Vi ricordate i cecchini che si appostavano sui balconi durante il primo lockdown per “sparare” a chi si azzardava a correre per strada quando tutti raccomandavano di #stareacasa? Ecco, ora questo gioco al protagonismo da guardia e ladri (dove le guardie sono i cittadini e i ladri sono… i cittadini) si è spostato sui ristoranti. E, come accadeva per i podisti, è un gioco senza regole e quindi pieno di errori e mala informazione.

Un post ha fatto infuriari i ristoratori
I dubbi su aperture illeciteDa qualche tempo infatti sta correndo la voce che alcuni ristoranti
aprono segretamente le loro cucine e la loro sala a pochi “
vip” che organizzano cene illecite considerando i divieti in atto. Non che non possa essere vero, ma attenzione perché ci sono dei distinguo da fare.
Quali sono le regole?In primis va ricordato che i locali aperti all’interno degli
hotel - che non hanno l’obbligo di rimanere chiusi, anche in zona rossa - possono lavorare regolarmente anche se solo ed esclusivamente per gli ospiti dell’
albergo. Dunque se qualcuno prenota una stanza può concedersi un
pranzo o una cena al ristorante o un
cocktail in un
bar.
Detto questo non è escluso che qualche ristoratore e
cliente che cerchi di fare il
furbetto c’è. Anzi, è certo dato che le notizie di
controlli delle forze dell’ordine che hanno portato a sanzioni non sono poche. Dire che sta diventando la norma però è azzardato.
Nei giorni scorsi il giornalista esperto di gossip,
Gabriele Parpiglia (storica firma del settimanale "Chi" e autore televisivo di programmi come L'Isola dei Famosi) ha postato su Instagram il conto di un ristorante milanese che - a detta sua - avrebbe ospitato una maxi cena con 40 persone.
Milano, zona arancione, ristoranti chiusi in presenza, ricordiamo. Il post è piuttosto sibillino perché cita il ristorante nel quale si è svolta la cena,
Le Specialità, ma rimanda a tanti racconti di vip che raccontano di altre cene così.
Quali ristoranti coinvolti?Il telefono senza fili a quel punto è partito e ha toccato altri locali. Rischioso accendere queste micce senza andare fino in fondo in un
momento delicato in cui gli aiuti ai ristoratori mancano e
la loro lucidità pure, lo testimoniano le iniziative di
protesta come
#ioapro che prevede da una settimana aperture illecite in tutta Italia la sera.
I soliti “ben informati” hanno sparato a zero su molti locali tra cui il
Bulk dello chef
Giancarlo Morelli. Raggiunto telefonicamente lui stesso ha voluto spegnere le polemiche con garbo e un “no comment” eloquente. Ma sul suo profilo Facebook aveva risposto a Parpiglia per le rime. Il suo locale infatti, trovandosi all’interno dell’Hotel
Viu di Milano può lavorare regolarmente con gli ospiti della struttura.
Nel post Morelli chiede rispetto per il serio lavoro svolto nei suoi locali nel pieno rispetto dei
protocolli, ribadisce che il suo locale milanese è all’interno di un hotel e si rammarica perché affermazioni così ledono l’immagine del locale
. Infine, non esclude di procedere per vie legali al fine di difendere l
’onestà del proprio operato. Del resto, un conto è fare
gossip un altro essere ristoratori
seri.