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Decreto flussi: agricoltura e turismo chiedono più lavoratori stranieri

14 maggio 2025 | 13:00

Servono almeno 330mila lavoratori stranieri in agricoltura nei prossimi tre anni, tra stagionali e non stagionali, e oltre 33mila nel turismo. Ma le quote previste dall'ultimo decreto flussi 2023-2025 sono insufficienti e il sistema dei click day continua a creare più ostacoli che soluzioni. È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dalle richieste dei vari settori in vista del nuovo decreto flussi 2026-2028.

Decreto flussi: agricoltura e turismo chiedono più lavoratori stranieri

Decreto flussi 2026-2028: agricoltura e turismo chiedono più lavoratori stranieri

Agricoltura e turismo cercano manodopera straniera

A guidare la domanda è ancora una volta il comparto agricolo, che ha messo nero su bianco il bisogno di 100mila lavoratori stagionali e 10mila non stagionali ogni anno, da impiegare nella pesca e nella filiera agroalimentare. Facendo i conti, sono 330mila lavoratori da reperire nel triennio. Una cifra ben superiore a quanto previsto finora, ma che riflette una realtà concreta: la manodopera non si trova, anche per via dei pensionamenti che stanno svuotando progressivamente le campagne italiane.

Situazione diversa, ma non meno delicata, per il comparto turistico-alberghiero, che ha ridotto la propria richiesta di lavoratori stranieri. Secondo le cifre presentate, serviranno 26.400 stagionali distribuiti su tre anni (8.550 nel 2026, 8.750 nel 2027 e 9.100 nel 2028), a cui si aggiungono 6.900 lavoratori non stagionali, pari a 2.300 ingressi l'anno. In totale, 33.300 lavoratori extracomunitari per coprire le esigenze di un settore che, pur sempre alla ricerca di personale, ha scelto di abbassare il tiro. A spiegare il perché a Il Sole 24 Ore è Angelo Candido, capo del servizio sindacale di Federalberghi: «Lo scostamento fra domande e quote, le attese congiunturali e i limiti della normativa ci hanno spinto a ridurre la richiesta di lavoratori». Ma il problema è anche nella struttura stessa del sistema, come aggiunge Candido: «Nonostante le modifiche e le semplificazioni, il sistema dei click day ha delle criticità strutturali e andrebbe superato, rafforzando e semplificando il canale della formazione dei lavoratori extraeuropei nei Paesi di origine».

Decreto flussi: agricoltura e turismo chiedono più lavoratori stranieri

Click day e visti in ritardo: il turismo fatica ad assumere stranieri

Una visione condivisa anche da Nicola Ciccarelli, vicepresidente di Associazione italiana Confindustria alberghi (Aica), che non nasconde le difficoltà quotidiane degli operatori: «Il settore alberghiero continua a soffrire di carenza di personale, soprattutto per le figure operative, e l'ingresso di lavoratori extracomunitari può essere una soluzione. Il decreto flussi presenta però ancora alcune criticità legate alla procedura complessa e costosa, ai click day e ai ritardi nei rilascio dei visti». Ma non è tutto: «Alla presentazione della domanda, e quindi prima della sua accettazione, è necessario allegare l'asseverazione di un professionista abilitato, che attesti il possesso dei requisiti e della capacità economica necessari per assumere il numero di lavoratori richiesto. È un documento oneroso, che grava sulle aziende indipendentemente dall'esito della procedura, e non sempre è semplice reperire un professionista disponibile, tenendo conto delle responsabilità, anche di natura penale».

Decreto flussi: chiesti lavoratori anche nell'assistenza familiare e nell'edilizia

Ma non è tutto. Infatti, anche il comparto dell'assistenza familiare fa sentire la propria voce, con Assindatcolf che ha indicato un fabbisogno di 57.536 colf, badanti e baby sitter nel triennio 2026-2028: 18.513 nel 2026, 19.262 nel 2027 e 19.761 nel 2028. Una richiesta che si allinea con le disponibilità previste per il 2025, anche se va detto che la quota è stata in parte “gonfiata” dai 10mila ingressi extra previsti dal Dl 145/2024, dedicati in via straordinaria alla cura di grandi anziani e disabili.

Infine, c'è l'edilizia, altro grande bacino di richiesta di manodopera extra Ue. Ai click day di febbraio, per gli ingressi del 2025, sono arrivate quasi 35mila domande. Per il prossimo triennio, l'Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ha stimato un fabbisogno di 18mila lavoratori, suddivisi in 6mila all'anno. Intanto, però, sta cercando di anticipare il problema alla radice, promuovendo progetti di formazione nei Paesi d'origine dei futuri lavoratori.

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