Crollano del 23% in un mese le esportazioni di prodotti made in Italy in Russia per effetto congiunto dell’embargo sui prodotti agroalimentari e del forte rallentamento dell’economia, con il deprezzamento del rublo confermato dall'aggiornamento del World economic outlook del Fondo monetario internazionale (Fmi) che ha tagliato le stime sul Pil di Mosca del 3,5% nel 2015 a -3% e del 2,5% a -1% nel 2016. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al mese di novembre 2014 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Se i settori più colpiti sono chiaramente quelli interessati dall’embargo che ha sancito il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, perdite di quote di mercato considerevoli si registrano anche in altri importanti comparti. A novembre le esportazioni italiane sono calate del 66% per i prodotti dell’agricoltura, del 27% per il tessile, dell’82% per gli autoveicoli e del 21% per i mobili.
Nell’agroalimentare si sommano anche i danni indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha infatti provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano o il parmesan Pirpacchi tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin.