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Boom dei bianchi fermi italiani Primi al mondo per valore delle vendite

 
31 agosto 2018 | 15:13

Boom dei bianchi fermi italiani Primi al mondo per valore delle vendite

31 agosto 2018 | 15:13
 

C’è una tipologia di vino italiano che spopola nel mondo e che, per valore, supera la Francia alla voce “export”. È il bianco fermo che ha incrementato il valore delle vendite all’estero del 26% negli ultimi 5 anni. Ora ha raggiunto la cifra di 1,287 miliardi di euro, primo al mondo in questo parziale.

Quello francese, manco a dirlo diretto concorrente, si ferma infatti a 1,276 miliardi di euro. Il motivo di un boom simile è legato ad alcuni fattori: da un lato il cambiamento climatico in atto e dall’altro l’approccio femminile a questo tipo di vino.
Per il mercato enologico italiano si tratta di un traino notevole in un periodo, ormai sempre più lungo, durante il quale la Francia del vino ci ha superato in lungo e in largo, coi rossi e gli sparkling ad esempio.

(Boom dei bianchi fermi italiani Primi al mondo per valore delle vendite)

A rivelarlo è un’indagine Nomisma Wine-Monitor esposta al convegno “Bianco come il vino”, organizzato dall’Istituto marchigiano di tutela vini nell’ambito di Collisioni Jesi. Secondo il focus presentato in occasione dei 50 anni della Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi, la “sindrome da secondogenito” non vale per il vino bianco fermo, e lo dimostrano i dati degli ultimi 5 anni, in cui gli “still white italian wine” esportati hanno risentito meno del boom delle bollicine (+88%) e sono cresciuti del 26% a valore contro +16% dei rossi. Un trend frutto del successo dei consumi in Europa ma soprattutto in Nord America, dove nell’ultimo decennio la richiesta a valore è lievitata del 73%. Stati Uniti (36,6%), Germania (16,5%) e Regno Unito (14,2%) sono i 3 principali buyer su cui si concentrano i 2/3 delle vendite made in Italy, nettamente primo Paese esportatore per volume e primo anche a valore nonostante un prezzo medio (2,80 euro al litro) molto più basso dei propri competitor (Nuova Zelanda a 4,93 euro al litro e la Francia a 4,69).

Anche in patria l’Italia si scopre sempre più amante dei bianchi, sia nei consumi (40,1% contro il 39,8% dei rossi) che in vigna, con il rapporto bianchi/rossi nella produzione vinicola ribaltato nell’ultimo decennio: oggi infatti il 54% del vino prodotto è bianco, più o meno la stessa quota che era dei rossi/rosati.

Denis Pantini (Boom dei bianchi fermi italiani Primi al mondo per valore delle vendite)
Denis Pantini

Il responsabile di Nomisma Wine-Monitor, Denis Pantini ha commentato: «Sebbene i vini rossi rappresentino ancora la tipologia più consumata al mondo con circa il 55% dei volumi totali, negli ultimi anni i bianchi hanno registrato dinamiche di crescita più rilevanti. Questa crescita generalizzata risulta trainata da nuove tendenze e modalità di consumo contraddistinte dalla ricerca di prodotti più versatili e da consumare in particolare fuori casa. L’aumento della diffusione dei consumi di vino tra le donne rappresenta poi un altro "fattore propulsivo" per la tipologia».

E proprio nel fuori casa, secondo il rapporto di Wine Monitor i bianchi fermi battono i rossi anche in Italia, risultando i più consumati al ristorante e secondi solo agli sparkling nei wine bar, con i rossi che restano leader nei consumi casalinghi, anche se gli acquisti in Gdo parlano di un +14% di vendite a valore dei vini bianchi nell’ultimo lustro (a 666 milioni di euro) contro un +7% per i rossi (858 milioni di euro).

La carta vincente, anche per il futuro, sembra essere infine quella degli autoctoni, con il 45% degli italiani che li elegge vini del futuro al pari di quelli green (biologico, 38%, sostenibili, 18%). «I vini bianchi stanno dimostrando tutta la loro versatilità - ha detto il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni - e quelli italiani piacciono perché sono in gran parte frutto di uve autoctone molto diverse tra loro e in grado di far scoprire tutta la varietà e le diverse caratterizzazioni del nostro vigneto. Con il Verdicchio, che fa della versatilità la propria arma vincente, abbiamo lavorato molto anche sulla sua longevità: i risultati sono sorprendenti per freschezza e struttura ma soprattutto perché si prestano ad abbinamenti impensabili fino a qualche tempo fa».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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