Natale resta, ancora una volta, una festa che si gioca molto attorno a una tavola. E sempre più spesso quella tavola non è in casa. Secondo le stime di Fipe-Confcommercio, saranno infatti 5,5 milioni gli italiani che il 25 dicembre sceglieranno il ristorante per il pranzo delle feste, con un incremento dell’1,8% rispetto allo scorso anno. Una platea ampia, distribuita nei circa 93mila locali aperti per l’occasione - quasi il 70% degli esercizi attivi - e accompagnata da una spesa complessiva che toccherà i 451 milioni di euro, in crescita del 7,1% rispetto al Natale 2024 (influenzata, ovviamente, anche dall’aumento dei prezzi).

Saranno 5,5 milioni gli italiani che a Natale sceglieranno il ristorante per il pranzo
Oltre i numeri, un rito che tiene insieme le persone
Un dato che racconta una consuetudine sempre più consolidata e che va letta oltre il semplice perimetro dei numeri. Perché il Natale, anche quando si vive fuori casa, continua a essere un momento carico di significati sociali e simbolici. Lo sottolinea lo stesso presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Stoppani, ricordando come la ristorazione svolga un ruolo che va ben oltre il servizio: «Il Natale è un’occasione preziosa per stare insieme e condividere momenti di serenità in famiglia. In un periodo storico segnato da incertezza e sofferenza, il cibo e la ristorazione si confermano strumenti formidabili di socialità, convivialità e persino di pace. La ristorazione non è nutrizione ma un condensato di valori sociali e culturali che hanno trovato conferma anche nel recente riconoscimento attribuito dall’Unesco alla cucina italiana».
Menu chiari e prezzi leggibili: come si mangia fuori a Natale
Dal punto di vista dell’offerta, i ristoratori sembrano aver trovato una formula capace di rispondere alle aspettative senza troppe sorprese. Il 72,4% dei locali ha puntato su menu “tutto compreso”, una scelta che semplifica e rende più chiara la spesa in un giorno particolare come il Natale. Il conto medio per il pranzo sarà di 82 euro a persona, bevande incluse, con un aumento del 5,1% rispetto allo scorso anno. Tuttavia, il quadro resta articolato: sei ristoranti su dieci propongono menu tra i 50 e gli 80 euro, mentre quasi il 20% dei locali rimane sotto la soglia dei 50 euro, offrendo un percorso completo dall’antipasto al dessert, bevande comprese. Un segnale di attenzione verso una clientela ampia e trasversale, che non rinuncia al rito del pranzo natalizio ma cerca soluzioni compatibili con budget diversi.

Tra residenti e turisti, sale piene e clima prudente
A riempire le sale saranno soprattutto i residenti, che rappresentano il 75% della clientela. Accanto a loro ci saranno i turisti italiani, pari al 19%, e una quota più contenuta di visitatori stranieri, poco sopra il 5%. Una composizione che racconta un Natale ancora fortemente domestico, ma con una componente di mobilità interna che continua a sostenere il turismo legato alle festività. Anche il clima tra gli imprenditori del settore appare prudente ma non negativo. Il saldo tra chi prevede un Natale migliore rispetto allo scorso anno e chi teme un peggioramento si attesta a +10%, un dato che restituisce l’immagine di un comparto consapevole delle difficoltà del contesto economico, ma ancora capace di intercettare la voglia di normalità e condivisione.

A riempire le sale soprattutto i residenti (il 75% della clientela)
Infine, c’è il racconto del piatto, che a Natale resta ancorato a una memoria gastronomica riconoscibile. Nei menu dominano i grandi classici: brodi declinati nelle diverse tradizioni regionali, arrosti, selvaggina, un’ampia presenza di ortaggi e verdure, fino ai dolci che chiudono il pranzo come da rituale, fra panettone semplice o farcito, pandoro, torrone e specialità locali. Piatti che non cercano stupire a tutti i costi, ma accompagnare una giornata che per molti italiani continua a essere soprattutto un momento da condividere, seduti attorno a una tavola, anche quando quella tavola è apparecchiata fuori casa.