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Francia, non solo terra di vino Dalle mele si ricavano sidro e Calvados

Viaggio nell'enologia francese (4) - Le regioni di Bourgogne e Bordeaux non sono solo terre di grandi vini. Qui da secoli si producono anche i distillati di succo di mele

di Giampietro Comolli
 
09 novembre 2013 | 17:22

Francia, non solo terra di vino Dalle mele si ricavano sidro e Calvados

Viaggio nell'enologia francese (4) - Le regioni di Bourgogne e Bordeaux non sono solo terre di grandi vini. Qui da secoli si producono anche i distillati di succo di mele

di Giampietro Comolli
09 novembre 2013 | 17:22
 

In attesa che le uve rosse di Bourgogne e Bordeaux fossero pronte per la vendemmia ho voluto anche entrare nel territorio e nella storia del sidro e del Calvados. Non avevo mai avuto l’occasione di conoscere questo antico prodotto, tra fermentazione e conservazione, fra prodotto che ha unito due sponde e diviso spesso i cultori enoici dai Cimbri. La regione di produzione si pone, non solo geograficamente, fra cultura normanna e bretone; nei meleti oltre 800 varietà di “pomi”, quelle locali piccole, dure, croccanti, dal sapore di terra croccante, salmastro e acidulo a quelle più dolci e succose importate. Qualcuno, pochi produttori, aggiungono anche il succo fresco della pera Barlett o Kaiser (solo il 4%).

Bevanda “lanciata” da Carlo Magno, dicono, ebbe un grande sviluppo all’epoca dei danni della fillossera alle vigne. Il successo e la riconoscibilità-territorio si deve alle forti tasse e divieti con condanne penali imposte dal Sovrano dell’epoca, infatti dal 1610-1630 è una bevanda, indipendentemente da disciplinari o tutele, preservata da copiature e produzioni fuori dal territorio di origine, anche in Francia. Un modo di difendere l’origine da 400 anni, oggi utilissima, che dà esclusività assoluta.



Distillato di succo di mele, il meglio che ho assaggiato è a Le Père d’Auge, da 10 a 12 anni di invecchiamento in botti di quercia. Una esperienza anche questa, con un assaggio di sidro giovane frizzante e anche di due birre artigianali, oramai diffuse fra i giovani imprenditori francesi. Ognuno con la sua ricetta: a Deauville come a Pont-l’Eveque o a Honfleur, quest’ultimo un meraviglioso paese sul mare da cui si vede il ponte sospeso di Le Havre. Altro incontro “fuoritema” è stato Pointe du Raz, punta estrema della Bretagna di Quinper, verso l’oceano, dopo Vannes, St-Nazaire foce della Loira.

Cene da segnalare, in ordine: a Plerin di Saint Brieuc, l’osteria gran ristorante La Veille Tour, in rue de la Tour con un menù molto epicureo, lo chef Adam ci presenta un menù molto ricco. Mi butto sul pesce e mi faccio condurre in una degustazione di 6 assaggi monotematici sui pesci grandi della Manica e del Baltico. Prezzo significativo, da ricordare. A Quinper ho soddisfatto le mie voglie di formaggio e torte ripiene a L’Ambroisie, in rue de Freron al civico 49, ottimo ed accogliente, prezzo sempre da segnare sul calendario.

Viaggio di rientro verso Parigi costeggiando la Manica e mi sono ricordato che il passaggio della Barriera Normanda va sempre festeggiato e così, in rue de General Leclerc a Deauville, mi sono fermato a la Flambèe, senza prenotare, un venerdì sera, posti liberi, ottimo ristorante che guarda il mare, profumi iodati in ogni piatto, con a destra l’estuario mastodontico della Senna e il famoso Gran Pont en Arc di Le Havre. Prezzo più contenuto: due portate più acqua e vino, su 100 euro, circa la metà dei precedenti ristoranti bretoni. In tutti questi ristoranti la scelta dei vini era ampia, ma massimo 40-50 etichette, dalla Provenza all’Aquitania, dallo Chablis al Bordeaux, dalla Lorena all’Alsazia, solo 3-4 vini stranieri, un solo italiano.

L’ultima mattina colazione con croissant caldi al Cafè du Port di Honfleur caratteristica cittadina turistica. Tutta la costa normanna è un susseguirsi di insenatura basse e alte con case a strapiombo o sul littorale del mare, oppure allineate lungo estuari, canali e bordi di fiumi. L’acqua non manca come non mancano i formaggi. A Pont l’Eveque merita, sosta e acquisto, la boutique des Fromages di Pierre Saint Jacques , vicino alla cattedrale e al canale, per il Camembert (latte di vacca al 100%, pasta molle e crosta naturale), il Pont l’Eveque locale, di vacca al 100% freschissimo al punto a temperatura ambiente in pochi minuti uno spicchio perde la forma e il Livorat, sempre molle e sempre di mucca. Il plateau di formaggi era accompagnato da pane francese caldo con il famoso Beurre d’Isigny salato, prodotto sul mare in bassa Normadia in quella zona dove la bassa marea è molto evidente e lascia decine di km2 di costa marina senza acqua.

Giampietro Comolli

Alle spalle i profumi floreali candidi e verdi delle mele, ecco Parigi. Visita a Notre Dame, puntata alla Chante Chapelle e a Sainte Eustache oggi in grande evidenza con i padiglioni de Les Halles abbattuti. Merenda al bar dell’Ile Saint Luis, dove c’erano le riprese dello sceneggiato di Profiling con la criminologa bizzarra di Chloe Saint-Laurent e pranzo alla ex trattoria di Maigret al nr. 15 del Quai des Orfèvres quasi angolo rue de Harlay. Il giorno dopo assaggi vari di torte salate al 6 Benoit Bistrot di rue Saint Martin e dopo ancora degustazione di piatti sul pullman “Tous” per 1 piatto pagato e il secondo omaggio, qualunque esso sia: con 15 euro di spesa, un valore anche di 50 euro!!

“Parigi val bene un piatto”, così lo slogan popolare lungo le strade di San Germain. Ovvero la prima città turistica al mondo, vuole puntare sulla “gola” dei visitatori per crescere ancora in attrazione turistica, ma le proposte sono veramente interessanti. Puntata a Fontainebleau per vedere la sede degli amati pre-impressionisti francesi, ovvero i naturalisti-realisti-verdisti come Rousseau, Constable, Millet, Daubigny, Troyon, Charpin, De Faux, Corot, Manet e Renoir sono stati soprannominati come esponenti dell’Ecole di Barbison, e rientro attraverso Versailles con sosta a L’Angèlique, avenue Saint Cloud, per una immersione nella cucina tipica francese: volatili, crema, burro.

Le tappe precedenti...

1) Nuove forme di consumo del vino
Scelte più oculate e maggiore soggettività

2) Francia maestra nella promozione

L’Italia del vino ha molto da imparare

3) Viaggio nella Francia del sud

alla scoperta delle grandi uve bianche

Il viaggio continua...

5) In tour dalla Loira al Reno

tra vini e formaggi d’oltralpe

6) Nelle terre dei grandi vini rossi

dilemma tra monovitigno e cuvée

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