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Tra lanterne, baie mitiche e resort da sogno. Ecco perché il Vietnam è oggi la meta perfetta

Il Vietnam non è più solo “mistero orientale”: è diventato un mix perfetto di tradizione e accessibilità, con infrastrutture sempre più efficienti, crescente rete alberghiera e una cucina che ti conquista al primo “pho” . La magia è che riesce a integrare paesaggi spettacolari, storie secolari e un’offerta turistica da metropoli globale - senza perdere autenticità.

Alberto Lupini
di Alberto Lupini
direttore
14 dicembre 2025 | 05:00
Tra lanterne, baie mitiche e resort da sogno. Ecco perché il Vietnam è oggi la meta perfetta

Dimenticatevi le frotte di bambini che vi inseguono per vendervi collanine, o i mendicanti che presidiano le località turistiche, come in gran parte del sud est asiatico. I bambini, al massimo, vi salutano sorridendo e guardandovi con occhi dolcissimi. E in più, potete girare con le borse aperte, portafogli e cellulari in vista: qui le statistiche su furti o violenze sono praticamente azzerate. L’assoluta sicurezza per strada è un motivo che da solo giustificherebbe il viaggio, individuale o con un tour operator. Già, perché l’assenza di povertà e il sentirsi sicuri è ciò che distingue tutto il Vietnam, nei villaggi agricoli come nelle grandi metropoli.

Cau Vang (Golden Bridge), il ponte sospeso su due mani
Cau Vang (Golden Bridge), il ponte sospeso su due mani

Sicurezza totale per i turisti e accoglienza sincera

La dignità personale e l’orgoglio nazionale sono la caratteristica di questo popolo. La società è in pieno sviluppo, un po’ come era la Cina di qualche anno fa (da cui hanno preso molte tradizioni e il vecchio alfabeto). E pur definendosi “stato socialista”, il Vietnam punta oggi sulla libera iniziativa privata - anche per gli stranieri - garantita da una stabilità politica assoluta (c’è ancora un solo partito al potere). Un vietnamita - Pham Nhat Vuong, presidente di Vingroup - è così diventato uno dei primi cento uomini più ricchi al mondo, mentre molte attività si reggono però sul basso costo del lavoro (mediamente un operaio guadagna 300 dollari al mese). Ma nonostante questi contrasti, non si coglie un senso di frattura sociale in un Paese di oltre 100 milioni di abitanti (e 70 milioni di motorini).

Il Vietnam è un paese di oltre 100 milioni di abitanti
Il Vietnam è un paese di oltre 100 milioni di abitanti

In un mix tipicamente orientale, grattacieli e abitazioni rurali si alternano quasi a rimarcare i cambiamenti epocali, ma senza alterare l’indole cordiale e il senso del lavoro che contraddistingue giovani e anziani. Più ancora dei panorami mozzafiato, per molti versi unici e quasi magici, e della storia millenaria dei suoi regni, è proprio la serenità dei vietnamiti che segna un’identità nazionale che resiste nonostante la crescita economica stia trasformando tutto il Vietnam, dalla più austera Hanoi alla cosmopolita città di Ho Ci Min (l’ex Saigon).

Il buddismo come filosofia di vita

A fare da collante sociale - in un Paese che al 75% ufficialmente non è religioso - c’è la cultura buddista e un’attenzione particolare (superstizione?) ai numeri che regolano molte scadenze e festività, nonché la vita di tutti i giorni, neanche fossimo a Napoli. L’8 significa fortuna (ma anche il 6 e il 9 non sono male), mentre il 4 è il numero più negativo in assoluto. Meglio stare attenti quando si tratta di fissare appuntamenti… E in più c'è l'abitudine di mangiare ad ogni ora per giorno, anche per strada. 

Un ingresso alla città proibita di Huè
Un ingresso alla città proibita di Huè

Se aggiungiamo le montagne verdissime, le risaie, i fiumi ricchissimi d’acqua che garantiscono le coltivazioni di riso, caffè, cacao o tè disegnando un paesaggio agricolo fra i più suggestivi al mondo, i 3mila km di spiagge spesso incontaminate, le pagode buddiste e 41mila siti archeologici, si può ben comprendere l’incredibile boom del turismo di questi ultimi anni. Il Vietnam è oggi una delle mete più ricercate al mondo. Il Paese ha messo recentemente un controllo al massiccio ingresso dei cinesi (coi quali ci sono secoli di contrasti), ma in compenso apre al resto del mondo. Per una quindicina di Stati, fra cui l’Italia, non c’è addirittura nessuno obbligo di visto per permanenze fino a 45 giorni.

Una cucina e hotel che da soli valgono il viaggio

Si tratta di una realtà che è garantita da servizi di trasporto efficienti e da una già ricca rete di hotel di ogni tipo, compresi splendidi resort, a cui mese dopo mese tutte le più lussuose catene alberghiere aggiungono nuove strutture. L’ottima cucina, praticamente ovunque, è un altro valore aggiunto e merita da sola il viaggio: è fra le più interessanti al mondo (pari, se non superiore, a quella thailandese). Se poi a qualcuno disturba il coriandolo - come al sottoscritto - lo si può sempre togliere… Il pho e il bún chà sono zuppe strepitose.

Vietnam airlines ha introdotto 3 voli settimanali diretti Malpensa-Noi Bai
Vietnam airlines ha introdotto 3 voli settimanali diretti Malpensa-Noi Bai

Ottimi servizi interni e l’opportunità di viaggiare senza scalo da Malpensa con Vietnam airlines

Su queste basi si può facilmente capire perché in poco tempo il turismo italiano è cresciuto del 60%, posizionandosi ai primi posti fra gli europei. Un trend destinato fra l’altro a crescere (insieme ai viaggi d’affari) visto che recentemente la compagnia di bandiera Vietnam airlines ha introdotto 3 voli settimanali diretti Malpensa-Noi Bai (l’aeroporto internazionale di Hanoi). La tratta senza scalo dall’Italia è di circa dieci ore: si parte da Milano alle 11,45 e si arriva all’4,20 del mattino ad Hanoi dove si può andare in poco tempo in hotel o ripartire subito, con un’efficienza inusuale per l’Italia, per uno dei tanti voli interni attivi 24 ore. Il ritorno è ancora più comodo. Si parte all’una e viaggiando tutta notte si può dormire a bordo arrivando alle 7 di mattina a Malpensa in tempo per rientrare al lavoro nonostante le 6 ore di fuso orario. Sono quasi dodici ore di volo, ma fra cena, colazione e i letti della business o le comode poltrone in economy il tempo passa rapidissimo.

Un viaggio che affascina fra natura e storia

Ma è forse ora di indicare qualche spunto su cosa si può fare in un Paese che oggi è assolutamente attrezzato per ogni tipo di turismo: dal relax in spiagge tropicali alle avventure in montagna, dalle visite culturali alle scoperte enogastronomiche. Ci rifacciamo ad un recente viaggio, troppo breve in verità per scoprire le tante meraviglie di questo Paese, con una premessa doverosa: il Vietnam è quel tipo di destinazione che non è solo bella. È magnetica. È sorprendente. È un Paese che ti entra nelle ossa con una naturalezza quasi imbarazzante, mescolando silenzi, natura, traffico caotico, spiritualità riservata e quasi ovattata, architetture imperiali e mare da mito. È un viaggio che non può essere compresso in un elenco di tappe, perché ogni luogo sembra chiamare un registro diverso: contemplativo, gastronomico, urbano, poetico.

Il Vietnam è un universo che affascina
Il Vietnam è un universo che affascina

Il percorso che proponiamo Hanoi - Da Nang - Hué - Hoi An - Ninh Binh - Ha Long è una delle possibili sintesi delle mille anime del Paese: un asse che ti fa attraversare epoche, geografie, odori, sapori, velocità.

Hoi An: lanterne, seta e slow-travel

Una delle tappe “da cartolina” è certamente l’antico centro di Hoi An: case mercantili cinesi e giapponesi, vicoli colorati, botteghe della seta e di mille souvenir, ponti di legno e il fiume Thu Bon pieno di imbarcazioni che sembrano gondole semplificate e dipinte a mano con gli acquarelli. Il tutto illuminato da migliaia di lanterne al crepuscolo. È un luogo sospeso nel tempo, una sorta di Venezia indocinese, che è patrimonio Unesco e trasuda equilibrio tra storia, tradizione, artigianato e un’atmosfera rilassata che non è folklore da cartolina, ma un ritmo urbano. È il Vietnam autentico che non ti aspetti se pensi agli anni ’70 e alla guerra fra americani e vietcong che ha colpito anche qui. E proprio qui capisci che il Vietnam non procede per scenari isolati, ma per atmosfere.

Hoi An, la Venezia dell'Indocina
Hoi An, la Venezia dell'Indocina

Nella sua spiaggia, An Bang, il mare sembra voler rallentare tutto. È uno di quei posti che ti ricordano che anche i viaggi più intensi hanno bisogno di una parentesi. È ritenuta la più bella del Vietnam: tranquilla, per surfisti e amanti del relax. E non a caso è nei suoi pressi che vale la pena di sostare, al KOI Resort & Spa, un tipico albergo coloniale costruito a padiglioni indipendenti circondato dall’acqua e a un passo dal mare.  

Hoi An: lanterne, seta e slow-travel
Hoi An: lanterne, seta e slow-travel

A questo ambiente si aggiunge il fascino del villaggio agricolo di Tra Que Village dove la coltivazione biologica e la tradizione contadina entrano in simbiosi con l’esperienza turistica con il “farm-to-table vietnamita” che prevede sia una scuola di cucina che un massaggio dei piedi (praticato ovunque in Vietnam). Qui si scopre il valore del gesto contadino, quello che dà senso alla cucina vietnamita: basilico, coriandolo, menta dolce, erbe che sostengono una gastronomia che vive di freschezza e colori (possibilmente usando almeno 5 colori/ingredienti).

Hoi An è patrimonio Unesco
Hoi An è patrimonio Unesco

Da Nang e Ba Na Hills: il Vietnam che si diverte a stupire

Da Nang è un po’ la città-vetrina del Vietnam moderno: organizzata, efficiente, verticale, piena di energia. Un suo ponte è famoso perché le strutture di acciaio giallo simulano l’aspetto di un enorme drago marino che a scadenza erutta fiamme dalle fauci.

Da Nang e il suo celebre ponte dragone
Da Nang e il suo celebre ponte dragone

E a proposito di ponti, nelle vicinanze si può salire alle Ba Na Hills, un villaggio simil medioevale europeo (con tanto di riproduzione in resina di cattedrali gotiche), pieno di locali e divertimenti a circa 1500 metri di altitudine. Lo si raggiunge con almeno 7 funivie diverse e la sua attrazione principale è il Golden Bridge, una sorta di icona planetaria del nuovo Vietnam con le due mani che sembrano sostenere un ponte-passerella da cui si può ammirare, se non c’è nebbia, una vista mozzafiato sull’oceano. È un luogo dichiaratamente scenografico, e va bene così: il viaggio non è fatto solo di profondità, a volte serve anche un colpo d’occhio o un po’ di trash.

Ba Na Hills, il villaggio dei divertimenti
Ba Na Hills, il villaggio dei divertimenti

Lungo il percorso è obbligatorio fermarsi alle pagode di Linh Ung e la gigantesca statua di Lady e Buddha. Ad Am Phu c'è poi un complesso affascinante dove in una collina è stato ricavato un percorso sacro in una diramazione di grotte con monasteri e templi (raggiungibili con scale ardite o con un più comodo ascensore, meta turistica e di pellegrinaggi.

Pagode di Linh Ung e la gigantesca statua del Buddha
Pagode di Linh Ung e la gigantesca statua del Buddha

Hue: dove il tempo è materia viva

Hue è il controcampo perfetto dopo Da Nang: meno rumore, più anima. La Città Imperiale è un palinsesto di potere e ritualità: in un’area verde immensa ci sono le mura della città proibita, padiglioni, corti che sembrano sussurrare le storie della dinastia Nguyen. Le tombe reali, come quella dell’ultimo regnante, Khai Dinh, fuori città, sono gioielli architettonici che mescolano estetica europea (si avverte il periodo di presenza dei francesi) e sensibilità orientale. Una visita al villaggio dell’incenso aggiunge un tocco quasi cinematografico: colori, gesti, rituali artigianali che sopravvivono alla modernità. La moltitudine di colori ti impressiona.

Heu, la storia della dinastia Nguyen
Heu, la storia della dinastia Nguyen

La sera, sul Fiume dei Profumi il silenzio può diventare diventa narrativo. Basta fare una piccola crociera sul fiume con annesso spettacolo e la musica tradizionale scivola nell’aria e la città sembra sospesa in un tempo che non esiste più.

E qui la tappa obbligatoria è all’antico ristorante franco vietnamita Vuon Khe che oltre al buono pensa anche al bello dei piatti: ricercati e con molte sfumature, di colori e gusti.

Il Vietnam è un viaggio che conquista
Il Vietnam è un viaggio che conquista

Per dormire la meta numero uno è il Pilgrimage Village, boutique resort e spa. Un hotel che sembra immerso nella giungla con blocchi diversi di ville e camere lussuose molto diverse una dall’altra. La colazione è un’esperienza imperdibile per la varietà e ricchezza della proposta vietnamita e non solo. Tante le piscine, alcune private, e una spa con trattamenti e massaggi rigorosamente vietnamiti.

Ninh Binh: la cattedrale di pietra che non ti aspetti

Se arrivi a Ninh Binh con il sole capisci immediatamente perché molti la preferiscono alla famosissima baia di Ha Long, luogo mitico a cui arriveremo. Qui, pur nella quantità incredibile di turisti tutti l’anno, c’è quasi un senso di intimità e protezione. Anche in questo caso, come ad Hoi An ti accolgono piccole imbarcazioni (più spartane e al massimo per 3 turisti) sulle quali, remando con i piedi, un marinaio ti porta lungo il fiume attraverso grotte, canali stretti, montagne calcaree che si arrampicano verso il cielo come guglie gotiche… È un paesaggio che non assomiglia a nulla, né in Asia, né altrove, punteggiato da distese di nifee e risaie. Piccoli tempietti e stupe si scorgono sulle rive e un monastero al termine dell’escursione sembra essere il suggello ad una riconciliazione col creato.

Quang Ninh e le tre baie sorelle: la cattedrale d’acqua del Vietnam

La provincia di Quang Ninh è un trattato di geografia e mito. Con oltre 2.077 isole di roccia calcarea, riconoscimenti UNESCO e un progetto politico di trasformarsi in grande polo turistico internazionale, rappresenta il cuore liquido del Paese. Solo nel 2024 il totale dei visitatori ha superato i 19 milioni con 3,5 milioni di turisti internazionali che hanno visitato tre baie, tre anime: tutte spettacolari, tutte diverse. E attenzione, qui si coltivano e si possono comprare le perle forse migliori di tutta l’Asia.

1 - Ha Long: l’icona assoluta

È la diva del Vietnam: scenografica, celebrata, fotografatissima e frequentatissima (oltre 500 navi da crociera, di cui 300 mediamente in servizio). Ha Long è Patrimonio UNESCO due volte, una delle nuove Sette meraviglie naturali del mondo, un mosaico di faraglioni che sembrano emergere da una fiaba come tanti panettoni o dolcetti di marzapane.

Ha Long, una delle nuove sette meraviglie naturali del mondo
Ha Long, una delle nuove sette meraviglie naturali del mondo

Le crociere (Ambassador, Indochine Sails, Peony) offrono l’esperienza completa: grotte, kayak, ponti panoramici, cucina curata, tramonti che lasciano distratti per ore e, ovviamente, almeno una notte a bordo (meglio fare due notti per godere al massimo dell’esperienza).

2 - Bai Tu Long: la sorella introversa

Stessa bellezza, ma meno folla. Bai Tu Long è la scelta dei viaggiatori che preferiscono il silenzio alla scena. Una baia pura, essenziale, incontaminata. Le crociere di Heritage Line e Indochina Junk sono perfette per chi vuole vivere la natura senza rumori di fondo.

Bai Tu Long
Bai Tu Long

3 - Lan Ha: la baia viva

Lan Ha, nel territorio di Hai Phong, è una meraviglia più discreta: stessa conformazione di Ha Long, ma atmosfera più umana. Meno turisti. I villaggi galleggianti ancora attivi sono un patrimonio antropologico prezioso. Un Vietnam che non è scenografia, ma vita quotidiana.

Le crociere Capella, Mon Cheri, Ambassador, Indochine prevedono esperienze premium, senza essere distaccate dal contesto locale.

Lan Ha
Lan Ha

La notte in crociera: quando la baia ti ascolta

Il momento più potente non è una grotta, non è un’isola, non è un’attività: è il tramonto. La baia diventa un teatro naturale, il cielo si arancia, la nave si ferma, il silenzio scende denso. Poi cena sul ponte, musica soft, Tai chi all’alba… e capisci perché la baia è un luogo che non si “visita”: si attraversa come un rito che Amassador cruise sa ben gestire.

Hanoi: caos gentile, memoria, caffè all’uovo, poesia e un’energia che non chiede permesso

Ti accoglie alla fine, ma è come se ti dicesse: “Non pensare di aver capito il Vietnam senza passare da me.” Hanoi è un animale urbano difficile da definire: è frenesia, storia, umorismo, malinconia, odore di street food, french vibes coloniali, motorini come colonne corazzate, rituali quotidiani che sembrano coreografie. Fare un giro in risciò o cercare di attraversare a piedi una strada, nel traffico caotico di motorini senza alcuna regola e viaggiano come in videogioco richiede un po’ di sangue freddo…

Hanoi è caos gentile da gustare in risciò
Hanoi è caos gentile da gustare in risciò

In compenso il quartiere vecchio è un labirinto che vive di vita propria con 35 strade tematiche, negozi storici, artigiani, mercati, caffetterie: un organismo vivente. Passeggiare qui significa capire la città dal basso: odori, suoni, sorrisi, contrattazioni in un balletto urbano continuo dove il gioco è distinguere le contraffazioni dall’originale (come era un tempo a Hong Kong o a Shangai).

Hanoi è una città che racconta un’umanità completa e complessa
Hanoi è una città che racconta un’umanità completa e complessa

Donne che portano frutta in bilanciere, uomini che giocano a scacchi in strada, barbiere su marciapiede, mercati che esplodono all’alba, bambini che giocano tra motorini e risciò… È una città che racconta un’umanità completa e complessa.

E fra le mete la cattedrale cattolica di San Giuseppe, riferimento per 6 milioni di vietnamiti.

Il lago Hoan Kiem, il cuore emotivo della città.

Secondo la leggenda qui fu donata a un sovrano una spada magica (un po’ come Excaliburn di Artù) per liberare il Vietnam dai cinesi. All’alba è un palcoscenico diffuso di Tai chi, danza lente, meditazione lungo la riva del lago. La sera il ponte illuminato di rosso e lo scoglio della spada di giallo sono lo scenario di mille fotografie. Il Vietnam urbano, qui, si prende un momento per respirare.

Il lago Hoan Kiem, il cuore emotivo della città
Il lago Hoan Kiem, il cuore emotivo della città

Temple of literature: la nobiltà intellettuale

È l’ex università confuciana del Paese: cortili, padiglioni, iscrizioni, giardini. È un complesso architettonico che mostra quanto la cultura - prima ancora delle guerre - abbia plasmato l'identità vietnamita.

Train street: il caos che funziona

La celeberrima train street
La celeberrima train street

Un treno che passa 7-8 volte al giorno in centro città, a pochi centimetri da case e tavolini. Una scena che sembra assurda e invece è perfettamente integrata nella logica della città e ovviamente è un appuntamento sempre fotografatissimo. Il massimo è godersi lo spettacolo bevendo un caffè all’uovo.

Il mausoleo del padre della patria, Ho Chi Min

La spianata davanti al mausoleo dove c’è il corpo imbalsamato di Ho Chi Min è un omaggio al padre della patria. Ma a differenza di altri luoghi da culto della personalità e da regime, qui si respira un’aria quasi di famiglia. Ho era e resta lo “zio” e una figura di riferimento. Se non ci sono troppe fila vale la pena di visitare il complesso che ha anche un museo dedicato a lui.

Il mausoleo di Ho Chi Min
Il mausoleo di Ho Chi Min

Gastronomia urbana: il culto del “pho” e dell’uovo

A Hanoi non si mangia: si vive mangiando. La cucina di Hanoi è un teatro quotidiano dove ogni piatto ha un’ora, un ritmo, una funzione. Mangiare ad Hanoi significa attraversare una città attraverso i suoi strati: brodo, brace, spezie, erbe fresche, acidità, dolcezza. È una cucina che parla di strade, di tavoli minuscoli, di vapore che sale dalle pentole, di mani veloci che confezionano meraviglie in pochi secondi. Una cucina che, più che nutrire, racconta.

Il Pho è un rito da non mancare
Il Pho è un rito da non mancare

Il Pho è un rito mattutino, quasi una dichiarazione di appartenenza alla città. Non è solo una zuppa: è il buongiorno di Hanoi, quello vero, servito fumante nei bar di strada tra motorini parcheggiati a caso e tavolini di plastica traballanti. Brodo limpido, stellato nel profumo, fatto sobbollire per ore con ossa, zenzero e spezie; tagli di manzo sottilissimi che si cuociono al momento; erbe fresche adagiate come un promemoria della vita che riparte. Gli abitanti della capitale lo mangiano all’alba, quando la luce è ancora morbida e il traffico non ha dichiarato guerra al mondo.

Il Pho non è solo una zuppa: è il buongiorno di Hanoi
Il Pho non è solo una zuppa: è il buongiorno di Hanoi

Il Bún cha, invece, è una carezza serale. Ti arriva addosso con quella sua doppia natura: dolce e affumicato, fresco e ricco, grasso quanto basta per la gioia, mai oltre il consentito. Polpettine di maiale grigliate, fettine caramellate, vermicelli di riso, erbe, papaya verde e una salsa di pesce che tiene tutto insieme come un direttore d’orchestra con la mano sicura. Mangiarlo a Hanoi significa sedersi accanto a chiunque: impiegati, studenti, tassisti. È un piatto democratico, uno dei più onesti della città.

Il Cà Phê Trung (Egg Coffee)
Il Cà Phê Trung (Egg Coffee)

Il caffè all’uovo, il Cà Phê Trung (Egg Coffee), è un’altra cosa ancora: un dolce travestito da bevanda, una mousse soffice di tuorlo montato con zucchero e latte condensato che si posa su un espresso denso come una promessa. È un piccolo lusso quotidiano, un gesto lento in una città che corre veloce. Chi lo beve la prima volta lo guarda con sospetto, chi lo beve la seconda lo considera già un’abitudine. Sembra un po’ quello che ci davano le nonne da bambini.

Ma Hanoi non si ferma qui: la sua cucina è un calendario vivente, in cui ogni sapore ha il suo spazio, ogni piatto la sua ora, ogni quartiere il suo orgoglio.

E poi le zuppe, infinite, variabili, sorprendenti: Pho ga, la sorella gentile del pho di manzo, Bun rieu, pomodoro, granchio e tofu in un equilibrio quasi architettonico e Bún oc, la zuppa di lumache che racconta un Vietnam rurale e antico.
A chiudere la festa dei sapori, i dolci liquidi del Vietnam del nord: non solo il caffè all’uovo, ma anche il Cà phe cot dua, il caffè al cocco, cremosissimo, più dessert che bevanda; e il Chè, il tradizionale mix di fagioli dolci, tapioca, frutta e latte di cocco che sorprende i palati occidentali ma conquista chi ama i contrasti.

Come orientare i turisti nella scelta dei piatti

A Hanoi si mangia in continuazione, ma mai a caso: c’è un orologio gastronomico invisibile che scandisce la giornata. Il mattino appartiene ai brodi. Il mezzogiorno alla frutta fresca e ai piatti veloci. Il pomeriggio ai caffè e alle dolcezze improvvisate. La sera al grill, ai noodles, alla convivialità.

È una cucina che non vuole impressionare: vuole accompagnare.
È una cucina che non si mette in posa: ti cammina accanto.
È una cucina che non cerca definizioni: le crea.

In Vietnam il cibo è cultura
In Vietnam il cibo è cultura

E in questo teatro quotidiano, in cui ogni piatto è un gesto e ogni gesto una storia, Hanoi rivela la sua anima più autentica. 

Dove mangiare ad Hanoi - indirizzi consigliati 

Perché questo viaggio funziona (e perché funziona così bene)

  • Perché il Vietnam è un Paese che ti obbliga a usare tutti i sensi.
  • Perché ti seduce senza ingannarti.
  • Perché alterna bellezza naturale a profondità culturale, gusto a spiritualità, silenzio a caos.
  • Perché è una destinazione che non si limita a mostrarsi: si racconta, si fa vivere, si fa capire.
  • È un viaggio ricco, vivo, pieno.
  • Uno di quelli che, una volta tornato a casa, continuano a parlarti.

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