Dopo l'uscita poco felice dell'assessore lombardo Giulio Gallera e la pioggia di critiche (dentro e fuori il Pirellone), la Lombardia "ha potuto cominciare" la sua campagna di vaccinazione a tutti gli effetti, avviata con determinazione ieri, 4 gennaio - lo scopo è risalire la classifica "vaccini inoculati" delle regioni italiane, classifica nella quale occupava il terzultimo posto davanti a Calabria e Molise, ricordiamolo).
Lo fa volenterosa di tornare "modello": forte delle parole del segretario di partito Matteo Salvini - «nei prossimi giorni si corre» -, si avvia verso un rimpasto di giunta previsto per la metà di gennaio, con il probabile ingresso a Palazzo Lombardia di Gian Vincenzo Zuccotti, preside della Facoltà di Medicina della Statale (che potrebbe subentrare al posto di Gallera). Certo, tutta questa ritrovata buona volontà si trova "compromessa" dall'ennesima gaffe di un'altra figura di punta di questa crisi, Domenico Arcuri. Secondo quanto riporta Libero, il super commissario all'emergenza avrebbe rifilato alle regioni (disagi in Lombardia, ma anche in Liguria) delle siringhe inadeguate per prelevare gli 0,3 ml di siero necessari ad inoculare ogni dose di vaccino. Un altro modello discutibile di gestione che, con questo ennesimo errore, dovrebbe accodarsi all'assessore e uscire di scena.

Domenico Arcuri e Giulio Gallera: mettiamoci una "x" sopra
Il rimpasto della giunta Lombarda
«Agghiacciante la classifica di chi ha vaccinato più persone»; «Abbiamo medici e infermieri che hanno 50 giorni di ferie arretrate. Non li faccio rientrare in servizio per un vaccino nei giorni di festa». Queste due tra le pessime uscite di Gallera che hanno portato la
Regione - presidente
Attilio Fontana compreso, non più pronto a diferende il collega - a
sfiduciare l'avvocato Giulio Gallera.
L'
ennesima polemica non ha lasciato spazio a scuse. A intervenire è stato lo stesso segretario del partito Matteo Salvini, che ha commentato (a seguito del comunicato della Regione per mezzo del quale la giunta prende le distanze dalle parole dell'assessore): «Quando le cose saranno fatte lo saprete». Una
minaccia che pare diventerà realtà a breve. Il rimpasto infatti è ormai certo e potrebbe arrivare tra una decina di giorni, attorno al
15 gennaio (pochi giorni prima del primo Consiglio regionale dell'anno). Prima poltrona che rischia di saltare è quella di Gallera, appunto,
al centro di polemiche per la gestione dell'epidemia prima, per i
vaccini antinfluenzali dopo e per
quelli anti-covid infine. Al suo posto il nome che circola nei corridoi è quello del professore
Gian Vincenzo Zuccotti, 63 anni. Un tecnico, quindi: presidente della
facoltà di Medicina alla Statale, direttore dell'Unità di pediatria e pronto soccorso pediatrico all'ospedale Vittore Buzzi e responsabile del Centro operativo per l'assistenza domiciliare dei pazienti Covid dimessi dagli ospedali.
Anche qualora - a quanto riporta il
Corriere della Sera - il nome di Zuccotti dovesse sfumare, l'ipotesi di un
tecnico è più che probabile. In qualsiasi caso,
Gallera ha terminato i suoi giorni come assessore. Dà forza a questa tesi quanto riferito dai consiglieri dei partiti di maggioranza della giunta, pronti a
non garantire sul voto in aula se Gallera rimanesse - quindi, se i
5 Stelle presentassero
mozione di sfiducia, diversi consiglieri di maggioranza potrebbero votare col centrosinistra.
Il caso Arcuri e le siringhe inadatte al vaccinoTutta la buona volontà ritrovata (un po' in ritardo...) dalla giunta lombarda viene comunque ostacolata dal "
destino". Il destino in questo caso è l'
ennesimo errore del
commissario straordinario Domenico Arcuri. Dopo le mascherine inadatte della prima ondata, i banchi a rotelle e il
call center di Immuni,
Arcuri pare abbia inviato alla Lombardia siringhe delle quali il 40% non sarebbe adatto al prelievo preciso della dose di
0,3 millilitri del vaccino. Cosa che ha costretto la Lombardia (disagi anche in Liguria) ad
utilizzare i propri dispositivi.
Insomma, la Lombardia, pronta ad iniziare ieri una campagna di vaccinazione al ritmo di
10-15 mila inoculazioni giornaliere, ha ricevuto dal super commissario 80.595 dosi, insieme a migliaia di
super siringhe indispensabili per ricavare il 20% in più del prezioso siero da ogni fiala
Pfizer. Ogni fiala infatti contiene 5 dosi di vaccino da 0,3 millilitri. Una volta scongelata (il vaccino
viene trasportato da Dhl a una temperatura di circa -70°C), la soluzione deve essere diluita, utilizzando anche una comunissima siringa da 1 ml munita di tacchette.
Ed è qui che giunge la
denuncia dei sanitari lombardi (le cui voci sono state raccolte da
Libero): il 40% dei dispositivi da 5 ml inviati da Roma - 8mila su 20mila in tuto - non solo non sono del genere di precisione luer lock, ma
risultano del tutto inadatti. Ecco perché molti ospedali lombardi sono (e saranno) costretti a utilizzare le proprie scorte.
Questo vale tanto per la Lombardia quanto per la Liguria: a confermare il disagio nella regione anch'essa sotto il governo leghista, il presidente
Giovanni Toti.
Se il flop delle siringhe è in primo piano, non bisogna scordarsi quello "meno vistoso" della
carenza di personale medico necessario per effettuare le vaccinazioni. Infatti, il
bando indetto dal commissario Arcuri per il reclutamento di medici ed infermieri è scaduto il
28 dicembre. E per ora, sulle selezioni e sulle agenzie per il lavoro scelte per reclutare il personale, non si sa ancora nulla. O almeno, non fino a questa mattina, quando Arcuri in
una lettera al Corriere spiega: «Abbiamo avviato una "
call pubblica" e ricevuto 22mila candidature di medici e infermieri. Quattro giorni fa è entrata in vigore la norma che ci consente di attivarli. I primi saranno formati e inviati sui territori entro la fine del mese».
Queste, di Gallera e di Arcuri, non possono essere considerate unicamente gaffe: sono episodi di mancanza di rispetto nei confronti degli italiani, a cui costantemente sono richiesti sacrifici, da un anno a questa parte. E come diceva il front man degli Zen Circus, Appino, in una sua canzone: La mancanza di rispetto (in certi casi) dovrebbe essere un reato.