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Lotta alla Xylella, Italia in ritardo Ue avvia procedura d'infrazione

L'esecutivo comunitario ha deciso di inviare una lettera di messa in mora alle autorità italiane, che ancora non hanno fermato l'avanzata del batterio killer degli ulivi. L'Italia ha 60 giorni per rispondere

 
22 luglio 2016 | 14:24

Lotta alla Xylella, Italia in ritardo Ue avvia procedura d'infrazione

L'esecutivo comunitario ha deciso di inviare una lettera di messa in mora alle autorità italiane, che ancora non hanno fermato l'avanzata del batterio killer degli ulivi. L'Italia ha 60 giorni per rispondere

22 luglio 2016 | 14:24
 

Una nuova procedura d'infrazione contro l'Italia da parte della Commissione europea: la causa sono i ritardi accumulati nella lotta alla Xylella. Un avvertimento era già arrivato lunedì dal commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis dopo l'incontro con il ministro delle Politiche agricole Maurio Martina; di oggi invece la decisione dell'esecutivo comunitario di inviare una lettera di messa in mora alle autorità italiane, in quanto «è estremamente importante che l'Italia attui pienamente la decisione» dell'Unione e quindi «fermi l'avanzata della Xylella».



Così ha dichiarato all'Ansa un portavoce della commissione, che, riferendosi all'incontro tra i due politici, ha poi aggiunto: «Il ministro Martina è stato informato dal commissario Andriukatis che la Commissione non avrebbe avuto altra scelta se non aprire una procedura d'infrazione, a meno che non fossero state prese azioni immediate da parte dell'Italia contro il batterio» killer degli ulivi. L'Italia ha ora 60 giorni di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora di Bruxelles, altrimenti scatta la seconda tappa della procedura d'infrazione che prevede l'invio di un parere motivato.

Una prima procedura d'infrazione era già stata aperta lo scorso dicembre, relativa al ritardo accumulato nell'applicazione della decisione 789/2015. Nel frattempo sono state adottate misure Ue più leggere per la lotta alla Xylella rispetto a quelle iniziali (decisione 2016/764). Dal punto di vista giuridico Ue è quindi diventato necessario avviare una nuova infrazione, essendo state modificate le misure da applicare, ma che l'Italia continua a non applicare, e questo anche nonostante una sentenza della Corte Ue.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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