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Il Museo Ginori rischia il degrado Regione e sindacati uniti per impedirlo

Chiuso da due anni, il Museo Ginori di Sesto Fiorentino (Fi) rischia il deterioramento. La Regione Toscana è decisa a intervenire insieme ai sindacati e al Comune per tutelare una parte del patrimonio culturale italiano

 
05 maggio 2016 | 15:28

Il Museo Ginori rischia il degrado Regione e sindacati uniti per impedirlo

Chiuso da due anni, il Museo Ginori di Sesto Fiorentino (Fi) rischia il deterioramento. La Regione Toscana è decisa a intervenire insieme ai sindacati e al Comune per tutelare una parte del patrimonio culturale italiano

05 maggio 2016 | 15:28
 

La Regione Toscana, i sindacati, e il comune di Sesto Fiorentino (Fi) sono pronti ad agire per scongiurare il degrado del Museo Ginori, il prezioso deposito di porcellane e ceramiche, legato da tre secoli alla Manifattura Richard Ginori. Il Museo Ginori, che appartiene al patrimonio culturale italiano, è chiuso da ben due anni e rischia il deterioramento, considerando che non è più stato effettuato nessun lavoro di manutenzione. Allo stato dei fatti sia l'immobile sia il suo contenuto, di grande pregio, rischiano di subire danni irreparabili.



Per questo motivo un plauso va all’iniziativa delle Regione Toscana e di tutte le istituzioni che si stanno attivando per impedire il decadimento del museo. Dall’altra parte purtroppo siamo costretti a denunciare la mancata partecipazione di Richard Ginori e di Gucci - che ha acquisito il marchio nel 2013 - a una mostra che ha fatto della manifattura italiana il suo perno: “Appunti di stile dell’Italia a Tavola” inaugurata al Museo Bardini di Firenze in occasione del Premio Italia a Tavola e visitabile fino al prossimo 30 maggio. La mostra si compone di circa trenta le scenografiche “mise en place”, offrendo suggestivi scorci di alcuni interni familiari d’eccezione. Un vero e proprio focus sull’artigianalità italiana, che vanta Richard Ginori tra i suoi un top player, ma che non ha potuto godere della partecipazione di quest’ultimo.

Di certo la partecipazione alla mostra di Firenze sarebbe stata un’occasione per puntare i riflettori sulla penosa situazione che affligge il Museo Ginori e gli stabilimenti produttivi. Ma allo stato dei fatti la situazione resta critica. Ricordiamo infatti che se da una parte il marchio e le attività produttive Richard Ginori appartengono a Gucci, e quindi alla multinazionale del lusso francese Kering, dall'altra i terreni e i capannoni sono rimasti nelle mani dell'altro ramo dell'azienda, la Ginori Real Estate (al 50% della fallito Ginori e al 50% a un gruppo di costruttori locali).

Ad oggi Kering è disposta a investire 15 milioni di euro per rilanciare la manifattura, ma ad una condizione: avere a disposizione l'intera area di produzione, inclusi i capannoni. Nel caso in cui i curatori fallimentari non accettassero la proposta di acquisto di Kering, la Ginori sarà costretta a traslocare e a quel punto anche per il museo non ci sarà più speranza.

Enrico Rossi
Enrico Rossi

«Noi ci siamo - dichiara il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi (nella foto) - e ci auguriamo che al nostro fianco ci sia anche il Ministero, in qualunque paese del mondo la sorte di un museo del genere sarebbe un caso nazionale. Abbiamo plaudito a suo tempo all'arrivo di Gucci, e faremo il possibile per mantenere l'attività produttiva dell'area e scongiurare una delocalizzazione. Ascolteremo gli attori in causa, sostenendo il Comune di Sesto, se ce ne sarà bisogno, nella ricerca degli strumenti urbanistici più utili».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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