I tentativi di imitazione non si contano, ma la realtà è una sola: al mondo non c’è nulla di più italiano della pizza, che potrebbe essere proclamata dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’umanità. Oltre un milione di firme raccolte a sostegno di una petizione che chiede di inserire la pizza nella lista dei beni intoccabili del Pianeta.
È la seconda volta che il nostro Belpaese richiede questo riconoscimento, auguriamoci che il sostegno ricevuto di molte istituzioni culturali e sociali, organizzazioni e personalità di tutto il mondo, possa essere di supporto per il suo definitivo riconoscimento internazionale, integrando così quello già acquisito della Ue del 4 febbraio 2010 quale Specialità tradizionale garantita dall’Unione europea. Credo sia un atto moralmente ed eticamente dovuto, che gratificherebbe l’arte dei nostri amici pizzaioli e che svolgerebbe una funzione di riscatto sociale rappresentando l’identità non solo del popolo napoletano, ma di una nazione intera, facendo della pizza un marchio di italianità nel mondo.
La richiesta è stata presentata lo scorso mese a Parigi, nella sede mondiale dell’Unesco, attraverso i nostri rappresentanti. La pizza è un vero vanto italiano nel mondo, per questo ho coinvolto direttamente la Federazione italiana cuochi appoggiando la campagna della Fondazione UniVerde dell’ex Ministro Alfonso Pecoraro Scanio, nell’iniziativa che vuole inserirla nel Patrimonio dei beni mondiali dell’Unesco.
Alfonso Pecoraro Scanio, Annamaria Tossani, Rocco Pozzulo
In un’economia globale ad altissima tasso di concorrenza, molto spesso sleale, il nostro Paese deve saper difendere e valorizzare le proprie eccellenze. Non è semplice orgoglio nazionalistico, è un atto doveroso nei confronti della cultura e della tradizione italiana. Vantiamo un grande numero di siti Unesco, a dimostrazione dell’importanza delle nostre espressioni artistiche nel mondo, allo stesso modo è giusto vedere riconosciuta una realtà della nostra cultura culinaria come la pizza, tanto presente nell’immaginario collettivo da essere diventata un’icona universale. Se ciò avverrà - permettetemi un pizzico di orgoglio - sarà anche grazie alla mobilitazione della Federazione italiana cuochi, sempre paladina a tutela delle eccellenze e delle massime “espressioni” frutto della nostra cultura e della nostra tradizione.