In Italia un po’ dovunque ci sono casi di locali, per lo più bar e pizzerie, che sfidano le regole per il controllo della pandemia e aprono anche la sera in zona gialla. O peggio, aprono in zona arancione. Una situazione che deriva dalla frustrazione e dalla rabbia dei gestori costretti da mesi a chiusure senza adeguati ristori. E dopo che a Bolzano, zona rossa per il Governo, la Provincia ha deciso di aprire tutto, a pranzo e a cena fino alle 22, la situazione potrebbe portare ad un aumento delle iniziative di aperure per protesta. L’autonomia di chi può fare quello che vuole, come in Alto Adige, non è ben vista nel resto d’Italia…
L'interno del Tito di Firenze (fonte Tito.it)
E fra le località dove si apre, in pochi in verità, si segnala Firenze. È il caso della pizzeria Tito di via Baracca (che ha altro tre locali gemelli in città).
Ha aperto per tre sere di seguito, e per tre volte è stato multato. L’ultima volta venerdì con
17 sanzioni per violazioni alle disposizione Covid a 16 clienti e al titolare del ristorante,
Momi El Hawi, uno dei promotori della protesta
#Ioapro1501contro le limitazioni dei Dpcm. Dodici sono le multe collezionate da Tito e cinque i provvedimenti di chiusura dal mese di ottobre. In tutto sono 58 i clienti della pizzeria identificati e sanzionati nell’ultima settimana. Un record per Firenze dove sono stati finora 4 i locali multati.
Il sindaco Dario Nardella ha annunciato provvedimenti seri nei confronti dei locali che continueranno ad aprire la sera. «Saremo severissimi verso questi signori che fanno i fenomeni sfidando apertamente le istituzioni» le dure parole del sindaco.
Oltre alla pizzeria Tito , sotto la lente degli investigatori sono finiti il ristorante Passaguai di Borgo San Frediano sorpreso con quattro clienti comodamente seduti a tavola: 400 euro di multa al titolare, 400 per ognuno dei quattro ospiti e chiusura dell’attività per cinque giorni a partire da sabato sera. Multati con una sanzione da 400 euro anche il titolare de Il Clarinetto di viale Spartaco Lavagnini e i nove clienti che erano seduti.

Wilma Scaloni e Viola Cioncolini del Rouge Wine Bar di Firenze (fonte La Nazione)
Il Rouge di via Pisana è un altro locale che aveva aderito alla protesta anti Dpcm, ma venerdì sera all’arrivo i poliziotti hanno trovato dei manichini, quindi niente multa. Ma sabato invece nel wine bar c'erano due clienti: quindi multa e chiusura per cinque giorni. «Siamo disperati – dice Viola Cioncolini, titolare del Rouge – abbiamo attinto ai nostri risparmi e non ce l’abbiamo fatta. Non ci hanno messo nelle condizioni di lavorare e molto probabilmente una delle prossime vittime del Covid, sarà il nostro locale. Non siamo ribelli e non cerchiamo pubblicità, siamo imprenditori che stanno vedendo andare in fumo tutti i sacrifici di una vita. E abbiamo paura del Covid, sia chiaro. Per noi e per le nostre famiglie. Ma non ha senso chiuderci la sera, i nostri sono luoghi sicuri. I contagi non dipendono da noi».
Secondo “La Nazione”, in tutto a Firenze sono meno di dieci i locali ‘ribelli’, che stanno sfidando le restrizioni di orario. Circa una sessantina, invece, quelli che hanno fatto un passo indietro alla vigilia di #ioapro1501 per paura di imbattersi in un provvedimento di chiusura. Intanto l’associazione consumatori Aduc, in una nota, avverte: «A nostro avviso – dice il presidente Vincenzo Donvito – non ci sono gli estremi per tentare un ricorso sperando che sia accolto. Per cui, il consiglio che diamo è di pagare la sanzione entro cinque giorni in modo da avere la riduzione del 30%».