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Cantine Giorgio Lungarotti La storia dell'Umbria vinicola

Torgiano, a pochi passi da Perugia, è qui che parte negli anni '60 la storia dei Lungarotti che prima con Giorgio Lungarotti e poi con la figlia Chiara hanno dato vita a una dimensione nuova per l’Umbria del vino

di Guido Ricciarelli
 
06 maggio 2016 | 11:37

Cantine Giorgio Lungarotti La storia dell'Umbria vinicola

Torgiano, a pochi passi da Perugia, è qui che parte negli anni '60 la storia dei Lungarotti che prima con Giorgio Lungarotti e poi con la figlia Chiara hanno dato vita a una dimensione nuova per l’Umbria del vino

di Guido Ricciarelli
06 maggio 2016 | 11:37
 

Il solo tributo alla figura di Giorgio Lungarotti rischierebbe di assorbire tutto lo spazio del nostro racconto. Con una visione imprenditoriale rara per gli anni ’60, avvia un progetto che lancia Torgiano, un paesino medievale poco a sud di Perugia, tra i primi distretti vinicoli italiani.



Il messaggero di questo territorio è stato il Vigna Monticchio, vino di tutte uve locali (sangiovese e canaiolo) derivante da un unico appezzamento posto sulle colline attorno al borgo. La legge istitutiva delle doc (la 930 del 1963) rappresenta un’occasione da cogliere al volo e Giorgio Lungarotti ha l’opportunità di divenire l’artefice del proprio disciplinare di produzione (il riconoscimento data 1968, mentre la docg arriva nel 1991). Sua anche l’intuizione di affiancare al vino una struttura ricettiva di standard avanzati (Le Tre Vaselle) precorrendo i tempi del filone che oggi viene comunemente definito come quello dei “wine resort”.

Chiara Lungarotti
Chiara Lungarotti

Ma, com’è naturale, che sia, la storia di Lungarotti guarda avanti e la figlia Chiara Lungarotti (nella foto) la sintetizza così: «Non fermarsi mai. Non aspettare, per intraprendere un nuovo progetto, di aver portato a compimento il precedente. Non aver mai la presunzione di aver raggiunto il livello massimo perché tendere ad un continuo miglioramento è l’intento propulsore di qualsiasi iniziativa di successo. Credere nella valenza positiva del territorio e della tradizione operando, se occorre, una scrematura e una rispettosa riqualificazione. Operare in un’ottica di differenziazione dalla massa, quindi contraria all’omologazione. Questo è quanto ci è stato insegnato, ed è quello che abbiamo attuato in questi anni, dopo che l’improvviso passaggio generazionale mi ha improvvisamente messo alla guida dell’azienda. E intanto il mondo è cambiato. Ricerca e innovazione sono state la via attraverso la quale , con la volontà di proiettarci nel futuro dimostrando a noi stesse e al mondo che potevamo crescere ancora e valorizzare, io e mia sorella Teresa siamo riuscite a dare nuovo input alle aziende del Gruppo Lungarotti. Questi anni sono stati quindi di selezione estrema di vitigni, cloni e terreni, una zonizzazione attenta, l’ultimazione di un coraggioso e scalare programma di reimpianto secondo nuove tecniche. Abbiamo potenziato le cinque centraline metereologiche computerizzate per il controllo delle condizioni climatiche - che avevamo introdotto nei nostri vigneti all’inizio degli anni ’90 - alla base della nostra viticoltura ecocompatibile, insieme alla lavorazione sotto fila - per evitare di diserbare - e all’utilizzo di concime organico (letame di chianina)».

«Anche in cantina grandi rinnovamenti, dagli impianti di prima vinificazione, al parco botti e barriques, alla linea di imbottigliamento. Abbiamo costituito un team tecnico giovane e dinamico. Abbiamo introdotto nuovi vini più moderni in modo da poter ulteriormente potenziare i nostri grandi classici rispettandone ed anche potenziandone la tipicizzazione. Siamo riuscite a portare il nostro vino del cuore ai massimi livelli, anche della critica. E al tempo stesso, a partire dal 2000, abbiamo iniziato una nuova avventura a Montefalco, dove abbiamo acquistato nuovi terreni, costruito una cantina e piantato vigne per la produzione della seconda Docg umbra, il Sagrantino. La consulenza di Lorenzo Landi e Denis Dubourdieu ci ha sostenuto nel potenziamento qualitativo in vigna e in cantina. Abbiamo creato nuovi vini: i bianchi Torveto, i rossi Sagrantino, Rosso di Montefalco, Sagrantino Passito, Toralco, il Vin Santo, un Brut Millesimato e aggiunto alla nostra gamma due altri vini a basso contenuto alcolico oltre a Brezza, il Brezza Rosa e il Brezza Rosso, introducendo il concetto di “Brezza lifestyle”».



«Mentre per due mandati sono stata Presidente Nazionale del Movimento del Turismo del Vino, - prosegue Chiara Lungarotti - ho potenziato anche l’attività di accoglienza in cantina, fermamente convinta dell’importanza di comunicare la propria passione e mostrare il proprio lavoro. Abbiamo creato a tal scopo “L’Enoteca della Cantina”, in cui ci avvaliamo di personale qualificato dedito all’accoglienza. Abbiamo anche arricchito l’offerta agrituristica realizzando altri due agriturismi, oltre al primo - Poggio alle Vigne - già operativo dal 1994. Anche al Resort “Le Tre Vaselle” molto è stato fatto in termini di adeguamento ai nuovi standard 5 stelle, e all’affinamento dell’offerta di ristorazione. E inoltre la creazione di una Spa di vinoterapia (bella Uve), specializzata in trattamenti al vino e all’uva. Ci piace coniugare Lungarotti secondo lo slogan: Vino, Cultura, Ospitalità. E anche in campo culturale quindi abbiamo fatto tanto».

Le sole visite al Museo del Vino ed al Museo dell’Olivo e dell’Olio valgono, credeteci, il viaggio a Torgiano. Nel frattempo, il Torgiano Rosso Riserva Rubesco Vigna Monticchio continua a mietere successi con una striscia di annate memorabili. Premiata quasi all’unanimità dalle Guide nazionali l’ultima versione (2010). La quintessenza del sangiovese.

Cantine Giorgio Lungarotti
viale Giorgio Lungarotti - 06089 Torgiano (Pg)
Tel 075 988 661
www.lungarotti.it
lungarotti@lungarotti.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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