Trentodoc, qualità e territorio nel vino Matteo Lunelli: «Ora più internazionalità»

Trentodoc, non solo un Istituto, ma un vero e proprio progetto. Così infatti lo ha presentato Matteo Lunelli, membro del consiglio di amministrazione Trentodoc e presidente di Cantine Ferrari. Più di 40 produttori che condividono la stessa passione per queste bollicine di montagna dal Trentino, insieme per uno scopo: «rendere sempre più conosciuto nel mondo questo marchio - ha dichiarato Matteo Lunelli - che identifica un territorio che è straordinariamente vocato per sua natura a creare bollicine di qualità».



Una dichiarazione, questa del presidente di Cantine Ferrari, che si è inserita all'interno dell'evento Bollicine sulla città e del 50° congresso nazionale Ais - Associazione italiana sommelier, svoltisi entrambi ormai da tempo, ma che ancora echeggiano nel mondo dell'enologia italiana per l'importante spessore ideologico che hanno raccontato: «Da grandi cooperative, ad aziende come Ferrari, fino ai più piccoli produttori di nicchia, nell'istituto si respira un clima affiatato e di collaborazione».

Non stupisce l'atmosfera di positività e l'ambizione di Trentodoc: il territorio di cui questo istituto si fa ambasciatore «è la terra di bollicine con la più longeva tradizione per il Metodo classico. Abbiamo più di cent'anni di storia. La Doc è stata creata solo nel 1993, ma è dal 1902, da oltre un secolo, da quando Giulio Ferrari ha cominciato, che in Trentino si fanno bollicine di eccellenza». E insieme alla tradizione, i produttori di Trentodoc sono accomunati anche da una forte identità di prodotto, «legata alla montagna, dove si coltivano uve Chardonnay e Pinot Nero, la cui giusta maturazione aromatica insieme ad un'acidità bilanciata sono la chiave per un Trentodoc di qualità».



Ferrari, dalle parole di Matteo Lunelli, parla un po' in prima persona, un po' per tutti, potendosi definire ambasciatrice del territorio, visto anche il suo enorme successo a livello internazionale. E nel descrivere la produzione delle sue bollicine, fa un bilancio tra la qualità del prodotto e la difficoltà della sua realizzazione: «La coltivazione in montagna è faticosa, molte cose devono essere fatte manualmente, non è possibile utilizzare macchine; i vigneti devono essere ritagliati dal territorio, tra i monti; inoltre le rese sono basse, e i costi di produzione alti. Tuttavia proprio questi valori garantiscono la qualità dei nostri prodotti: il Trentodoc vuole essere un vino di prestigio, di alta gamma, ed è con questo senso di orgoglio che ci presentiamo ai nostri consumatori».

Sono proprio questi i valori che i soci Ais, in occasione del loro 50° congresso, hanno potuto conoscere. E, insieme alle bollicine, sono entrati in contatto anche con il Trentino, «un territorio meraviglioso, con la città di Trento che in questo periodo vive dei mercatini di Natale», polo di attrazione turistica con pochi eguali, «un territorio di montagna incontaminato, strutture museali d'eccellenza, e anche enogastronomia». Motivo di vanto quest'ultimo settore, sia per il Trentino che direttamente per Ferrari, vista la recente assegnazione delle due stelle Michelin alla sua Locanda Margon.


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