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Il titolare di un'impresa alimentare può scrivere il Manuale di autocontrollo?

Il Manuale di autocontrollo di un'azienda alimentare può essere redato dal suo titolare, con la collaborazione di un consulente specialista, evidenziando le esatte procedure di prevenzione igienica svolte dall’attività

di Massimo A. Giubilesi
Founder & Ceo Giubilesi & Associati, Chairman FCSI Italian Unit
 
11 aprile 2015 | 14:22

Il titolare di un'impresa alimentare può scrivere il Manuale di autocontrollo?

Il Manuale di autocontrollo di un'azienda alimentare può essere redato dal suo titolare, con la collaborazione di un consulente specialista, evidenziando le esatte procedure di prevenzione igienica svolte dall’attività

di Massimo A. Giubilesi
Founder & Ceo Giubilesi & Associati, Chairman FCSI Italian Unit
11 aprile 2015 | 14:22
 

Sì, secondo quanto stabilito dal Regolamento Ce 852/04, il “Manuale di autocontrollo” mediante sistema Haccp - il manuale che oltre a descrivere l'azienda alimentare e i suoi processi, contiene indicazioni per prevenire e risolvere i rischi alimentari per ogni fase del processo produttivo - può essere redatto direttamente dall’Osa (Operatore del settore alimentare) della ristorazione pubblica, a patto che questo abbia competenze specifiche in materia di igiene e sicurezza alimentare.



Come accade di norma per altre discipline e professionisti, è auspicabile affidarsi alla consulenza di specialisti con esperienze e competenze maturate nel settore di riferimento in cui opera l’impresa alimentare (es: tecnologici alimentari, medici veterinari, agronomi). È bene diffidare da quei consulenti improvvisati e/o troppo economici, il cui lavoro potrebbe ridursi alla produzione di procedure “copia e incolla” o peggio ancora non essere conforme alle leggi vigenti e quindi soggetto a sanzioni amministrative fastidiose del valore di mille/2mila euro cadauna.

Il manuale deve essere personalizzato evidenziando tutte le procedure di prevenzione igienica inerenti le esatte attività svolte dall’impresa (preparazione, conservazione, somministrazione, vendita) finalizzate a tutelare la salute dei consumatori.
Particolare attenzione viene rivolta dall’Autorità competente alla formazione-addestramento degli operatori, alle modalità di conservazione e trattamento termico degli alimenti, alla rintracciabilità dei prodotti e alle prassi operative di pulizia ambientale e prevenzione contro gli infestanti.

Per facilitare la verifica, si riportano i punti cardine che devono essere descritti all’interno di manuale di autocontrollo:

  • Descrizione del prodotto/servizio che si vende o somministra;
  • Diagramma di flusso del processo produttivo (es: primi piatti, panini, piadine, prodotti da forno etc.);
  • Identificazione dei pericoli (fisici, chimici, biologici) dal ricevimento delle materie prime alla somministrazione o vendita degli alimenti;
  • Individuazione dei punti critici (sebbene non sia possibile individuare dei Ccp universalmente riconoscibili, esistono delle fasi comuni a molti processi nel settore della ristorazione, come lo stoccaggio degli alimenti deperibili o la fase di abbattimento dei prodotti cotti a temperature da frigorifero o congelatore);
  • Definizione delle procedure di monitoraggio atte a prevenire il verificarsi del rischio (controllo e qualifica fornitori, conservazione dei prodotti, registrazione temperature di conservazione…);
  • Descrizione delle azioni correttive da attuare quando il monitoraggio indica che un particolare Ccp non è più sotto controllo (fuori dai limiti critici);
  • Definizione delle procedure di verifica e delle modalità di registrazione (moduli di registrazione).

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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