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Caso Facebook, “spiati” 214mila italiani Coinvolti nel mondo 87 milioni di profili

 
05 aprile 2018 | 10:34

Caso Facebook, “spiati” 214mila italiani Coinvolti nel mondo 87 milioni di profili

05 aprile 2018 | 10:34
 

A due settimane dallo scoppio dello scandalo Facebook, ora emergono i numeri che danno la dimensione di quanto accaduto. Gli utenti “spiati” da Cambridge Analytica sarebbero 87 milioni, di cui 214mila italiani.

Le stime iniziali sono state riviste in ampio eccesso perché nei giorni scorsi si era parlato di circa 50 milioni di profili coinvolti. Marck Zuckerberg, che ha definito eccessive le cifre pubblicate, ha annunciato nuove contromisure. Spiega che sono stati bloccati per la prima volta i troll russi e che dal 2016 la compagnia sta lavorando senza sosta per far sì che Facebook non sia più un mezzo per condizionare le prossime elezioni elettorali che si svolgeranno nel mondo.

(Caso Facebook, spiati 214mila italiani Coinvolti nel mondo 87 milioni di profili)

«Abbiamo 15mila persone che ci lavorano che presto diverranno 20 mila - ha detto il fondatore del social - ma Facebook è un universo complesso. Mi piacerebbe poter dire che fra sei mesi avremmo risolto tutto ma ci vorranno anni. Anche se fra sei mesi si vedranno comunque dei miglioramenti».

Zuckerberg nel frattempo è stato chiamato a testimoniare di fronte alla Commissione dell'Energia e del Commercio della Camera degli Stati Uniti mercoledì prossimo alle 10.00, fuso della costa est, per parlare di "uso aziendale e della protezione dei dati degli utenti". I parlamentari Greg Walden e Frank Pallone, rispettivamente presidente e membro della commissione, hanno affermato in una dichiarazione che l'udienza «sarà un'occasione importante per far luce sulle critiche questioni sulla privacy dei dati dei consumatori e aiutare tutti gli americani a capire meglio cosa succede alle loro informazioni personali online».

Nella classifica internazionale dei Paesi più coinvolti nello scandalo ci sono, dietro agli americani, i filippini (1,4%), gli indonesiani (1,3%), i britannici (1,2%), i messicani (0,9%), i canadesi (0,7%), gli indiani (0,6%), i brasiliani (0,5%), i vietnamiti (0,5%) e gli australiani (0,4%).

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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