvero

di Alberto Lupini
direttore
30 aprile 2013 | 12:14
 

Eppur si muove. Ci sarebbe da citare Galileo per descrivere la situazione dell’Italia. Dopo il peggio che la politica ha saputo produrre, qualche refolo di ottimismo sembra spirare. Certo ci vorrebbe un uragano per spazzare via il tanfo di marcio che esce dai palazzi della casta, ma già l’avere aperto le finestre fa sentire finalmente quell’aria di primavera che da tempo aspettavamo. E fra le novità più interessanti, col disarmo dopo 20 anni di inutili scontri fra destra e sinistra, c’è il fatto che, per la prima volta, nell’agenda del nuovo Governo italiano sono entrati a pieno titolo (anche se quasi di passaggio) l’enogastronomia e il turismo. Certo per ora si tratta solo di punti inseriti nel programma di Enrico Letta, ma la concretezza e il buon senso che connotano il nuovo Presidente del consiglio dovrebbero lasciare ben sperare.

Non siamo ancora ad un obiettivo primario di sviluppo, che pure sarebbe giustificato visto che il solo turismo in Europa concorre a più del 10% del Pil e in Italia occupa più addetti del comparto metalmeccanico. Ma qualcosa di più di un segnale c’è. Intanto c’è la creazione di un ministero dove per la prima volta Cultura e Turismo sono insieme. Si tratta di un cambio di rotta per molti versi rivoluzionario che, se non mancheranno le risorse, potrebbe fare del neo ministro Massimo Bray uno dei protagonisti di una reale fase di crescita del settore. Troppe competenze, soprattutto di giovani, sono oggi inutilizzate e i nostri unici “giacimenti” di valore (insieme a quelli dell’agroalimentare) non sono in alcun modo sfruttati. Servono investimenti importanti, ma va detto che questi sono capaci di garantire ricadute 3 o 4 volte superiori, e più durature nel tempo, di quelli destinati ad esempio alla siderurgia.

C’è poi tutta la partita dell’enogastronomia (che è parte integrante dei programmi del turismo moderno) che il premier ha inserito nel suo discorso sulla fiducia. Si tratta di un settore che soffre meno di altri la crisi e che speriamo possa essere davvero valorizzato dal nuovo ministro Nunzia De Girolamo, animata da una grande determinatezza e sensibilità, pur non avendo competenze specifiche. Il che potrebbe essere anche un bene se si circonda di esperti di fiducia.

Certo la maggioranza degli elettori avrebbe preferito un altro Governo, più riformista e di svolta. Il disfacimento della leadership del Partito democratico e la volontà di Beppe Grillo di tenere nel congelatore il 30% dei Parlamentari lo hanno però impedito. In quella che era la crisi politica più grave dal dopoguerra, contestuale alla più grave crisi economica da un secolo a questa parte, Enrico Letta è stato peraltro più che bravo nel realizzare un esecutivo che, almeno sulla carta, segna delle novità importanti, sia per la composizione, sia per il programma. E la speranza può tornare a riaffacciarsi dopo mesi di buio...

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