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“Apriamo. Anzi, chiudiamo” Il Governo manda in tilt il cervello

Il neurologo Rosario Sorrentino spiega come i dietrofront del Governo relativi alle restrizioni per Natale danneggino il nostro modo di pensare. Perché la mente fatica a ripristinare le idee e riordinarle in poco tempo.

15 dicembre 2020 | 17:21

Festività: chiusura sì, anzi no. A sintetizzare così una certa confusione sulle misure che l'Italia si appresterebbe ad adottare in vista delle feste di fine anno, è neurologo Rosario Sorrentino, divulgatore scientifico e autore del volume "La paura ci può salvare" (Solferino). Parlando con l'Adnkronos Salute, Sorrentino stigmatizza questa sorta di «stop and go che non aiuta il cervello degli italiani. L'azione del governo, nei messaggi che lancia, mostra infatti una pericolosa ambiguità ed è un ossimoro. E' un po' come una madre ansiosa che raccomanda al figlio: "Corri piano!".

Cervello in panne per il Covid - Apriamo. Anzi, chiudiamo Il Governo manda in tilt il cervello

Cervello in panne per il Covid

Cervello in crisi a causa dei cambiamenti repentini
Ma come si fa a correre piano? «Come verranno percepiti questi cambi di fronte? Come vengono percepite le parole della mamma dal suo bambino?». Un giorno i dati sono in miglioramento e l'Italia diventa quasi tutta gialla, un altro si richiude o si minaccia di farlo. «Cambiare idea - continua il neurologo - è un'operazione cognitiva complessa, il cervello fatica molto a rivedere, riconsiderare le proprie idee e impiega tempo», a modificare le proprie certezze.

«Ma farlo troppo spesso è pure peggio: si rischia - avverte Sorrentino - di perdere il contatto con la realtà. Nei momenti di crisi la comunicazione deve essere semplice, chiara e senza dietrofront repentini. E questo anche in caso di decisioni impopolari, altrimenti è il caos e si perde il controllo. Il vero leader sfida la popolarità e va avanti forte del proprio convincimento», conclude l'esperto, invocando chiarezza e semplicità nella comunicazione agli italiani.

Insomma, il grigiore del Governo non fa male solo alla salute in chiave coronavirus, all'economia, alla progettazione di bar e ristoranti e all'impossibilità di organizzare le feste per tempo, ma anche alla salute mentale di noi poveri cittadini continuamente sballottati dal giallo al rosso senza alcun ritegno.


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