Qui il delivery è tailor made Le tre soluzioni di Røst a Milano

Piatti unici caldi, un kit di ricette fai da te e gastronomia selezionata. Prevista la possibilità di scegliere il vino tra le 200 etichette della cantina. E la consegna la effettua un addetto in divisa

Røst è un bistrot di pensiero, oltre che di buona cucina. A Milano è un ristorante che ha dovuto cominciare a correre prima del previsto. A pochi mesi dall’inaugurazione, scanditi da risultati e gratificazioni, il gelo del Covid. Ma la reazione è stata furiosa. «Stiamo mettendo a punto il nostro delivery – racconta Hippolyte Vautrin, che guida il locale di via Melzo che vede in cucina Lucia Gaspari e in sala e in cantina Enrico Murru – Un’offerta che abbiamo deciso di sviluppare lungo tre direttrici: piatti pronti caldi, kit fai da te, gastronomia».

Più nel dettaglio, l’offerta piatti pronti prevede una scelta di sei piatti unici che ruotano ogni settimana. Per esempio, Mondeghili con schiacciata di patate della Sila all’olio, Baccalà mantecato con polenta piastrata, Asparagi con burro nocciola e briciole di pane alle erbe. Il kit è rappresentato da ricette semplici, a base di ingredienti della tradizione che si possono realizzare con l’aiuto di video dedicati pubblicati sul sito di Røst. La terza formula abbraccia in toto la gastronomia di selezione: prosciutto, formaggi, fagioli all’uccelletto, piatti pronti o sottovuoto e congelati.



«Abbiamo voluto dare continuità al lavoro iniziato con la stagionalità del prodotto e la freschezza della tradizione – spiega Vautrin – E alle proposte gastronomiche abbiamo aggiunto anche la cantina. Del resto abbiamo 200 etichette in casa e la clientela può ordinare anche le bottiglie. Un delivery che completiamo con il servizio di consegna in proprio. È un addetto di Røst, in divisa, che effettua la consegna seguendo tutte procedure di sicurezza».

Ma Hippolyte Vautrin ha fatto di più. E questo la dice lunga su come vive e promuove la ristorazione. Sta organizzando anche una piattaforma dove sono presenti altri locali. Una condivisione di intenti che dovrebbe sviluppare un circolo virtuoso all’insegna del lavorare tutti. Una selezione di ristoranti che fanno squadra.



Il coronavirus -annota – ci ha obbligato a pensare diversamente. I ristoranti si stanno trasformando in aziende più complete e più complesse, che richiedono un lavoro sempre più preciso e organizzato. Nel tempo si ritornerà a una diversa normalità. Per ora distanziamento sociale, mascherine e doppio turno. Ma non parlatemi di barriere in plexiglass». 

Per informazioni: www.rostmilano.com