La famiglia
Cecchi ha scelto
Vinitaly per presentare il nuovo nato della tenuta in Maremma Val delle Rose. Si chiama Aurelio perché trae ispirazione dalla storia romana quando il Console Gaio Aurelio nel III secolo a.C. creò la strada che collegava allora Roma a Cerveteri, sviluppatasi poi in quella che ancora oggi è la via Aurelia che unisce la capitale alla Francia costeggiando il mar Tirreno e il mar Ligure.
«Siamo stati fra i primi ad arrivare in Maremma ormai vent’anni fa quando acquistammo 25 ettari di terreni vitati che oggi sono arrivati a 180. La Maremma è una terra straordinaria dove si possono produrre vini diversi: da quelli più facili e di consumo quotidiano a quelli più complessi, da invecchiamento», spiega
Andrea Cecchi (
nella foto) (alla guida dell’azienda con il fratello Cesare) a proposito della tenuta, situata nel cuore della zona di produzione del Morellino di Scansano.
Andrea CecchiA Val delle Rose viene prodotto un Morellino di Scansano Docg e una Docg Riserva “Poggio al Leone”, oltre a un Vermentino “Litorale” e da oggi anche “Aurelio”, Maremma Toscana Doc. Un vino a base Merlot che esprime pienamente il carattere del proprio terroir.
Il Vinitaly è stata l’occasione per presentare Aurelio in abbinamento ai piatti del suo stesso territorio di provenienza, targati
Valeria Piccini (
nella foto) del
Ristorante da Caino, di Montemerano (Gr).
Valeria Piccini«Abbiamo presentato dei piatti con ingredienti della mia terra», ha detto Valeria Piccini
. «Cecchi ha presentato un vino maremmano che si chiama Aurelio, quindi dall'Aurelia che attraversa la Maremma, e noi abbiamo portato i piatti che sono ora in carta al ristorante: una carne cruda di manzetta maremmana servita con tre tipologie di mandorle: una croccante, una fresca quella verde e una crema di mandorle, abbinate a una cenere di sedano selvatico; poi un minestrone esclusivamente con le verdure del nostro orto, è un minestrone di primavera, un ricordo del sapore dell'infanzia, perché è il minestrone che faceva mia nonna, abbinato a un crostino di caprino per dargli un minimo di acidità; poi abbiamo il Maremma burger, fatto con carne di cinghiale abbinato a peperoni e cipolle caramellate; il classico panino col Lampredotto che è il classico cibo di strada di Firenze, ingentilito e servito con una salsa verde molto fine; poi un tortello cremoso di fave con una spuma di pecorino, una cialda di mais e fragole. Il vino Aurelio e questi prodotti vengono dalla stessa terra, quindi devono stare per forza bene insieme».
«Aurelio, che è un Merlot con un piccolo tocco di Cabernet - dichiara
Leonardo Raspini (
nella foto), general manager di Cecchi - rappresenta la piacevolezza di questo vitigno, che si esprime in maniera diversa a seconda dei territori, e in Maremma, nella nostra Val delle Rose, trova una connotazione di piacevolezza assoluta che si sposa con questo bellissimo frutto che trova nella sua complessità il suo finale. La solarità distingue da sempre la Maremma e questa caratteristica la si ritrova in Aurelio».
«Aurelio - continua Raspini - è stato prodotto per la prima volta in 10mila bottiglie circa, una piccola produzione che contiamo di aumentare, anche perché la vigna che produce Aurelio può contare fino a 40mila bottiglie, e pensiamo di produrle tutte, non appena il pubblico troverà questo vino piacevole anche da comprare, oltre che da assaggiare in eventi come il Vinitaly».
«Noi siamo in Maremma anche con il Morellino di Scansano, che da sempre è il cuore pulsante della nostra produzione e quindi con questo vino, oltre che con Aurelio, vogliamo rappresentare il territorio, in questo senso Valeria che è poco distante da noi è fondamentale per potere esprimere il territorio a 360 gradi».
«Cecchi sta affrontando un periodo di cambiamenti importanti - aggiunge Raspini - siamo un'azienda che negli ultimi anni ha fatto della stabilità del suo fatturato un punto fondamentale. Stiamo incrementando il valore che vogliamo dare alla nostra produzione e quando vuoi incrementare la produzione, vuoi anche scegliere il cliente a cui dare la tua produzione. Ecco perché negli ultimi due anni abbiamo privilegiato gli aspetti qualitativi della nostra distribuzione e abbiamo mantenuto stabile e in crescita il fatturato in modo da rifinire la nostra offerta commerciale e andare a cercare dei distributori nel mondo e in Italia, più vicini al nostro nuovo modo di fare qualità nel vino».
Leonardo Raspini«L'esportazione è intorno al 40% - conclude Raspini - siamo un'azienda connotata e nata in Italia e che nell'Italia ha sempre visto il suo mercato di riferimento, e in questi anni abbiamo deciso di puntare anche all'estero seguendo un filone che molte aziende hanno trovato. Noi questa strada l'abbiamo imboccata negli ultimi 2-3 anni».
Da questo mese di aprile è possibile visitare la tenuta Val delle Rose per vivere il fascino dei suoi vigneti, apprezzare la tecnologia della sua cantina ed emozionarsi fra le volte a croce della barricaia. Un percorso che termina poi nella foresteria dell’azienda dove è possibile fare wine tasting abbinando ai vini i prodotti tipici di questo territorio.
«Ci piace pensare alla nostra azienda come luogo d’incontro con gli wine lovers perché il mondo del vino non è statico e autoreferenziale ma dinamico e desideroso di dialogare per continuare la propria crescita. E poi, con mio fratello Cesare e con il nostro management, vorremmo contribuire ad una più profonda e completa conoscenza della Maremma, non soltanto da un punto di vista enologico perché è una terra che ha molto da raccontare», conclude Andrea Cecchi.
CecchiLoc. Casina dei Ponti 56 - 53011 Castellina in Chianti (Si)
Tel 0577 54311 - Fax 0577 543150
www.cecchi.netcecchi@cecchi.net