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Fantin, Noda, Takaghi e Matsuda inaugurano la Japan restaurant week

Mariella Morosi
di Mariella Morosi
17 giugno 2016 | 17:41

Non si erano mai visti a Roma tutti insieme quattro grandi interpreti della cucina giapponese, né era mai stato possibile gustare altrettanti menu a base di prodotti tipici della tradizione culinaria nipponica, come la famosa carne di manzo Wagyu, marmorizzata, saporita e tenerissima, e uno speciale riso made in Japan adatto alle varie interpretazioni. L'occasione è stata l'apertura della “Japan restaurant week” e la location i giardini della residenza dell'ambasciatore giapponese a Roma, Kazuyoshi Umemoto.


La cerimonia della rottura della botte di sakè

A preparare un articolato menu, con qualche specialità fusion in omaggio all’Italia, sono stati Kazuo Takaghi del ristorante “Takaghi” di Kyoto, Masatoshi Matsuda, resident chef dell’Ambasciata del Giappone, Kotaro Noda del “Bistrot 64” di Roma e Luca Fantin, del ristorante “Luca Fantin” di Tokyo. Gli ospiti sono stati accolti in atmosfera informale ma non sono stati privati di alcuni suggestivi rituali dell’ospitalità nipponica, come il kagamibiragi, la rottura delle botti di sakè, il distillato di riso, con martelli di legno.


Masatoshi Matsuda, Kazuo Takagi, Kotaro Noda e Luca Fantin


A seguire un brindisi con le ciotole quadrate, sempre di legno. Ma oltre alle sei qualità di sakè (nihonshu), sono stati degustate varie etichette di shochu, la grappa ottenuta dalla fermentazione di grano, riso, patate o zucchero nero che si beve pura o diluita con acqua. Non mancava neppure la cerimonia del thè. Il Giappone è di moda in Italia e amatissima è la sua cucina. Basti ricordare le file di visitatori al Padiglione del Giappone all’Expo 2015.

La “Japan Restaurant Week” in Italia è stata organizzata dal ,ministero dell’Agricoltura, delle foreste e della pesca di Tokyo ed è stata preceduta da un convegno alla Fao in cui esperti di tutto il mondo hanno messo a confronto la dieta giapponese con la dieta mediterranea, entrambe considerate le più salutari del mondo e Patrimonio Unesco.

Sull’amicizia e la collaborazione tra Italia e Giappone si è soffermato l’ambasciatore Kazuyoshi Umemoto, dando il benvenuto agli ospiti romani. «I primi scambi - ha detto - risalgono alla prima metà del XVI secolo mente le relazioni diplomatiche sono state instaurate nel 1866. Manifestazioni come questa e quelle in ambiti diversi come politica, economia cultura, scienza e tecnologia rafforzano la nostra amicizia aprendo nuove prospettive».

 

Luca Fantin
Luca Fantin

Al ricevimento in giardino Luca Fantin, trevigiano, ex sous chef a La Pergola di Roma, dal 2009 al “Bulgari Ginza Tower” di Tokyo che ora porta il suo nome, ha preparato Chips di riso con tartare di carne Wagyu, poi ancora Wagyu fritto con salsa piccante di pomodoro e sempre con questo tipo di carne praticamente al centro di tutti i piatti, una Scottata con salsa di senape. L'ormai romanizzato Kotaro Noda aveva cominciato il suo percorso a Kobe con Gualtiero Marchesi, poi è stato con Enrico Crippa, all’“Enoteca Pinchiorri” di Firenze, all’“Enoteca La Torre” di Viterbo, al “Noma” e al “Geranium” di Copenaghen prima di approdare al “Bistrot 64” di Roma.

Un omaggio alla Capitale che lo ha incoronato tra i grandi sono stati la sua Coda alla vaccinara Wagyu, molto fusion, un arancino di riso e una panna cotta. Kazuo Takaghi, due stelle Michelin costanti da 7 anni, incantato dalla varietà degli ortaggi italiani, ha offerto tutta una serie di eleganti e colorati assaggi a base dell'apprezzata carne japan e riso. Infine Masatoshi Matsuda, resident chef dell’ambasciatore, ha presentato una Gelatina di verdure e crema di miso al sesamo.

Nei ristoranti di Roma, Firenze e Milano che hanno aderito alla “Japan Restaurant week” verrà sempre proposta un'interpretazione della Wagyu. A Roma questa carne tenerissima e costosa si potrà gustare da Baccano, Bistrot 64, Plancha, Queen Makeda Grand Pub e Retrobottega. A Firenze presso la Cucina Torcicoda, al Gurdulu, al Konnubio, all’Ora d’Aria a al Palagio Four Season. A Milano, infine, al 10 Corso Como, da Berton, all’Essenza, al Meat Yazawa, da Sadler e al Tokuyoshi.



Ognuno di loro presenterà in omaggio al Paese del Sol Levante un piatto esclusivo a base di prodotti tipici come la carne che sarà fornita dall’Unione Centrale delle cooperative Agricole del Giappone. Poi entreranno nei piatti il riso, il latte di soia, il Sakè e la grappa Shochu. Non mancheranno momenti di approfondimento sulle tradizioni del Paese e sarà messo a disposizione materiale informativo. Tra le altre iniziative per i 150 anni dell'amicizia tra i due Paesi ci sarà un importante focus sul food: da un seminario sulla cucina del monaco buddista, ad un altro su Georges Ohsawa, organizzata dall'associazione “Un punto macrobiotico” che ha 100mila soci in Italia. Previsti anche una mostra a Milano, “Hokusai, Hiroshige, Urtamaro. Luoghi e Volti del Giappone» e altre due a Roma: una sui Manga e l'altra sulla fotografia di Domon Ken, maestro del realismo giapponese. Altri appuntamenti avranno come temi l'arte, la musica, il teatro e lo sport.

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