Di celiachia oggi si parla sempre più spesso in diverse occasioni. Non sempre con cognizione di causa. La celiachia è una malattia cronica e autoimmune che scatena, nei soggetti geneticamente predisposti, una reazione immunitaria in caso di assunzione di glutine. Con il passare del tempo la reazione immunitaria conduce a un’infiammazione che danneggia le pareti dell’intestino tenue e i villi, impedendo così l’assorbimento di cibi e nutrienti. La celiachia può essere diagnosticata dopo pochi mesi dalla nascita, come può manifestarsi anche più avanti, nell’infanzia come nell’età adulta.
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Il paziente celiaco deve seguire una scrupolosa alimentazione senza glutine
No alla dieta fai da te: rivolgersi a uno specialistaA oggi, circa
un italiano su quattro è
convinto di essere intollerante a un alimento (spesso è proprio il glutine a essere messo al bando): il risultato è che molte persone decidono di intraprendere una
dieta restrittiva fai da te che non solo non migliorerà la situazione, ma potrebbe peggiorarla. La celiachia è una
patologia che va diagnosticata da uno specialista. Gli esami del sangue utili sono gli anticorpi anti-transglutaminasi, gli anticorpi anti-endomisio e gli anticorpi anti-gliadina. In caso di risultato positivo, si può indicare l’esecuzione di una
gastroscopia con biopsia a livello del duodeno, per confermare la diagnosi.
Quali sono i sintomi?Quando un paziente celiaco inconsapevole di esserlo ingerisce degli alimenti che contengono glutine, la reazione più comune che avrà riguarderà l
’apparato gastrointestinale. I sintomi classici, infatti, sono
diarrea, gonfiore addominale, meteorismo, crampi all’addome e
perdita di peso. Ma esistono anche altri sintomi, forse meno conosciuti, a cui prestare attenzione, come la presenza di
afte nella bocca, il
formicolio a mani e piedi, la debolezza muscolare o, anche, l’alopecia. In certe circostanze anche l’
anemia (causata principalmente dal malassorbimento di ferro e vitamine dovuto all’atrofia dei villi intestinali), la perdita di densità ossea e le
convulsioni. Occorre però sottolineare che
i sintomi della celiachia non sempre si manifestano, soprattutto negli adulti.
Quali le cause? «Il
glutine - spiega
Paoletta Preatoni, gastroenterologa ed endoscopista digestiva dell’Unità operativa di gastroenterologia clinica di
Humanitas - è l’
agente scatenante della reazione immunitaria nel paziente geneticamente predisposto, ma i fattori ambientali precipitanti che determinano l’innesco della risposta autoimmune possono essere molteplici, alcuni dei quali fisiologici come la gravidanza o le i
nfezioni gastroenteriche. La celiachia, inoltre, è spesso associata ad altre
malattie autoimmuni tra cui tiroidite, diabete mellito di tipo 1, l’artrite reumatoide o la tiroidite e a sindromi genetiche, Down, Turner».
Un’alimentazione senza glutine«Il paziente celiaco - puntualizza
Preatoni - deve seguire una
scrupolosa alimentazione senza glutine, al fine non solo di gestire e ridurre i sintomi, ma di permettere all’
intestino e alla mucosa di ritrovare la sua originale
funzionalità. In caso contrario, il paziente mantiene costantemente attivo il processo infiammatorio a carico della mucosa duodenale, impedendo la ricostruzione della superficie assorbente dell’intestino e questo lo pone a
rischio, anche se asintomatico, di sviluppare
carenze nutrizionali importanti che a lungo andare avranno ripercussioni sul benessere dell’organismo».
Cereali, farine e
alimenti a base di cereali come l’avena, il frumento, il farro, l’orzo, il grano, il Kamut, il malto sono vietati, così come
biscotti, pane,
pasta,
derivati del pane fatti con i cereali indicati. Da evitare anche la
birra, il
caffè solubile, il lievito, il seitan, i piatti pronti che possono contenere tracce di glutine. In generale la lista é lunga: è importante seguire le indicazioni poste sulle
etichette dei prodotti e rivolgersi allo
specialista di fiducia per eventuali dubbi.