Continua il viaggio nella cultura del tè con il Tea Master Albino Ferri, dell'Accademia Ferri in collaborazione con Italia a Tavola, che in questo episodio fa tappa a Vicenza, nella prima sala da tè della città.

Il tè verde e il tè nero
Ad accompagnarlo c’è Livio Zanini, docente e tra i massimi esperti italiani in materia, per affrontare una domanda tanto semplice quanto cruciale: che differenza c’è tra tè verde e tè nero?
Tè verde e tè nero: differenze che fanno la differenza
«I tè verdi sono dei tè in cui le foglie, dopo la raccolta, vengono sottoposte a un momento di inibizione enzimatica per fare in modo che mantengano le loro note vegetali e floreali», spiega il professor Zanini. Una tecnica che varia tra Cina e Giappone, dove si usano rispettivamente il calore secco del wok o quello umido del vapore.
Il tè nero, invece, segue una strada opposta: «Viene fatto appassire, poi arrotolato e infine lasciato all’aria proprio per favorire questa ossidazione», precisa Zanini. È questo processo a conferire al tè nero le sue note più corpose, maltate, spesso più vicine ai gusti occidentali.

Scegliere il tè giusto: una questione di gusto (e cultura)
Esistono oltre 5mila varietà di tè, tra cui nero, verde, bianco, oolong, giallo e scuro, ognuna con caratteristiche uniche dovute ai diversi metodi di lavorazione. Più che una competizione tra varietà, si tratta di filosofie del gusto, legate alla cultura e ai territori.

Livio Zanini e Albino Ferri
Il tè verde è spesso associato a un’esperienza più fresca, disintossicante e meditativa, mentre il tè nero, robusto e deciso, è perfetto per chi cerca carattere e struttura. Non c’è una scelta giusta o sbagliata: tutto dipende da quando, come e con che spirito si beve il tè.
Per informazioni: www.ferridal1905.com