Non solo la amano, ma cercano anche di sostenere la produzione e la vendita, soprattutto in questo anno difficile: più della metà degli italiani acquista, infatti, birra anche da asporto da punti vendita vicino casa e soprattutto da locali, bar e pizzerie. E lo ha fatto sia in questa seconda fase dell’emergenza sanitaria da Covid-19 sia durante il primo lockdown nazionale. Una piccola azione concreta che per oltre 9 italiani su 10 è utile a sostenere le realtà imprenditoriali locali alle prese con il calo dei consumi dovuto ai provvedimenti per il contenimento della pandemia.

Crescono gli acquisti di birra in qualsiasi punto vendita vicino casa
Sono solo alcune delle principali evidenze della terza edizione del Centro Informazione Birra – Cib targato AssoBirra, la fotografia completa e aggiornata dei
cambiamenti in atto nel
settore birrario italiano. Il Cib è l’appuntamento con il racconto in presa diretta su come sta cambiando il mondo birra, reso possibile grazie all’ascolto di più voci: quella degli italiani, dei brand del settore, della filiera e di AssoBirra, in collaborazione con la società di ricerche di mercato BVA Doxa.
Perdite nell’Horeca di oltre 33 miliardi di euro a fine 2020La convivenza con la pandemia ha avuto un impatto senza precedenti sulle
abitudini di consumo degli italiani. Anche in relazione al consumo di birra (è così per il 44% degli intervistati da Bva Doxa). Soprattutto per quel che concerne il
fuori casa (per il 75% del totale campione). E non potrebbe essere altrimenti viste le
chiusure pressoché totali dei punti di consumo - o, al più, allo scoccare delle 18 - adottate su base regionale in questa seconda fase della pandemia. Con conseguenze drammatiche sul piano economico. A testimoniarlo anche i dati del Centro Studi della
Fipe (Federazione pubblici esercizi italiani): le perdite stimate per le migliaia di imprese Made in Italy dell’Horeca potrebbero arrivare a superare quota 33 miliardi di euro a fine 2020.
Crescono gli acquisti di birra in qualsiasi punto vendita vicino casaDi pari passo alle nuove
modalità di
consumo, sono cambiate anche le
abitudini di
acquisto della birra. Nonostante il
supermercato resti il luogo elettivo di acquisto di questa bevanda da pasto (87%), una buona notizia c’è: cresce la percentuale di italiani che ha acquistato birra in qualsiasi
punto vendita vicino casa (23%), dai
piccoli negozi di
quartiere (15%), dai
bar di
fiducia (11%) o da
ristoranti sempre diversi (10%).
Il 10% acquista onlineÈ in linea con i valori registrati durante il primo lockdown, invece, la percentuale di acquisto
online tramite siti e-commerce delle principali catene di distribuzione ma anche dei piccoli produttori, che si attesta al 10%.
Il 52% degli italiani ha acquistato birra da asportoA domanda specifica poi, il 52% degli italiani risponde di aver acquistato
birra da asporto in questi mesi. Per oltre 9 connazionali su 10, si tratta di un’azione concreta per supportare le realtà locali, anche e soprattutto le più piccole, alle prese con una vera e propria débâcle. Di queste, sempre secondo le dichiarazioni degli intervistati, il 53% ha dovuto riorganizzare la propria attività con consegne a domicilio mentre il 66% si limita a seguire gli orari di chiusura indicati dai provvedimenti per l’emergenza Covid-19. Il 5%, invece, ha purtroppo chiuso definitivamente.
«Ancora una volta, si conferma indissolubile il legame tra gli italiani e la birra che, non solo non rinunciano a questa bevanda da pasto ormai diventata consuetudine sulle nostre tavole, ma sono disposti a fare ciò che è loro possibile, ad esempio acquistando birra e cibo da asporto, per dare il proprio sostegno alle realtà imprenditoriali del settore in più grave difficoltà - commenta
Andrea Bagnolini, direttore generale di AssoBirra - In vista del
Natale poi, la ricerca condotta da Bva Doxa restituisce ancora una volta l’immagine della birra quale sinonimo di convivialità. Il 60% degli italiani, infatti, considera importante
regalare birra per le
feste».
L’importanza e la necessità di fare squadraSeppur estremamente prezioso, il supporto degli italiani al mondo birra non basta ad attutire il contraccolpo pesantissimo che l’intera
filiera sta subendo a causa della
crisi sanitaria in corso. Infatti, a pagarne le spesa più salata non è soltanto il canale Horeca ma tutta la filiera agroalimentare, in particolare in quei settori nei quali proprio la birra gioca un ruolo di primo piano.
È il caso di quello alberghiero e termale che, nonostante il grande impegno e gli importanti investimenti per mettere in sicurezza le strutture, ha visto comunque uno stop pressoché totale dell’attività, dovuto alle gravi limitazioni alla mobilità e alla sospensione di
fiere,
congressi e successivamente
eventi e
convegni. Seppur nessun decreto legislativo abbia mai disposto la chiusura effettiva degli
alberghi.
«A fronte del nostro grande sforzo e impegno a offrire ai (pochi) ospiti la possibilità di un soggiorno in sicurezza nel pieno rispetto delle norme previste e di rigidi protocolli di
sicurezza, abbiamo comunque registrato una perdita di fatturato che a fine anno sarà stata di oltre l’80% sui risultati 2019. Eppure, sono stati disposti
aiuti economici che potranno coprire meno del 10% del totale ammanco. Settori analoghi al nostro in altri paesi europei hanno già ricevuto aiuti in forma di liquidità che arrivano a colmare anche il 70% delle perdite; un vulnus che il settore rischia di portarsi sulle spalle anche nei prossimi anni quando, alla ripresa, dovrà tornare a competere sui mercati internazionali» commenta
Barbara Maria Casillo, direttore generale di Confindustria Alberghi.
E infatti: il settore stima una
ripartenza graduale non prima del secondo semestre del 2021, con numeri più sostanziali e significativi in arrivo soltanto nel
2022. Per questo, emerge la necessità di fare forte sinergia tra settori, strettamente correlati e patrimonio inestimabile del tessuto imprenditoriale italiano.
Il ruolo della birra per sostenere l’HorecaIn questo contesto, la produzione birraria italiana è un’importante opportunità per far conoscere al pubblico locale e internazionale le
eccellenze del territorio e le più belle e storiche destinazioni d’Italia.
«La birra è un prodotto che, in un lasso di tempo relativamente breve, è entrato a far parte della
cultura enogastronomica italiana e che per questo ha davanti a sé ancora un potenziale di crescita importante. Il fattore culturale, infatti, può spingere il settore ben oltre l’attività di produzione diventando un vero e proprio attrattore turistico. La birra diventa un ulteriore elemento che incrementa l’offerta del Food&Beverage alberghiero. Come
Confindustria Alberghi, riteniamo importante sostenere e mantenere costanti le sinergie tra associazioni per promuovere e mantenere alto il livello del bello e buono del Paese», conclude Casillo.
E dello stesso parere è AssoBirra che, infatti, nel corso del 2020 ha tradotto in una serie di azioni concrete il proprio impegno a supporto dell’intera filiera birraria e non solo. Obiettivo:
fare squadra e non disperdere quanto costruito negli anni da tutti quei settori oggi strategici per l’economia nazionale. In particolare, la birra, la cui ricchezza generata si attesta a quasi 10 miliardi di euro al 2019 e che occupa oltre 144mila lavoratori lungo tutta la filiera; parliamo dello 0,53% del
Pil nazionale.
«In questi mesi abbiamo lavorato con forza per dialogare proattivamente con
Governo, istituzioni e associazioni di categoria con l’obiettivo di salvaguardare le centinaia di imprese del settore birra che sono un valore inestimabile del tessuto imprenditoriale del nostro Paese. In particolare, abbiamo chiesto misure concrete a supporto della filiera, quali una riduzione delle accise che gravano ingiustificatamente sulla birra e il riconoscimento di un credito d’imposta per i
punti di
consumo» commenta Andrea Bagnolini - E allo stesso tempo abbiamo fatto squadra con le Associazioni di categoria che rappresentano altri settori, alla birra collegati e come noi altrettanto colpiti dall’emergenza Covid-19. Siamo convinti che soltanto un’azione congiunta di sistema potrà consentire di non disperdere l’enorme patrimonio di questo settore».