È sempre una gran gioia veder inaugurare una nuova attività, se questa è una cantina/boutique la gioia raddoppia. Siamo in quel di San Briccio (Vr), nella Valpolicella est. Siamo a casa della famiglia Marcato che ha finalmente aperto a tutti il suo scrigno e fatto conoscere la sua terra e i suoi prodotti. Dice Francesco Marcato, il papà di Anna e Lisa e Francesca le 3 amazzoni che sono impegnate nella conduzione di Talestri (nome della regina delle Amazzoni per significare la forza e l coraggio): «Sono nato in cantina e la mia vita è sempre stata dedicata a questa attività e porto con me 30 anni di esperienza nel mondo del vino e degli spumanti. Ho messo tutte le mie competenze al servizio del nuovo progetto familiare e mi sono dato la missione di orientare le mie figlie verso il futuro: giorno dopo giorno lavoriamo e progettiamo insieme, decidiamo in totale sintonia ma il mio sogno più bello è quello di trasmettere la sensibilità che è necessaria per coltivare le viti in armonia con la natura e trasformare l’uva in vini capaci di regalare emozioni. Il primo anno che abbiamo vinificato in questo territorio, abbiamo capito che il territorio e le vigne avevano tutte le caratteristiche che servono per creare vini spumanti di grande calibro oltre ai grandi vini della tradizione della Valpolicella».

Scorcio della cantina dai vigneti
Dieci ettari di terreni nella Valpolicella
Dieci ettari di terreni calcarei di origine sedimentaria, tipici della Valpolicella, sono valorizzati da un substrato e da affioramenti basaltici, rari nella Valpolicella ma caratteristici della zona orientale della provincia di Verona, a 160 metri sul livello del mare, si estende abbracciando la collina di San Briccio, antico vulcano sottomarino. L’enologo di famiglia, Lisa (una delle amazzoni), ci racconta durante la passeggiata per rendere omaggio alle splendide vigne, perfettamente curate: «L’esposizione dei vigneti a sud permette di sfruttare l’irraggiamento solare e il calore del giorno viene mitigato dalla costante brezza e dai venti di montagna che rinfrescano le notti. Ingredienti ideali per garantire la perfetta maturazione delle uve ed ottenere vini fini ed eleganti, con note minerali e gradevole sapidità».
Tutto inizia nel 2008
Un pochino di storia. Francesco Marcato, da sempre dedicato alla produzione nell’azienda vitivinicola della famiglia Marcato, famosa per la produzione di spettacolari spumanti Metodo Classico Durello, decide nel 2008 di acquistare la tenuta di 10 ettari sul monte di San Briccio. Così ha origine la storia di Talestri, un’azienda moderna, declinata al femminile dalle sorelle, Anna, Lisa e Francesca Marcato ma trainata dalla forza dell’esperienza di papà Francesco.
Nel 2015 nasce la cantina di vinificazione
Dopo anni dedicati alla cura e allo sviluppo del vigneto, nel 2015 si concretizza il progetto di costruire la cantina di vinificazione, proprio nel cuore della tenuta a corpo unico e inizia a prendere vita il progetto di realizzare vini di grande qualità, capaci di rappresentare il territorio, moderni per concezione enologica ma con profonde radici nella tradizione vitivinicola. Una piccola cantina, una boutique, creata su misura per loro, con una sala degustazione con terrazzo panoramico che toglie il fiato. Siamo ancora in una zona dove c’è biodiversità, anche in tenuta una parte è rimasta bosco per permettere la nidificazione degli uccelli.

Famiglia Marcato
Il lavoro sui tre vitigni della Valpolicella
Ma veniamo ai vini. «La selezione di Talestri nasce da un lavoro in vigna importante e dalla consapevolezza delle differenze che caratterizzano i tre vitigni principi della Valpolicella: Corvina, Corvinone e Rondinella. Uve che vivono nello stesso territorio ma sembrano appartenere a mondi diversi e richiedono preparazione, tempi, cure ed appassimenti differenti, condotti con tecniche ed accorgimenti diversi. Abbiamo scelto di condurre appassimenti più controllati ma anche più lunghi per lasciare all’uva il tempo di trasformarsi e compiere il suo percorso. Ad esempio, nel rispetto di quello che deve essere il profilo di un vero Amarone, non vogliamo ottenere gradazioni elevate per cui lavoriamo in campagna con metodi di allevamento molto specifici ed utilizziamo sistemi di controllo della temperatura in fase di appassimento e vinificazione per esaltare le note del frutto» ha detto l’enologo Enrico Nicolis.

La cantina valorizza le uve tipiche della Valpolicella
Istinto: metodo classico con uve Amarone
E visto che siamo in Valpolicella iniziamo con… un metodo classico. Sì ma con le uve dell’Amarone. Un blanc de noir pas dosè che ha riposato 24 mesi sui lieviti. Si chiama Istinto per aver avuto il coraggio di rompere gli schemi e produrre un metodo classico laddove tutto è vino fermo e rosso. Che brillantezza, come canta nel bicchiere. Le note sono di uva spina litchi, nespola, albicocca, vaniglia. Grande tensione e verticalità, fresco e sapido. Beva infinita, pulito e “scicchettoso”. Decisamente elegante e gastronomico, può andare dall’aperitivo a tutto pasto. Lo abbiamo pensato con un piatto di tortellini di Valeggio conditi con burro salvia e grana, tanto grana.

Incontro tra il Valpolicella superiore e l'Amarone
Continuiamo con un Gentilezza, un Valpolicella Ripasso Superiore 2017. L'incontro tra il Valpolicella superiore e l'Amarone. Ha fatto solo legno di secondo passaggio. È la ricerca dell'equilibrio. In realtà potrebbe essere il Ripasso di riferimento. Con uno spessore elegante senza la corposità dell'Amarone. Profuma di marasca sotto spirito, caffè, liquirizia, balsamico e una punta di lavanda. Bella è la freschezza e la sua spinta sapida con tannini in perfetto equilibrio. Con il bollito misto e la pearà (tipica salsa veronese) pensiamo sia un gran divertimento.
Sua maestà l’Amarone Passione 2015
Arriviamo a sua maestà l’Amarone Passione 2015. Annata difficile in cui furono subito messi alla prova con una immensa grandinata con successivo stress delle piante. L’appassimento fu portato ai 90 100 giorni per regalarci sentori di Mon Cherry, marasche sotto spirito, sale marino, iodio, piccoli frutti di bosco, ginepro e mirto, gin, tabacco e note balsamiche. Una grande potenza e verticalità, fine e croccante con tannini di altissima classe con una morbidezza derivante dal corpo muscoloso. Sono riusciti a dare l'illusione della dolcezza con solo 2,8 grammi litro di zuccheri. Si può abbinare con i formaggi stagionati, con le carni ma anche, e non è blasfemia, con un croccante panino di soppressa, magari in vigna al tramonto guardando lo splendido panorama.