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«Ovidio e Catullo i primi gourmet» A tavola con il comico Gabriele Cirilli

Showman in teatro con Tale e quale a me e spalla televisiva di Carlo Conti, Gabriele Cirilli si racconta a tavola con battute e simpatia davanti ai piatti di Nicola Cavallaro, cuoco del ristorante Un Posto a Milano

di Andrea Radic
 
08 luglio 2017 | 10:13

«Ovidio e Catullo i primi gourmet» A tavola con il comico Gabriele Cirilli

Showman in teatro con Tale e quale a me e spalla televisiva di Carlo Conti, Gabriele Cirilli si racconta a tavola con battute e simpatia davanti ai piatti di Nicola Cavallaro, cuoco del ristorante Un Posto a Milano

di Andrea Radic
08 luglio 2017 | 10:13
 

Gabriele Cirilli, trascinatore del pubblico con il suo show teatrale e storica spalla comica di Carlo Conti in televisione, vive a Vedano al Lambro a due passi dal parco di Monza, lo abbiamo incontrato a tavola al ristorante Un posto a Milano in Cascina Cuccagna, non lontano da dove il comico ha abitato prima di trasferirsi in Brianza.

Lei ha abitato qui vicino per qualche anno
Si a poche centinaia di metri, ma non conoscevo questo angolo milanese che sta in centro, ma ti fa sentire subito in campagna.

Gabriele Cirilli - «Ovidio e Catullo i primi gourmet» A tavola con il comico Gabriele Cirilli
Gabriele Cirilli

Cirilli va in cucina per scoprire le specialità del cuoco Nicola Cavallaro e intanto gli chiediamo...

Che rapporto ha con il cibo?
Curiosità, poi mi piace molto la semplicità, penso che andare troppo alla ricerca di effetti speciali, snaturi un piatto. Prendere formaggio fresco, tagliarlo a dadini o a fette e disporlo sul piatto con salsa di aglio, ruta, coriandolo, sedano e gocce di olio. Sembra una ricetta contemporanea, invece risale a duemila anni fa ed è pure afrodisiaca.

Chi era l'autore?
Publio Ovidio Nasone, mio concittadino, della splendida Sulmona, grande gourmet come anche Catullo.

Milano è la nuova capitale del food?
Dalla cucina israeliana, alla griglia di Varrone, alla filetteria, con carni provenienti da tutto il mondo. Ho visto la trasmissione di Alessandro Borghese "Quattro ristoranti" dedicata a Milano, un'offerta davvero incredibile tutta da godere. Milano è davvero la capitale del food, anche se nel mio spettacolo c'è una battuta sul fatto che sono sparite le trattorie milanesi.

Neanche più una?
Una è rimasta, Arlati, luogo della tradizione. L'altra è in Brianza, dove vivo, l'antichissimo e famosissimo Fossati, tradizione aggiornata, si adeguano rivisitando. Indimenticabile la faraona cotta nella creta.

«Ovidio e Catullo i primi gourmet» A tavola con il comico Gabriele Cirilli

Non proprio vegetariano...
Diceva sempre Publio Ovidio Nasone "È un crimine caricare la propria tavola della carne degli animali quando si ha un giardino che produce tutti i frutti della terra". Io sono onnivoro e curioso di tutte le cucine e una bella, bisteccona, me la mangio. Ad esempio al ristorante argentino vicino a San Vittore. Ma consiglio anche il "Nu" per chi ama il sushi e in via Padova la Pizzeria "Partenopea".

Il sapore della sua infanzia?
Da piccolino, mangiavo in modo sconclusionato, mi piaceva tanto la cucina della nonna, il ragù abruzzese di castrato cotto tre ore, una pesantezza che durava tre giorni, ma stupendi. Il capretto cacio e ovo, come una carbonara cotta nell'uovo con limine e pecorino. Poi il famoso timballo della nonna, una pasta sfoglia nella quale finiva di tutto: pasta, polpette, verdure, piselli spezie...

La tradizione della cucina di famiglia
A Sulmona, dove sono nato e cresciuto, i pranzi della domenica erano sempre una festa, alcuni piatti si preparavano la sera prima. L'antipasto era  zucchine e melanzane fritte, verdure in teglia, poi spaghetti alla chitarra, gnocchi, bistecche e agnello alla brace. Per chiudere il dolce, lo portava mio padre da Scanno, erano i tipici Parrozzi. Che festa.

«Ovidio e Catullo i primi gourmet» A tavola con il comico Gabriele Cirilli

Il vino cosa stimola in lei?
La parte che mi aggrada di più... non esiste pranzo o cena se non c'è il nettare divino. Noi abruzzesi abbiamo grandi vini tra i più buoni d'Italia, il Montepulciano, pluripremiato, il Cerasuolo che non è solo un rosato, è un uvaggio unico e il Pecorino, un bianco di collina strepitoso. Nel vino voglio riconoscere la mia terra, abbinando tipicità sia nel bicchiere che nel piatto.

Il suo luogo del cuore?
Sarò impopolare ma è l'Abruzzo, quando arrivo a Sulmona e entro in quella valle sento sapori e odori miei. Purtroppo non posso viverci, ma "Sulmo mihi patria est".

La cena romantica è un'arma vincente?
Si, io e mia moglie Maria, a lei non piace cucinare, ma le piace mangiare bene e ogni cena è spunto di romanticismo, ci solletichiamo il palato, e poi la cucina è arte per sedurre.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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