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Le colline vitate del Soave patrimonio storico e rurale d’Italia

La Doc veronese è stata la prima in Italia a ottenere il riconoscimento dall’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali istituito dal ministero delle Politiche agricole

 
14 febbraio 2016 | 10:03

Le colline vitate del Soave patrimonio storico e rurale d’Italia

La Doc veronese è stata la prima in Italia a ottenere il riconoscimento dall’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali istituito dal ministero delle Politiche agricole

14 febbraio 2016 | 10:03
 

Quella del Soave è la prima Doc italiana ad ottenere il riconoscimento di “Paesaggio rurale di interesse storico” entrando a far parte del “Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali” istituito dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali con decreto ministeriale n.17070 del 19 novembre 2012.



Dopo aver analizzato 123 zone produttive dell’agroalimentare italiano, e dopo aver considerato 35 candidature, con la dicitura “Le colline vitate del Soave” l’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali, istituito col medesimo decreto, ha accolto la canditura della denominazione veronese che, assieme al Conegliano Valdobbiadene e al Parco Rurale del Paesaggio Appenninico di Moscheta, entra nel registro dei paesaggi nazionali considerati patrimonio storico-rurale d’Italia.

Evidente la valenza storico-rurale del comprensorio produttivo del Soave al cui interno, nella zona classica, sono stati individuati 1.700 ettari collinari, microparcellizati, coltivati secondo le tecniche della viticoltura eroica. Risale infatti al 1816 la prima mappa, tratta dal catasto napoleonico, che censisce i vigneti del Soave, in base alla quale poi nel 1931, con decreto regio, è stata istituita la prima denominazione italiana. In questa zona - percepita come isola non urbanizzata nella campagna veneta - sono ancora oggi presenti elementi di edilizia storica, capitelli votivi, forme di allevamento come la pergola, muretti a secco. Esistono inoltre vigneti di oltre 100 anni, tutt’oggi produttivi.



«Si tratta di un grande risultato per la denominazione del Soave - sottolinea Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di tutela - che si vede riconosciuta a livello nazionale la primogenitura quale comprensorio vitato storico. Il Consorzio, con la collaborazione di Viviana Ferrario, docente all’Università Iuav di Venezia, è stato protagonista assoluto in questo percorso a partire dal 2006 quando, con la pubblicazione del volume “Un paesaggio Soave”, ha di fatto aperto una riflessione a livello nazionale sul tema del paesaggio storico e della sua tutela».

Il Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico introduce in sostanza un radicale cambiamento di visione che pone l’uomo al centro del contesto agricolo, non più come soggetto che turba l’ecosistema esistente con una forma di agricoltura intensiva ma, al contrario, come artefice principale nel mantenimento della biodiversità e nella conservazione del paesaggio.


Consorzio Tutela Vini Soave
Vicolo Mattielli 11 - 37038 Soave (Vr)
Tel 045 7681578
www.ilsoave.com
consorzio@ilsoave.com

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