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Rifiuti “costosi” per bar e ristoranti Fipe chiede una revisione delle tariffe

 
25 luglio 2018 | 15:21

Rifiuti “costosi” per bar e ristoranti Fipe chiede una revisione delle tariffe

25 luglio 2018 | 15:21
 

Bar e ristoranti lanciano l’allarme sulle tariffe per la raccolta e smaltimento rifiuti ritenuta eccessiva e gravosa per i bilanci delle singole attività, a soprattutto molto diversa da quelle di altri tipi di attività.

Fipe interviene e chiede di rivedere il sistema in modo urgente. «Su bar e ristoranti - dice Giancarlo Deidda, vicepresidente della Federazione italiana pubblici esercizi - gravano tariffe per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che non hanno riscontro nella quasi totalità delle attività economiche e produttive del Paese. Solo i negozi di ortofrutta registrano un costo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti più elevato. Dai dati risulta evidente come sia urgente una profonda revisione dell’intero sistema affinché si superi definitivamente la logica dei coefficienti presuntivi di produzione, sostituendo l’attuale sistema in vigore con uno che rispetti anzitutto il principio europeo chi inquina paga».

(Rifiuti costosi per bar e ristoranti Fipe chiede una revisione delle tariffe)

«Riteniamo necessario - conclude Deidda - necessario introdurre misure che leghino in maniera sempre più vincolante la determinazione dei costi del servizio a parametri di efficienza e a misure volte a garantire un’equa e oggettiva ripartizione, da un lato tra la componente domestica e non domestica, e dall’altro tra parte fissa e variabile».

Gli ultimi dati disponibili indicano che la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti costano in media 13,72 euro al metro quadrato per un ristorante e 10,68 euro/mq per un bar, un costo che è tra i più alti tra quelli applicati alle attività commerciali, secondo soltanto a quello pagato dai negozi di ortofrutta. Ciò significa che, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, un ristorante di 200 mq paga 2.744 euro e un piccolo bar di 100 mq 1.068 euro. Eppure si tratta di attività, in particolare i ristoranti, che producono da una parte rifiuti di qualità (organico) e dall’altra rifiuti destinati al riciclo e spesso anche al riuso (vuoto a rendere).

Volgendo lo sguardo ai valori regionali, inoltre, la forbice risulta molto ampia: da un lato abbiamo una tariffa di 26 euro/mq per i ristoranti e di 22 euro/mq per i bar in Liguria, o di 22,69 euro/mq per i ristoranti in Toscana e di 19,46 euro/mq in Campania; dall’altro in Trentino-Alto-Adige un ristorante paga “soltanto” 7,71 euro/mq e un bar 5,58 euro/mq. Focalizzandosi invece sulle evidenze nelle grandi città, gli esercenti più penalizzati sono quelli residenti nella città di Genova (39,07 euro/mq per un ristorante e 27,88 euro/mq per un bar), mentre quelli più “fortunati” sono coloro che gestiscono un pubblico esercizio a Bologna (11,22 euro/mq per un ristorante e 8,27 euro/mq per un bar).

Partendo da questi valori una domanda nasce spontanea secondo la Fipe: perché in Trentino Alto Adige e nel Comune di Bologna si riesce a gestire il servizio di raccolta e smaltimento per bar e ristoranti con una tariffa di quattro o cinque volte inferiore a quella applicata in Liguria, in Toscana o nel Comune di Genova? La conseguenza logica è che il costo non dipende dalla tipologia di attività, ma più semplicemente dai livelli di efficienza nella gestione del servizio, che dovrebbe essere di qualità per lo meno simile su tutto il territorio nazionale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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