La famiglia Paone vive in mezzo ai vigneti da oltre cento anni iniziando dalla produzione in vivaio delle barbatelle, a cui aggiunsero il lavoro dell’innesto, poi l’acquisto e la commercializzazione di vino.

Il vitigno
La storia
La svolta produttiva iniziò nel 1975 quando si diplomò enologo Mimmo per cui si passò all’imbottigliamento del vino acquistato, poi alla vinificazione di uve, comprate fino agli anni '90 quando nasce l’azienda Mimmo Paone che acquista i primi terreni impiantando le vigne in territorio di Torregrotta, dove nel 2004 sarebbe nata la Doc Mamertino, e di Messina dove già dal '74 esisteva la Doc Faro. Quindi una costante evoluzione votata allo sviluppo e alla qualità, con Mimmo che, oltre a valorizzare autoctoni come Nerello Mascalese e Cappuccio, Nero d’Avola, Grillo e Insolia, intuisce le potenzialità del locale Nocera, il vero autoctono messinese.
Il vitigno Nocera
Il Nocera è un vitigno di antica tradizione, tipico della provincia messinese, capace di dare vino a forte grado alcolico che prendeva le strade verso il nord, specialmente Piemonte, e la Francia per irrobustirne anemici vini. Come spesso succede fu poi dimenticato per dar posto alle mode del momento, iniziando un lento declino. Mimmo, comprendendone le peculiarità, lo ripristina, ci studia sopra, sperimenta con l’ausilio dell’Università e dell’Istituto Regionale Vite e Vino, lo valorizza per farne un suo vino di punta. Oggi gli ettari di proprietà sono 8 a cui si aggiungono altri vigneti in convenzione un po’ in tutta l’isola dove seguendone tutta la coltivazione si acquistano le uve. Mimmo è ormai affiancato dai figli Fabio che fa l’enologo, Simone il commerciale e Donatella l’amministrativa.

Giuseppe, Donatella, Mimmo e Simone
250mila le bottiglie prodotte
Le etichette sono tante, il totale di bottiglie prodotte è 250mila, il resto è venduto nelle 4 enoteche di proprietà a Vulcano, Lipari, Messina. I vigneti sono condotti in biologico certificato anche se per scelta non è indicato in etichetta causa le lungaggini burocratiche. Noi degustiamo appunto il Nocera Doc col nome commerciale di Arte, scelto per indicare la cura e l’attenzione con cui è prodotto.
Il percorso del vino
Il Nocera è coltivato in località Castanea di Messina a 400 metri in terreni a medio impasto-sabbiosi. Vendemmia con selezione dei migliori grappoli. Dopo la diraspatura il mosto macera e vinifica secondo il metodo Ganimede in brevettati contenitori in acciaio che sfruttano l’anidride carbonica prodotta per mescolare e umidificare il cappello ed estrarre delicatamente il massimo di polifenoli e di sostanze nobili contenute nelle bucce permettendo anche una facile e selettiva eliminazione dei vinaccioli. Dopo la malolattica il vino affina per 6 mesi in acciaio, 12 in botte e per altri 6 in bottiglia. Il grado alcolico 13,5%.

La bottiglia con l'uva da cui nasce
Il vino nel calice
Versato nel bicchiere il colore è rosso quasi granato, denso. Al naso è serioso, con note balsamiche e cupe di pepe nero, cioccolato, liquirizia, fieno secco, poca frutta rossa, da vino austero, distaccato, esclusivo. In bocca inizia morbido e caldo, possente per poi risvegliare una buona vena acida e dei tannini addolciti ma vispi; è armonico, rotondo e fa avvertire i profumi nasali.

Da sposare a piatti anche complessi ma ben amalgamati: lasagne al forno, carne al ragout, formaggio Maiorchino. Vi darà ampia soddisfazione se lo gusterete celibe in salotto. Sono 10mila bottiglie che allo scaffale o nella vendita online dell’azienda si trovano a 12 euro.