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Protezione solare, la vitiligine non è un fattore di rischio in più

Contrariamente a quanto si riteneva un tempo, chi soffre di vitiligine non è più esposto del normale ai raggi del sole e proprio quelle macchie bianche caratteristiche di chi ne soffre sono le parti che rischiano meno

 
27 giugno 2015 | 15:21

Protezione solare, la vitiligine non è un fattore di rischio in più

Contrariamente a quanto si riteneva un tempo, chi soffre di vitiligine non è più esposto del normale ai raggi del sole e proprio quelle macchie bianche caratteristiche di chi ne soffre sono le parti che rischiano meno

27 giugno 2015 | 15:21
 

Un mito da sfatare è che la pelle delle persone affette da vitiligine sia più esposta ai danni degenerativi del sole, e che in particolare le zone bianche siano quelle più a rischio per l’assenza di melanociti, le cellule epidermiche produttrici di melanina. È stato scoperto recentemente che occorre proteggere sempre la propria pelle durante l’estate, sia che si abbia la vitiligine o meno. Riportiamo di seguito il commento in merito di Marcello Monti, responsabile di dermatologia in Humanitas e docente di dermatologia all’università di Milano, tratto interamente daHumanitasalute.it.




Chi soffre di vitiligine vive con ansia l’arrivo dell’estate. Principalmente per due motivi: i vestiti si accorciano per stare più freschi, ma questo espone le macchie bianche tipiche di questa malattia alla vista altrui. Con ripercussioni psicologiche per il paziente. L’altro problema rappresenta un dubbio per molti: in caso di vitiligine i raggi del sole, che già rendono più evidente la differenza tra pelle che si abbronza e parti che rimangono bianche, fanno anche male?

«Una notizia positiva per i pazienti con vitiligine esiste - afferma Marcello Monti - da studi recenti si è visto che i pazienti non subiscono danni nelle aree da vitiligine di esposizione al sole a differenza di quanto si pensava in passato». Fino a pochi anni fa, infatti, si mettevano in guardia le persone con vitiligine dai possibili danni del sole: avrebbero dovuto proteggere la pelle dai raggi uv, in quanto l’assenza di melanociti - le cellule dell’epidermide che producono la melanina, il pigmento che dà il colore alla pelle - rappresentava un “tallone d’Achille” in più.

Secondo la ricerca scientifica attuale non è più così. «I pazienti con vitiligine possono esporsi al sole con tranquillità - rassicura lo specialista - e anzi, per un meccanismo non ancora del tutto chiaro, proprio le parti prive di melanociti sembrano meno esposte ai danni degenerativi del sole. In particolare la cute bianca della vitiligine si arrossa, ma le ustioni sono rare, e l’insorgenza di tumori ancora più rara».

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Il consiglio per tutti, pazienti con vitiligine e non, è quello di ricordare che i raggi uv sono una fonte di energia pericolosa per la nostra pelle, che quindi va protetta. Oggi si preferisce consigliare di cercare l’ombra e mantenere indossati indumenti piuttosto che ricorrere alle creme solari e poi rimanere al sole. Infatti su è visto in studi controllati che anche chi usa protezioni solari alte è a rischio tumore. Probabilmente proprio per il fatto che si espone più a lungo. Per fortuna chi soffre di vitiligine non deve per forza rinunciare a qualche ora al sole vista la scarsa propensione a degenerare della pelle con vitiligine. Resta però un problema aperto.

Quando i raggi solari stimolano la pelle sana e questa s’imbrunisce lo “stacco” con le macchie di vitiligine è più marcato, soprattutto se le macchie sono estese in parti del corpo maggiormente visibili. Che cosa fare? «Per quanto riguarda l’aumento della visibilità della vitiligine in estate - risponde Monti - si consiglia di applicare la sera un autoabbronzante sulle chiazze bianche». Al mattino il trattamento prevede una “schermatura”. «Di giorno è possibile proteggere le macchie - dice Monti - con un riflettente solare minerale. Questi fotoriflettenti sono composti principalmente da argille naturalmente colorate. Evitano l’arrossamento e contemporaneamente mascherano un po’ la chiazza bianca».

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