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I vini di Vecchie Terre di Montefili protagonisti dallo chef Giulio Terrinoni

Vecchie Terre di Montefili, azienda con sede nel Chianti Classico, è stata protagonista a Roma al ristorante “Per me”: cinque le etichette che hanno accompagnato i piatti dello chef Giulio Terrinoni

di Mariella Morosi
 
26 aprile 2024 | 18:49

I vini di Vecchie Terre di Montefili protagonisti dallo chef Giulio Terrinoni

Vecchie Terre di Montefili, azienda con sede nel Chianti Classico, è stata protagonista a Roma al ristorante “Per me”: cinque le etichette che hanno accompagnato i piatti dello chef Giulio Terrinoni

di Mariella Morosi
26 aprile 2024 | 18:49
 

Vecchie Terre di Montefili, azienda vitivinicola di 12,5 ettari nel Chianti Classico, è una tra le più dinamiche realtà del panorama toscano con una progettualità definita su vini che  siano espressione della varietà, del luogo e dell'etica in ogni fase produttiva. La bellezza della collina da cui prende il nome, con vista sulle valle di Pesa e Greve, conquistò nel 2015 tre amici americani appassionati di vino, Nicola Marzovilla, Frank Bynum e Tom Peck Jr. L'acquistarono, cominciando un percorso mirato ad ottenere vini territoriali. Serena Gusmeri, l'enologa ed agronoma bresciana,  insieme al direttore commerciale Stefano Toccafondi, è venuta a Roma a raccontare le tappe del percorso aziendale nel corso di un evento conviviale al ristorante stellato "Per me" di Giulio Terrinoni, a Vicolo del Malpasso 9. 

I vini di Vecchie Terre di Montefili protagonisti dallo chef Giulio Terrinoni

Vecchie Terre di Montefili è un'azienda vitivinicola di 12,5 ettari nel Chianti Classico

Vecchie Terre di Montefili, un Anfiteatro toscano

Siamo nel comune di Greve in Chianti, al confine delle Uga (Unità geografica aggiuntiva, ndr) del Chianti Classico di Panzano e Montefioralle che da oltre 20 anni fa parte del primo distretto biologico (Panzano).  Fu recuperato l'esistente - il primo vigneto di Sangiovese chiamato “Anfiteatro”, risale all’anno 1975 - ed impiantate altre varietà. Il progetto è stato poi realizzato in pieno con l'arrivo dell'agronoma ed enologa bresciana Gusmeri, proveniente da realtà vinicole del tutto diverse come la Franciacorta e la Campania dei celebri bianchi. 

I vini di Vecchie Terre di Montefili protagonisti dallo chef Giulio Terrinoni

L'enologa Serena Gusmeri e il responsabile commerciale Stefano Toccafondi

Per lei rappresentò un radicale cambio di approccio al vino, reso possibile sia dal suo stretto legame con la terra. «La natura è sempre stata nella mia anima - dice -  conviverci  e fare cose con le mie mani mi ha sempre resa felice. Ogni vigneto è unico, plasmato dall'ecosistema che lo circonda e la ricchezza delle varietà autoctone italiane dipende dall'ecosistema e dall'ambiente in cui possono esprimersi al meglio». E quel Chianti è stato per luogo giusto per esprimere la sua idea di vino: in in cantina fermentazioni spontanee e lunghi invecchiamenti in botti di medie e grandi dimensioni, convinta che, quando il frutto è buono, il ruolo dell’enologo  è solo quello di facilitare il viaggio dalle uve al vino.

Vecchie Terre di Montefili, un menu per esaltarne i vini

Al menu concordato dallo chef - Riso, patate e ‘nduja, variazione di funghiTagliolini alla lepre con pere al vino e pecorino affumicato, Agnello con scalogno e spinaci e formaggi - sono state abbinate 5 etichette: Chianti Classico Docg  2016, Chianti Classico Gran Selezione Docg 2016, Chianti Classico Gran Selezione “Vigna Vecchia” Docg 2016, Anfiteatro Igt Toscana 2016 e Bruno di Rocca Igt Toscana 2016. Questa ultima etichetta blend dell'80% di Cabernet Sauvignon e il 20% di Sangiovese,  nel 2020 fu apprezzata da Bruce Sanderson di Wine Spectator per il suo potenziale di longevità. È dal 2015 che l'azienda si dedica  all’affinamento del  50% della produzione, per valutarne l’evoluzione nel tempo e individuare il momento migliore della vita dei singoli vini. 

Vecchie Terre di Montefili, la new entry a Roma

Nel corso dell'incontro romano è stata presentata anche una new entry limitata a 2400 bottiglie prodotte secondo l' etica del bio-distretto di Panzano: il "Vigna nel Bosco IGT Toscana 2019", del vigneto più alto (540 metri) nell’Unità geografica aggiuntiva di Montefioralle. «Racchiude tutta la nostra filosofia produttiva - ha detto l'enologa- la vendemmia è manuale con selezione in vigna e la vinificazione a basso intervento.  Le uve devono essere rappresentative di ogni vendemmia, senza manipolazioni».

La conduzione di Vecchie Terre di Montefili è biologica, ma non certificata per scelta, perchési è voluto andare oltre ad un elenco di prodotti permessi nei trattamenti.  Anno per anno sono stati osservati e campionati tra i filari le piante spontanee - almeno 63 diverse - così come gli insetti che sono lo specchio dello stato di salute della terra che si voleva preservare. «Non abbiamo ricette  nella vinificazione- sottolinea- permettiamo ad ogni annata di essere un viaggio di scoperta nuovo. Il processo di vinificazione è semplice con fermentazione spontanea in acciaio con le bucce per 15 giorni, poi malolattica sempre in acciaio e riposo in botti grandi.  L'idea è quella di valorizzare le note fruttate e la sapidità, oltre all’acidità, senza privilegiare il sentore di legno». 

I vini di Vecchie Terre di Montefili protagonisti dallo chef Giulio Terrinoni

Il primo vigneto di Sangiovese, chiamato “Anfiteatro”, risale all’anno 1975

Dal 2018 un progetto di ricerca che prevede la zonazione di tutte e parcelle ha dato molte risposte anche sulla composizione dei suoli in cui durante la glaciazione si sono unite tre lingue di terra di diversa composizione, dal quarzo all'argilla fino all'arenaria. Il risultato è che dal Chianti Classico, fino ai Super Tuscan Anfiteatro e Bruno di Rocca, ogni bottiglia racconta una storia diversa, con scelte specifiche per permettere a ogni annata di esprimersi. L'altitudine, circa 500 metri e la ventilazione sono valori importanti e il potenziale produttivo potrebbe essere più alto delle attuali 60 mila bottiglie. 

Vecchie Terre di Montefili, chi c’è dietro l’azienda vitivinicola

Soddisfatti i tre titolari, spesso presenti e attivi in azienda.

  • Nicola Marzovilla,  pugliese, ha vissuto  a New York, nel Bronx. Diventa ristoratore, apre  “Tempo”, a Manhattan, concentrando il menu sulla cucina pugliese e una lista di vini tutti italiani, la prima del genere a New York. Nel 1994, apre  “I Trulli Ristorante” a Manhattan, dove nasce l’amicizia con Frank Bynum. Poi arrivano  il wine bar  “Enoteca” esclusivamente italiano, il negozio “Vino”. Segue l'esperienza di distributore-importatore e nel 2022 apre un nuovo locale:  il “Nonna Dora’s Pasta Bar”. 
  • Tom Peck Jr., californiano, è alla guida di un'azienda familiare e la porta a leader di mercato multinazionale nel settore dei prodotti per l'installazione di piastrelle e pietre. Dopo la vendita nel 2013, inizia a cercare un'opportunità per realizzare il desiderio di fare vino nell'areale del Chianti. 
  • Frank Bynum scopre quella che diventerà la passione per il vino italiano 25 anni fa in viaggio di nozze. Poi diventa  cliente abituale de  “I Trulli” di Nicola Marzovilla. Dopo diversi viaggi in Toscana, con gli altri due amici conosce Vecchie Terre di Montefili e se ne innamora. Il loro sogno di produrre vini speciali che riflettano l’anima di questo luogo diventa realtà con la vendemmia del 2015. Il logo dell'azienda sono i due bellissimi cipressi che segnano l'ingresso dell'azienda.

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