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grazie a zespri

Da frutto esotico a simbolo del “nuovo” made in Italy: la rivoluzione del kiwi

Giacomo Cornia
di Giacomo Cornia
08 ottobre 2025 | 12:03

Il kiwi nel pensiero collettivo può essere considerato un frutto dalla provenienza a noi lontana, ma grazie agli investimenti effettuati negli anni da parte di aziende come Zespri oggi è un prodotto ormai diffuso in Italia, non solo sulle tavole, ma anche nei nostri terreni coltivati. Con oltre 25mila ettari, il nostro Paese si posiziona tra i più grandi produttori di kiwi nel panorama europeo sia dal punto di vista commerciale che produttivo.

Da frutto esotico a simbolo del “nuovo” made in Italy: la rivoluzione del kiwi

I kiwi di Zespri

Le origini del kiwi in Italia

Originario della Cina, poi esportato all’inizio del ‘900 in Nuova Zelanda, è arrivato in Italia come tanti altri prodotti alimentari, durante il boom economico degli anni ’60 e ’70, come un prodotto di tendenza frutto della curiosità di un’Italia che non aveva paura di scoprire nuovi orizzonti. Successivamente, grazie anche all’arduo lavoro di aziende come Zespri (leader mondiale nella produzione di kiwi), si è riscontrata una particolare predisposizione per la produzione nel nostro paese. In particolare nella zona centrale, in regioni come Lazio ed Emilia-Romagna. Questo grazie a diversi fattori:

  • Clima mite e temperato favorevole: la pianta del kiwi nasce come pianta da sottobosco e un eccesso di caldo non permette le giuste condizioni. Infatti, gli innesti vengono posti affinché i frutti siano protetti da una superficie ombrosa creata dalla pianta stessa.
  • Terreno fertile e drenante: per la produzione del kiwi è fondamentale avere un terreno ricco d’acqua, ma che allo stesso tempo possa drenare per evitare che ristagni e conseguentemente manchi l’ossigeno alla pianta
  • Lungimiranza e visione a lungo termine da parte di aziende come Zespri che per prime sono arrivate ad intuire una certa predisposizione ambientale.

Zespri rappresenta il produttore di kiwi più importante al mondo, con il 30% dei kiwi commercializzati in 59 Paesi. Conta circa 2.800 produttori in Nuova Zelanda e 1.500 nel resto del mondo, principalmente in Italia, Francia, ma anche in Giappone e Corea del Sud. Con un fatturato annuale record di 5,14 miliardi di dollari neozelandesi nel 2024/2025 grazie alla commercializzazione di oltre 795mila tonnellate.

La varietà in Italia

Nel corso degli anni Zespri ha costruito collaborazioni a lungo termine con coltivatori e operatori post-raccolta italiani. Non possiede terreni, ma collabora con i coltivatori locali per coltivare kiwi SunGold, la varietà con la polpa giallo-dorata, dal gusto dolce e ricco di vitamina C (152 mg per 100 g), che sostiene il sistema immunitario e contribuisce al benessere mentale. Oltre a questi, i kiwi verdi, che soddisfano i requisiti di qualità per diventare kiwi Zespri Green, dalla polpa verde brillante, il gusto agrodolce e ricco di fibre e acqua.

Da frutto esotico a simbolo del “nuovo” made in Italy: la rivoluzione del kiwi

Alcune piante di kiwi

Le principali zone di produzione italiane

Le principali regioni dove viene effettuata la coltivazione, come detto, sono Lazio, in particolare nella zona di Latina, Emilia-Romagna, Calabria e Veneto. La grande maggioranza dell'offerta dell'emisfero nord di Zespri è coltivata in Italia e si prevede che aumenterà sostanzialmente per raggiungere gli obiettivi di crescita globali. In Italia gli ettari di SunGold coltivati sono 4.110 e 443 in Francia. Gli impianti e i volumi sono destinati a crescere fortemente nei prossimi sei anni: si prevede che entro il 2031 le superfici totali arriveranno a circa 7.520 ettari.

Il ciclo produttivo della pianta

Siamo andati a visitare la società agricola Pace Enzo e Figlie, oggi arrivata alla terza generazione con Carla e la figlia, dove abbiamo avuto modo di vedere il ciclo di produzione della pianta del kiwi, che parte a dicembre con la potatura invernale, quando la pianta è in una fase dormiente dando la possibilità alla pianta di accumulare le ore di freddo necessarie per mantenere una buona produttività. Segue la rottura delle gemme e il successivo germogliamento, una volta che la temperatura aumenta nel periodo primaverile ( tra marzo e aprile). Nella prima settimana di aprile si effettua il diradamento, ovvero la gestione della carica dei germogli e dei fiori, una parte fondamentale per un buon risultato finale dal momento che la produzione delle piante di kiwi sono sempre molto abbondanti ed è necessario intervenire sulla quantità, a vantaggio della qualità dei frutti. A maggio poi come in tante altre colture arriva la fase dell’impollinazione, che avviene in natura attraverso vento e insetti o attraverso le scorte di polline che i produttori raccolgono nell’anno precedente.

Da frutto esotico a simbolo del “nuovo” made in Italy: la rivoluzione del kiwi

Vista aerea sui campi di kiwi

A fine maggio prosegue un’altra fase di diradamento, questa volta sui frutti, per eliminare quelli che presentano difetti estetici. Frutti che non vengono buttati, ma smaltiti come risorsa organica che verrà a sua volta riutilizzata. In estate, con l’innalzamento delle temperature, è il momento della formazione dei frutti, solo dopo la fase di allegagione, momento nel quale si forma un piccolo frutto che cresce molto rapidamente di quasi 2 grammi al giorno. Col passare delle settimane la velocità di crescita diminuisce e l’energia della pianta è rivolta alla stimolazione della maturazione dei frutti. Questa fase, ovviamente, viene periodicamente monitorata per provvedere all’irrigazione in base alla situazione ambientale contingente a alle condizioni del terreno. A partire da metà settembre, infine, avviene la raccolta dei frutti. Una pratica non semplice data la grande produttività delle piante, in particolare quelle di Zespri. Basti pensare che una pianta di kiwi, che ha mediamente una superficie di 20 metri quadri, arriva a produrre fino a 1000 kiwi.

Quali sono i principi nutritivi del kiwi?

Proprio pochi mesi fa avevamo parlato dei valori nutrizionali in un altro articolo su Italia a Tavola. Il kiwi presenta un’importante fonte di potassio, fibre e antiossidanti. Questi ultimi (in particolare la vitamina C) possono contribuire a neutralizzare i radicali liberi che possono danneggiare le cellule e il loro dna nonché promuovere lo sia l’insorgenza di infiammazioni e anche di tumori. La sua vitamina C sembra inoltre proteggere dai sintomi respiratori dall'asma, e - unitamente ai polifenoli e al potassio - può contribuire a proteggere la salute cardiovascolare. Insomma, un frutto ideale da utilizzare per una sana alimentazione.

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