Le famiglie del vino, ecco i Librandi Calabria di storia, ricerca e passione

Vigneti di studio con oltre 200 varietà autoctone, ricerca e analisi affidata ai più autorevoli istituti enologici e universitari. Nel Giardino Varietale hanno lavorato e lavorano specialisti da tutta Italia.

La dottoressa Grando dell'Istituto di San Michele all'Adige, il team della dottoressa Schneider del Cnr di Torino, unità di Grugliasco, Franco Mannini che ha compiuto l'analisi virologica e l'istituto Enosis Meraviglia di Donato Lanati hanno contribuito alla profonda ricerca enologica dell'azienda Librandi. Dall' Azienda Critone la prima acquisita dalla famiglia ad una evoluzione che oggi ha raggiunto i 239 ettari di vigneti e un gruppo di conferitori selezionati e aggregati nella Associazione Vignaioli di Cirò. Il libro "Gaglioppo e i suoi Fratelli" racconta questo interessante lavoro, una lettura consigliata.



Vitigni storici che hanno grande personalità e riconoscibilità. Il vino è gioia sicuro ma è anche scienza e studio, penso che i Librandi conoscano per nome ogni filare dei vigneti di un territorio stupendo, una Calabria vinicola che qualcuno ancora ritiene minore e che, al contrario, è matura e di alto livello, capace di esprimere vini eleganti e di carattere. La famiglia Librandi ha iniziato a lavorare sulla ricerca enologica nel 1993 con Attilio Scienza, compiendo un viaggio nei territori della Calabria tirrenica per visionare vecchie vigne, selezionare vitigni e contrassegnare campioni. Poi prove, verifiche, analisi, irrigazioni separate per individuare caratteristiche e differenze rispetto allo stress idrico. Tutti gli studi sono diventati un compendio scientifico per coltivare vigneti a Cirò.

Bisogna assaggiarli i vini Librandi per capire quanto lavoro e passione si celino dietro questi sentori, queste complessità, queste interessanti sensazioni al naso e in bocca. Abbiamo avuto l'opportunità di una degustazione delle prove di vasca annata 2017, una prova particolare, decisa da Nicodemo Librandi, incoraggiato dai risultati e Paolo Librandi aggiunge: «Io farei assaggiare tutto in qualsiasi momento». Se non è passione questa. Quindi ecco nei calici Castiglione, Gaglioppo, Magliocco, Greco, Mantonico «Avevamo il pallino di realizzare un grande bianco da invecchiamento - aggiungono - un desiderio di tutta la famiglia, un vino simbolico con bella acidità, freschezza e grassezza, cui far fare sei mesi di barrique e successivo affinamento in bottiglia».
 
Una seconda degustazione ha caratterizzato la serata nel nome di Duca Sanfelice, Cirò Riserva che supera la prova del tempo, come testimonia la verticale guidata da Raffaele e Teresa Librandi che parte dal 1983, prima annata di questo vino. Ed è ancora vivo, pieno ed elegante, come il 1985 anch'esso ancora fresco e pieno. Il sentore di funghi dell'annata 1987 che si apre dopo qualche minuto di permanenza nel calice con un tannino ancora bello, vivo e pungente. Si passa al nuovo millennio con il 2001 che emana frutta e confettura, la prima annata del lavoro di Donato Lanati che arriva dai Librandi al posto di Severino Garofalo. Non manca continuità con gli anni ottanta nonostante il salto temporale e il cambio di enologo. Passano poi le 2005, 2008 e si arriva al 2010, anche qui la frutta e il sole, escono chiaramente al naso e persistono in bocca. Terminiamo con il 2013, un vino pieno, elegante, eccolo quello che fa capire insieme all'83 che la Calabria è terra di uve sì, ma soprattutto di vino.


 
Da notare l'eccellente rapporto qualità prezzo di questo Duca Sanfelice 2013 che potete comprare in enoteca a meno di dieci euro, questa sì, una bella notizia. I Librandi presentano volentieri i loro conferitori dell'Associazione Vignaioli di Cirò, e fanno bene, Francesco Porti che la presiede, ci accoglie nel suo splendido vigneto, davvero uno spettacolo, dove i filari perfetti giungono fino al mare. «Vogliamo viticultori giovani e motivati - spiegano i Librandi - conferitori che puntino alla qualità del territorio. Per dare volontà abbiamo istituito un premio annuale al migliore degli oltre quaranta associati».

«Il nostro lavoro lo sappiamo fare - fa eco Porti - richiede sacrificio e passione. Un mestiere che si fa perché ci si crede. L'associazione aiuta a stringere un rapporto costruttivo con l'azienda. Compiamo anche viaggi di studio in Toscana, Piemonte, Borgogna, territori rispetto ai quali, ci siamo resi conto di non essere tecnicamente secondi a nessuno. Per migliorare un vitigno bisogna fare sperimentazione e l'unica azienda che ha puntato sulla sperimentazione è Librandi che ha iniziato vent’anni fa e sta avendo grandi risultati».

Una famiglia del vino quella dei Librandi che ci crede con la guida attenta di Nicodemo, la tecnica dei vitigni curata da Paolo, Teresa che si occupa della parte aziendale, con Raffaele che cura il mercato ed è presidente del Consorzio Cirò, Francesco esperto di abbinamenti, si occupa della parte enogastronomica che decreta il successo dei vini quando arrivano in tavola. La chiamarono Enotria: la terra dove si coltiva la vite e si produce il vino. Oggi la conosciamo con il nome di Calabria, una terra che i Librandi amano e contribuiscono a rendere luogo della cultura vinicola. Sempre con uno sguardo lassù a ricordare Antonio Librandi.

Per informazioni: www.librandi.it