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Infarto, l'aspirina aiuta a prevenirlo?

L’acido acetilsalicilico, o aspirina, ha un potente effetto fluidificante sul sangue, può essere un valido aiuto per migliorare la circolazione nei piccoli vasi sanguigni, ma non per preservare da alcune malattie.

18 gennaio 2020 | 11:30

Non sono poche le persone che utilizzano l’aspirina a scopo di prevenire l’infarto, assumendone una al giorno, senza alcuna necessità. Ma si tratta di una pratica corretta? Di questo ha parlato Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas e docente di Humanitas University in un intervento su Humanitasalute, che vi riportiamo di seguito.

L'aspirina non serve a prevenire l'infarto (L’aspirina per prevenire l’infarto? Per i medici è solo una bufala)

L'aspirina non serve a prevenire l'infarto


Prima di tutto è necessario fare una premessa. L’aspirina è un appurato strumento di prevenzione cardiovascolare in quanto riduce l’aggregabilità delle piastrine, riduce il rischio di trombi e può aiutare a prevenire le trombosi vascolari. Ciò non significa che, in assenza di qualunque malattia, sia consigliabile assumerla in prevenzione primaria. L’aspirina, infatti, non è priva di effetti collaterali, che possono manifestarsi a livello dello stomaco, con acidità, emorragie in caso di rottura di capillari, sanguinamenti gastrici o epistassi.

Molto meglio tenere sotto controllo i livelli di colesterolo, smettere di fumare, modificare il proprio stile di vita verso scelte più sane, sia in alimentazione, sia per quanto riguarda l’attività fisica.

Diversa è invece la situazione per coloro che hanno già avuto un problema di tipo cardiovascolare, magari dopo un evento ischemico, un infarto, un ictus o ancora una rivascolarizzazione, e utilizzano l’aspirina in prevenzione secondaria: qui diventa molto importante, perché aiuta a prevenire le recidive e a gestire tutte le altre terapie che si utilizzano in ambiente cardiovascolare.

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