Chissà se Rikyu, maestro della cerimonia del tè vissuto in Giappone nel XVI secolo, si sarebbe mai immaginato che il suo nome sarebbe divenuto simbolo di un’arte dal sapore antico capace di nobilitare, grazie alla sua lavorazione, la porcellana. Probabilmente no, ma avrebbe sicuramente ringraziato Chojiro che nella città santa di Kyoto ebbe l’intuizione di utilizzarla non solo per fabbricare tegole, ma anche per produrre ciotole tondeggianti e senza manici, semplici da stringere tra le dita durante lo cha-no-yu (la solennità del tè, ndr).
Dalla genialità di questo mastro ceramista nacque il Raku, sin nel suo significato (“gioia e quiete”) evocativo di una filosofia del fare nel segno della cura, della pazienza e dell’attenzione per la lavorazione. Tecnica che va oltre il metodo, risultato di una precisa successione di operazioni che acquistano un carattere quasi rituale, il Raku divenne rapidamente un’arte valicando i confini del Sol Levante ed approdando in Inghilterra, dove Bernard Leach la osannò nel suo “Potter’s Book”.
La sua diffusione nel mondo occidentale andò di pari passo con la perdita della sua iniziale funzione e con lo sviluppo di nuovi procedimenti basati su specifiche metodiche personalizzate in grado di generare effetti sempre nuovi, impattanti, talvolta imprevedibili. La ricerca di Churchill parte proprio da qui.
Una nuova espressione artistica
Reinterpretazione della tradizione e sperimentazione appartengono da sempre alla creatività di Churchill, azienda emblema del miglior “saper fare” anglosassone per qualità della lavorazione, della materia prima e dei prodotti. Rievocando l’antica arte giapponese, Churchill sviluppa le collezioni Studio Prints e dedica al Raku una delle sue linee più riuscite che, traendo ispirazione dalle tradizionali tecniche di smaltatura orientali, crea uno stile che fa della “reactive texture” il proprio simbolo.
«Raku - spiega Ivan Pierinelli, responsabile vendite di Ros - utilizza il metodo di stampa Churchill che prevede il posizionamento della tonalità colore o del disegno sotto lo smalto così da creare non solo uno strato protettivo ma anche un effetto più naturale ed autentico. Una nota di valore ulteriore che va di pari passo con l’attenzione riservata dall’azienda ad ogni pezzo sottoposto a controlli di qualità interni rigorosi, così da garantirne la perfezione e da verificare l’accuratezza delle finiture».
Il risultato sono prodotti capaci di abbinare ad un design accurato prestazioni di massimo livello grazie all’utilizzo di materiali altamente performanti come il Super Vitrified. Tra le più robuste porcellane al mondo in grado di mantenersi inalterata nel tempo, Super Vitrified non solo è garanzia di resistenza agli agenti chimici, ma anche di preservazione della lucentezza e di massima protezione, dando scacco allo shock termico spesso causa di rotture. Ma Raku non è solo performance e tecnica.
Uno stile senza tempo
Elegante, minimale, ricercata nelle linee e nello studio dei colori: la collezione Raku ha tutte le carte in regola per divenire un classico della mise en place, andando oltre i “trend” per definire uno stile proprio, non imitabile e singolare anche per chi la sceglie. È sufficiente infatti osservare i 10 piatti e ciotole che compongono la linea “Topaz Blue” per comprenderne l’unicità.
Ivan Pierinelli
«Ogni pezzo della linea - conclude Pierinelli - contribuisce a valorizzare la tavola su cui si trova contribuendo a mettere in luce anche la proposta gourmet. Raku crea suggestioni emozionali che vanno oltre il palato». Mastro Chojiro sicuramente lo avrebbe apprezzato.
Per informazioni:
www.ros.bergamo.it