Il Canada si conferma quinto mercato di esportazione per il vino italiano, dopo Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Svizzera. Le vendite complessive nel 2017, secondo Ismea, hanno raggiunto i 333 milioni di euro.
Quanto sia poi destinato a crescere ancora questo mercato alla luce dell'accordo di libero scambio
Ceta, ratificato lo scorso anno, l'Alleanza cooperative agroalimentari lo ha chiesto alle principali cantine associate presenti sul mercato canadese.

«Dalle analisi dei dati di vendita delle nostre cantine - spiega
Ruenza Santandrea, coordinatrice Vino dell’Alleanza cooperative Agroalimentari - non emergono ancora, ad oggi, incrementi di export significativi. Ciò è dovuto al fatto che il Canada è dominato da due monopoli, il Quebec e l’Ontario, che importano vini e li distribuiscono sul mercato interno. L’abolizione dei dazi, di cui sono i monopoli a beneficiare in maniera diretta, consentirà loro di immettere sul mercato vini a prezzi più bassi, mantenendo intatti i propri margini (il sistema dei monopoli serve infatti al governo canadese per coprire la spesa sanitaria). Non appena i vini italiani costeranno di meno, potremmo realisticamente avere, come effetto indiretto, un aumento nel medio-lungo periodo della domanda dei consumi da parte dei canadesi».
Ruenza Santandrea
«In tal senso - conclude Santandrea - sarà fondamentale continuare a lavorare affinché, pur in presenza di un mercato caratterizzato da una parziale chiusura dovuta alla presenza dei monopoli, vengano progressivamente innalzate le quote di importazioni di vino dedicata all’Europa».